
È iniziata la Cop27 Unfccc a Sharm el-Sheikh, poche speranze di progressi reali

E’ iniziata ieri a Sharm el-Sheik, in Egitto, la 27esima Conferenza delle parti dell’United Nations climate change conference (CO27 Unfccc) che dovrebbe potare il mondo verso l’attuazione reale dell’Accordo di Parigi dei piani climatici ed energetici concordati nelle precedenti COP ma, dato il contesto (la COP27 è ospitata da una feroce dittatura militare) e il momento (guerra in Ucraina e ripresa della corsa ai fossili) e l’assenza dei leader di grandi Paesi come India e Cina e di altri importanti capi di Stato e governo, sono in pochi a crederci.
Chi mantiene l’ottimismo della volontà è il nuovo direttore esecutivo dell’Unfccc, Simon Stiell, che, aprendo la COP27 al Tonino Lamborghini International Convention Centre ha detto che «Oggi inizia una nuova era e iniziamo a fare le cose in modo diverso. Parigi ci ha dato l'accordo. Katowice e Glasgow ci hanno dato il piano. Sharm el-Sheik ci rimanda all’implementazione. Nessuno può essere un semplice passeggero in questo viaggio. Questo è il segnale che i tempi sono cambiati. I leader, siano essi presidenti, primi ministri o amministratori delegati, saranno tenuti a rendere conto delle promesse fatte l'anno scorso a Glasgow. Perché le nostre politiche, le nostre attività, le nostre infrastrutture, le nostre azioni, siano esse personali o pubbliche, devono essere allineate con l'Accordo di Parigi e con la Convenzione. Con il regolamento di Parigi sostanzialmente concluso grazie alla COP26 di Glasgow dello scorso anno, la cartina di tornasole di questa e di ogni futura COP è quanto le deliberazioni siano accompagnate dall'azione. Tutti, ogni singolo giorno, ovunque nel mondo, tutti devono fare tutto il possibile per evitare la crisi climatica. La COP27 stabilisce una nuova direzione per una nuova era di attuazione: dove i risultati del processo formale e informale iniziano davvero a unirsi per guidare un maggiore progresso climatico e la responsabilità di tale progresso».
Pur riconoscendo l'attuale complessa situazione geopolitica, Stiell ha detto che «La COP27 è un'opportunità per creare uno spazio politico sicuro, protetto da qualsiasi cosa stia accadendo "là fuori", per lavorare e realizzare il cambiamento mondiale. Qui a Sharm el-Sheikh, abbiamo il dovere di accelerare i nostri sforzi internazionali per trasformare le parole in azioni».
Una visione da estraniazione e trincea rispetto al "là fuori" che è ben dentro le sale climatizzate di Sharm el-Sheik, mentre alle ONG e gli ambientalisti che avrebbero dovuto davvero essere "là fuori" per protestare contro l’inazione e l’ingiustizia climatica e pungolare i Paesi a mantenere i loro impegno non hanno agibilità – e hanno in gran parte disertato – una COP27 gestita da un regime liberticida, torturatore e che reprime il dissenso, anche quello ambientalista.
Il segretario esecutivo dell’Unfccc ha comunque evidenziato 3 linee direttrici essenziali per il successo della COP27: «1 Dimostrare un passaggio trasformativo verso l'attuazione, trasformando i negoziati in azioni concrete. 2 Cementare i progressi sugli obiettivi di lavoro critici: mitigazione, adattamento, finanziamento e, soprattutto, perdite e danni. 3 Migliorare l'attuazione dei principi di trasparenza e responsabilità durante tutto il processo. E ha aggiunto: «Accolgo con favore i piani dettagliati su come manteniamo ciò che abbiamo promesso».
Dopo essersi autodefinito «Capo della responsabilità», Stiell ha spiegato che «29 Paesi hanno ora presentato piani climatici nazionali più rigorosi dalla COP26 , altri 5 dalla pubblicazione del rapporto Unfccc Synthesis della scorsa settimana, ma non sono ancora la maggioranza. Quindi eccomi qui ora, a guardare 170 Paesi che quest'anno dovrebbero rivedere e rafforzare i loro impegni nazionali».
