Dopo l’alluvione nelle campagne fiorentine inizia la conta dei danni
L’allarme degli agricoltori Cia: intere produzioni di ortaggi sono state spazzate via dalla furia del maltempo, olive a terra a pochi mesi dalla raccolta e vigneti distrutti a poche settimane dalla vendemmia
[17 Agosto 2022]
La crisi climatica è tornata ad abbattersi con particolare violenza nell’hinterland fiorentino, concentrando i danni negli abitati di Comuni come quelli di Bagno a Ripoli – dove in meno di due ore è caduta la pioggia di oltre un mese – e Cerreto Guidi, ma anche le campagne non certo rimaste indenni.
La conta dei danni – dichiara la Confederazione italiana agricoltori (Cia) Toscana centro – è ancora in corso, ma per tante aziende del territorio fiorentino, in particolare di Bagno a Ripoli, Antella e Grassina, la stagione è compromessa, con intere produzioni di ortaggi sono state spazzate via dalla furia del maltempo, olive a terra a pochi mesi dalla raccolta e vigneti distrutti a poche settimane dalla vendemmia.
Anche Andrea Pagliai, produttore orticolo e olivicolo a Bagno a Ripoli e vicepresidente Cia Toscana centro, è stato pesantemente danneggiato dal nubifragio, con 4mila piante di olivo colpite su un totale di 6mila: «Dove le olive sono rimaste ce ne sono davvero poche. Il 70% delle olive sono infatti a terra, mentre molte piante sono spaccate e compromesse. Anche le produzioni orticole stagionali sono state interessate dalla bomba d’acqua: ho avuto danni su 9 dei 21 ettari coltivati. Anche i fossi all’interno dei campi non sono stati sufficienti visto l’enorme quantità e violenza. Mentre nella fascia Grassina-Antella la grandine ha colpito tutte le aziende, e molto danneggiati sono stati i vigneti che per lo più sono andati distrutti».
Oltre alla tempesta di grandine e di pioggia, si è assistito anche al fango e acqua che correvano dalle colline. «È urgente e necessario che ci sia consapevolezza di quello che sta accadendo e che si faccia tutto il possibile per aiutare queste realtà. Il tempo per intervenire è scaduto: come diciamo da tempo servono bacini di raccolta in collina che, in casi come questi, avrebbero aiutato anche trattenendo questa risorsa preziosa (l’acqua) che ormai arriva sempre più in maniera devastante purtroppo», conclude il presidente di Cia Toscana centro, Sandro Orlandini.