Bene allargare l’orizzonte della sostenibilità, ma serve attenzione anche ai flussi di materia
Cultura per la sostenibilità: in arrivo incentivi al cinema verde?
Ermete Realacci chiede sostegno economico per le produzioni cinematografiche amiche dell’ambiente
[6 Settembre 2013]
Il cinema come strumento culturale di formazione e informazione “green”, capace di orientare comportamenti utili alla riduzione dell’impronta ecologica sul Pianeta, e che può dare un proprio contributo diretto alla diminuzione delle emissioni climalteranti: «Anche per l’industria del cinema, come già accaduto per altri settori, è arrivato il momento di accettare la sfida della green economy e di scommettere sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica – ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici – Un processo in atto in tutto il mondo che testimonia una sempre più diffusa sensibilità per i temi dell’ambiente, radicata anche in Italia.
Già oggi inoltre il cinema, come tutte le arti e le produzioni culturali, svolge un ruolo fondamentale nell’orientare i comportamenti di cittadini e comunità e nella loro formazione. Poiché il 30% delle emissioni procapite prodotte dagli italiani è legata a comportamenti e abitudini, se un milioni di spettatori, influenzati dal grande schermo, decidessero di ridurre anche solo dell’1% la propria produzione di CO2, stima Cremonesi Consulenze che si avrebbe un risparmio di emissioni di 92.000 ton/a».
Del resto l’attenzione del cinema alle politiche di sostenibilità è confermata anche dal Green drop award, il premio al ‘cinema green’ organizzato nell’ambito della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia da Green cross Italia e Comune di Venezia. Per Realacci però è necessario fare ancora un passo in avanti.
«Per aiutare anche le produzioni materiali dell’industria cinematografica a evolversi sulla piano della sostenibilità, ho presentato un’interrogazione ai ministri della Cultura e dell’Ambiente, chiedendo loro di valutare l’istituzione di forme di incentivazione per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni cinematografiche. Un’azione in tal senso, oltre ai benefici diretti, avrebbe importanti effetti in termini di comunicazione e di educazione ai nuovi stili di vita rispettosi dell’ambiente. Utilizzando tecnologie più moderne ed efficienti come generatori euro5, kit fotovoltaici, o illuminazione a Led, e razionalizzando l’intero processo produttivo dei film – spiega Realacci – possono essere migliorate di molto le performance ambientali dell’industria cinematografica. Secondo stime Edison – Tempesta Film, se tutte le produzioni seguissero queste indicazioni si potrebbe arrivare a una riduzione delle emissioni di 1.120 tonnellate di CO2 l’anno, equivalenti a quelle necessarie per garantire l’illuminazione pubblica annuale di un comune di oltre 10.000 abitanti».
Nell’interrogazione ai ministri, Realacci chiede anche se vogliono considerare la costituzione di un tavolo tecnico congiunto tra il ministero dell’Ambiente e il ministero per il Beni e le Attività Culturali per l’elaborazione di “Linee Guida per la produzione di Film Sostenibili” e per l’individuazione dei criteri necessari per la qualifica di film sostenibile.
Il cinema tutto e non solo quello documentaristico, è certamente uno strumento mediatico culturale importante per dare un contributo fattivo e operativo verso la sostenibilità; del resto lo stesso tema può dare nuovi spunti di racconto all’impresa cinematografica. Quindi l’iniziativa è più che condivisibile. Tuttavia greenreport fa notare che dopo gli incentivi alle rinnovabili, gli ecobonus sui mobili e ora la proposta sul cinema – tutte iniziative che allargano con merito l’orizzonte della sostenibilità in Italia –bisognerebbe incominciare a pensare seriamente anche ai flussi di materia, e dare sostegno economico alla filiera del riciclo, come da tempo suggerisce lo stesso Realacci.