Il capo dell’Unfccc ha ricordato ai delegati che l’altr’anno alla COP26 è stato approvato Glasgow Climate Pact e ha detto «Mi aspetto che non revochiate la vostra parola. Rispettate i vostri impegni. Costruite su di loro qui in Egitto. Non sarò un custode degli sviamenti».
Poi Stiell ha sottolineato che «Le donne e le ragazze devono essere poste al centro del processo decisionale e dell'azione climatica. La loro responsabilizzazione porta a una migliore governance e risultati migliori» e ha sottolineato anche «L'importanza delle organizzazioni della società civile e dei giovani nel processo della COP27». Parole che hanno suscitato un'ovazione in plenaria, ma a battere le mani c’erano anche delegati di Paesi dove la misoginia è la regola e dove per le organizzazioni della società civile che non siano complici della dittatura – come in Egitto – l’unico spazio davvero praticabile è quello della galera.
L’ex ministro conservatore britannico Alok Sharma, presidente della COP26 ha consegnato ufficialmente il testimone al nuovo presidente di turno egiziano, il ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukry, ma prima Sharma ha passato in rassegna i risultati conseguiti a Glasgow nel 2021 come la finalizzazione del cosiddetto Paris Rulebook – le linee guida per la realizzazione dell’Accordo di Parigi – e l'assunzione di impegni finanziari più forti e ha ricordato che «Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha affermato che “il nostro futuro condiviso a lungo termine non risiede nei combustibili fossili”, e sono d'accordo con lui, senza riserve. Se tutti gli impegni presi l'anno scorso, compresi gli impegni net zero, dovessero essere attuati, il mondo sarebbe sulla strada del riscaldamento di 1,7 gradi Celsius entro la fine del secolo. Non ancora 1.5° C, ma progresso. Sappiamo quale sia l'entità della sfida che il mondo sta affrontando» e ha esortato i leader ad «Agire, nonostante le attuali sfide geopolitiche. Per quanto sia impegnativo il nostro momento attuale, l'inazione è miope e può solo rimandare la catastrofe climatica, dobbiamo trovare la capacità di concentrarci su più di una cosa contemporaneamente».
Shoukry ha invitato i delegati a «Intensificare l'ambizione e iniziare ad attuare le promesse già fatte. Il passaggio dai negoziati e gli impegni a un'era di attuazione è una priorità. Ci riuniamo quest'anno in un momento in cui l'azione globale per il clima è in un momento di svolta. Il multilateralismo è messo in discussione dalla geopolitica, dall'aumento vertiginoso dei prezzi e dalle crescenti crisi finanziarie, mentre diversi Paesi colpiti dalla pandemia si sono appena ripresi e i disastri gravi e in via di esaurimento causati dai cambiamenti climatici stanno diventando più frequenti. Nel 2022, la COP27 crea un'opportunità unica 2 affinché il mondo si unisca, faccia funzionare il multilateralismo ripristinando la fiducia e unendosi ai massimi livelli per aumentare la nostra ambizione e azione nella lotta al cambiamento climatico. La COP27 deve essere ricordata come la "COP dell’attuazione", quella in cui ripristiniamo il grande consenso che è al centro dell'accordo di Parigi», E, dopo aver elogiato i Paesi che hanno già condiviso i oro piani climatici nazionali aggiornati, ha aggiunto: «I 100 miliardi di dollari promessi per l'adattamento dai Paesi sviluppati ai Paesi in via di sviluppo dovrebbero essere consegnati e anche la finanza deve essere al centro della discussione. Speriamo che i negoziati siano fruttuosi. Esorto tutti voi ad ascoltare attentamente e impegnarvi nell'attuazione e a trasformare gli impegni politici in accordi e intese, testi e risoluzioni che tutti possiamo attuare». Ha anche avvertito che «I giochi a somma zero non avranno vincitori. Le implicazioni dei negoziati influenzeranno la vita e i mezzi di sussistenza di milioni di persone in tutto il mondo che subiscono l'impatto del cambiamento climatico. Non possiamo permetterci negligenze o mancanze; non possiamo minacciare il futuro delle prossime generazioni».
Peccato che il suo Paese non sia certamente un esempio di cura e libertà per le prossime generazioni e che spenda molti più soldi in armi e nucleare che in rinnovabili e futuro e che utilizzi il gas per blandire e ricattare Paesi come l’Italia, mentre Giulio Regeni aspetta ancora giustizia e i suoi assassini sono protetti da quello Stato del quale Shoukry è un potente ministro.
