Una febbre tropicale diffusa dalle zanzare installatesi nel Yoyogi Park a Tokyo
La dengue sbarca in Giappone. Colpa del caldo torrido da cambiamento climatico?
[2 Settembre 2014]
Oggi il ministero della salute del Giappone ha confermato altri 12 casi di febbre dengue, portando a 34 il numero totale di persone infette nel focolaio presente nel Paese. I 12 nuovi casi sono stati segnalati a Tokyo, Osaka, Aomori, e Yamanashi. Si tratta dei primi casi di Dengue avvenuti direttamente in Giappone da 70 anni a questa parte. Infatti nel 2013 in Giappone erano stati registrati 250 casi di dengue, ma si trattava di turisti o imprenditori ritornati in patria dopo un viaggio all’estero.
Le persone infettate non mostrano sintomi gravi e le loro condizioni sono stabili e sembrano avere una caratteristica in comune: ad agosto sono state tutte allo Yoyogi Park o nei dintorni e nessuno di loro il mese scorso era stato all’estero. Il ministero della salute consiglia ai cittadini di rivolgersi rapidamente ad un medico appena insorgono i sintomi della febbre o se vengono punti da zanzare vicino allo Yoyogi Park. Infatti la Dengue, che può essere fatale, anche se di solito si guarisce in una settimana circa, viene trasmessa dalle zanzare e non da persona a persona. Le epidemie di dengue sono comuni nelle zone tropicali e subtropicali dell’Asia e dell’America Latina, per questo una delle ipotesi per il focolaio in g Giappone è che sia stato reso possibile per le temperature record e le ondate di calore che da luglio si sono susseguite nell’Impero del Sol Levante. Un caldo eccezionale che ha provocato la morte di 54 persone e al ricovero in ospedale di 40.000 giapponesi, e che ha colpito soprattutto la capitale Tokyo. Il picco del caldo è stato registrato il 26 luglio quando il termometro ha superato i 35 gradi in 230 dei 920 punti di osservazione delle temperature.
Intanto il governo metropolitano di Tokyo ha installato in 10 punti del Yoyogi Park dei dispositivi per la catturare le zanzare e controllare se sono portatrici della dengue. La radiotelevisione giapponese Nhk informa che trappola «Contiene ghiaccio secco che emette anidride carbonica e un ventilatore per aiutare ad attirare gli insetti». Domani i tecnici del governo metropolitano raccoglieranno le prime zanzare catturate e le porteranno in un laboratorio per analizzarlo, intanto l’amministrazione di Tokyo sta spruzzando insetticidi e sta anche prosciugando l’acqua in un laghetto nel parco per evitare che le zanzare proliferino.
Il ministro della salute giapponese Norihisa Tamura, ha esortato i giapponesi a rispondere con calma alle segnalazioni di infezioni da dengue nel paese. Oggi Tamura in una conferenza stampa ha detto che «La febbre dengue si è mai diffusa in modo esplosivo nel Paese, anche se persone infettate con il virus avrebbe potuto entrare in Giappone in qualsiasi momento. Se sviluppano febbre alta, i bambini e gli anziani devono cercare aiuto medico immediatamente. Ma la gente non dovrebbe farsi prendere dal panico in quanto le zanzare che trasportano il virus non sopravviveranno per tutto l’inverno».
Casi di dengue sono stati riscontrati a Saitama, Tokyo, Chiba, Ibaraki e nelle prefetture di Kanagawa e Niigata, ma le autorità sanitarie dicono che un corretto trattamento può ridurre il tasso di mortalità per la febbre dengue a meno dell’1%», intanto si stanno preparando ad affrontare il possibile sbarco in Giappone di altre malattie infettive letali, come la febbre emorragica Ebola e la sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers) che si stanno diffondendo in altre parti del mondo.
Anche qui i funzionari dell’Istituto nazionale di malattie infettive tranquillizzano: «L’infezione da virus Ebola è possibile solo attraverso il contatto con fluidi corporei di un vettore e le nazioni che hanno assistito a casi di febbre emorragica Ebola sono limitati. Crediamo che ci sia solo una piccola possibilità che in Giappone venga fuori un paziente con la malattia». Però ad agosto, a causa della elevata mortalità di Ebola, i funzionari del ministero della salute hanno chiesto alle prefetture di raccogliere campioni di eventuali casi sospetti e di inviarli all’’Istituto per i test. Per quanto riguarda la Mers, da luglio un’ordinanza del governo giapponese prevede il ricovero coatto di chi viene colpito da questa malattia infettiva e restrizioni lavorative per chi è stato malato «E’ necessaria la cautela, perché sono stati segnalati casi ad intermittenza all’estero», ha detto un funzionario del ministero della salute all’Asahi Shimbun. Proprio la frequenza con la quale i giapponesi viaggiano all’estero ha aumentato la possibilità di contrarre malattie infettive.