L’agenda di Sharm el-Sheik sembra l’elenco del non fatto e delle occasioni mancate, ma “Perdite e danni”, un punto che era ancora incerto in vista della conferenza per l’ostilità dei Paesi sviluppati, è finalmente stato messo all'ordine del giorno dopo essere stato proposto dai negoziatori del Gruppo dei 77 e Cina che comprende tutti i Paesi in via di sviluppo, e dopo ampie discussioni tra i 194 parti della Convenzione delle Nazioni Unite sul clima. Il cambiamento climatico che causa l’aumento e una maggiore durata l’intensità eventi meteorologici estremi come i cicloni tropicali, la desertificazione e l'innalzamento del livello del mare, provoca danni costosissimo e, visto che questi "disastri naturali" sono causati dall'aumento delle emissioni di gas serra, provenienti storicamente per lo più dai Paesi ricchi e industrializzati, i paesi in via di sviluppo - spesso i più colpiti – sostengono che dovrebbero ricevere un risarcimento, la questione su come ripagare queste "perdite e danni", sarà uno dei principali argomenti di discussione alla COP27 e in molti pensano che proprio su questo i negoziati pertiti già con poco slancio potrebbero insabbiarsi, mentre il mondo spende migliaia di miliardi di dollari in armi per foraggiare guerre e in sostegni all’industria dei combustibili fossili, in "perdite e danni".
Dopo l'apertura procedurale di ieri, oggi alla COP27 inizia il World Leaders Summit con oltre 100 capi di Stato o di governo per preparare il terreno per la COP2 una due giorni che include lo Sharm el-Sheikh Climate Implementation Summit e importanti eventi collaterali. Inoltre, durante la COP27 si svolgeranno una serie di importanti eventi sulle attuali iniziative per contrastare il cambiamento climatico che includono una prima tavola rotonda ministeriale sull'ambizione climatica pre-2030 e discussioni sul global stocktake per capire quali siano i e dove siano (e dove no) i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Discussioni impantanatesi ai colloqui climatici pre-COP di Bonn nel giugno 2022 e che a Sharm el-Sheik riprenderanno a da dove erano state interrotte.
Nella seconda settimana della COP, dal 15 al 18 novembre, si svolgerà un Segmento di alto livello al quale partecipano prevalentemente i ministrio di ambiente, clima ed energia di tutto il mondo.
Anche se in molte ONG si sono rifiutate di andare in Egitto perché ritenzgono la COP27 gestita da un regime dittatoriale poco “praticabile” e per protestare contro le detenzioni arbitrarie, le sparizioni e le torture di migliaia di attivisti per i diritti umani e l’ambiente, l’UJnfccc ha cercato di mantenere uno spazio aperto per l’azione climatica al quale parteciperanno diversi stakeholders che lavorano per sostenere l'attuazione dell'Accordo di Parigi.
DDal 9 al 7 novembre, la presidenza della COP27 ospiterà «Una serie di eventi in giornate tematiche che metteranno in evidenza soluzioni pratiche alla sfida del cambiamento climatico ed esploreranno approcci per aumentare immediatamente l'attuazione di queste soluzioni in settori chiave con tutte le parti interessate».
Sotto la guida di due high-level climate Champions. Il britannico Nigel Topping (ex CEO di We Mean Business e direttore esecutivo di CDP) e l’egiziano Mahmoud Mohieldin (ex ministro della dittatura di Mubarak, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, ex vicepresidente senior del gruppo della Banca mondiale per l'Agenda di sviluppo 2030) saranno presentati, in decine di eventi organizzati Climate Action Zone, i progressi, i piani e gli obiettivi per una serie di settori e oerganizzati in COP. «Questi eventi - spiega l’Unfccc - si concentreranno sul tema generale della trasformazione degli impegni per il clima in azioni per il clima alla ricerca delle emissioni net zero, di una maggiore resilienza per i più vulnerabili e dell'allineamento dei flussi finanziari con questi obiettivi. Inoltre, l'Unfccc ha sostenuto iniziative settoriali in settori come sport, moda, turismo, eventi e aviazione e annuncerà una maggiore ambizione e una maggiore collaborazione per allineare questi settori all'obiettivo di 1,5 gradi Celsius dell'Accordo di Parigi».
