Il clima nel pallone
Il clima nel pallone: sarà El Niño a decidere chi vincerà i mondiali di calcio in Brasile?
[13 Maggio 2014]
Tra esattamente un mese inizierà in Brasile la XX edizione dei campionati mondiali di calcio (2014 FIFA World cup), che vedrà impegnate 32 squadre nazionali giocare in 12 città. E fin qui nulla di nuovo. Ma il Brasile è uno Stato enorme, e giocare in uno stadio rispetto a un altro può fare la differenza. Non tanto per il tifo o l’ordine pubblico, ma per questioni di clima.
Se ne sono accorti per primi i tecnici della nazionale inglese, che sin dal sorteggio dei gironi (e degli stadi), il 6 dicembre scorso, espressero le loro preoccupazioni. L’allenatore Roy Hodgson era preoccupato per la sua Inghilterra, che dovrà giocare la prima partita (contro l’Italia) a Manaus. Un posto che «è nel bel mezzo della giungla amazzonica e le temperature e l’umidità sono molto, molto maggiori rispetto a qualsiasi altro luogo del paese. Neppure il Brasile, Uruguay o Colombia avrebbero fatto salti di gioia se fossero stati assegnati lì. In tutti questi anni non ho mai visto la nazionale brasiliana, per esempio, giocare una sola partita a Manaus».
E in effetti, stando alle statistiche ufficiali, tra le 12 città prescelte per la fase finale della coppa del mondo, il capoluogo dell’Amazzonia è il sito con il più alto tasso di umidità e temperatura (31° gradi di temperatura media, contro i 20° di San Paolo, dove giocheranno, a esempio, i padroni di casa).
Non sappiamo (e non vogliamo neppure lontanamente pensare) se dietro questi sorteggi ci sia stata una “regia occulta”, ma – confortati da eminenti e recenti studi scientifici -, apprendiamo che quest’estate il clima del continente sudamericano sarà probabilmente stravolto dal noto evento meteorologico chiamato El Niño, e che tutti i parametri tipici di questa stagione salteranno (e con essi, le eventuali strategie di geopolitica calcistica eventualmente messe in atto per favorire questa o quella squadra).
I ricercatori del clima presso l’università di Reading affermano infatti che c’è una probabilità del 60% che El Niño colpisca il paese. Secondo gli scienziati, questo complicato sistema meteorologico può provocare clima estremamente secco e soleggiato in giugno e luglio.
El Niño è parte di un ciclo che si verifica ogni 2-5 anni ed è caratterizzato da un aumento delle temperature della superficie del mare in zone centrali e orientali del Pacifico. Tuttavia, ha implicazioni per il mondo intero. L’evento vede una grande quantità di pioggia, proveniente da Asia e Australia, trasportata in tutta la costa occidentale degli Stati Uniti e Sud America, spesso causando inondazioni. Può anche innescare siccità e ondate di calore, e può devastare le colture in alcune località, mentre migliora le rese in altre. In Perù, per esempio, il settore della pesca soffre a causa del cambiamento delle temperature del mare, ma si verificano aumenti della produzione agricola.
Secondo gli scienziati di Reading, El Niño non fa ben sperare per i calciatori più abituati a climi freddi e umidi (come appunto quello del Regno Unito). «Se si verifica, aumenterà il rischio di condizioni di disagio, con clima caldo e secco in Brasile nei mesi di giugno e luglio – ha detto alla Bbc Nick Klingaman, che ha coordinato la ricerca – Soprattutto nelle parti meridionali e orientali del paese, dove l’Inghilterra dovrà giocare la seconda e terza partita del gruppo. Ma è molto improbabile che l’evento atmosferico possa fare qualche differenza alla prima partita dell’Inghilterra contro l’Italia, che appunto si svolge a Manaus, nel nord tropicale del paese».
Ma se sulla partita d’esordio ormai gli inglesi si erano messi l’anima in pace, sono proprio le partite da giocare a Sao Paulo e Belo Horizonte a destare adesso le maggiori preoccupazioni, proprio là dove avevano sperato che le temperature non sarebbero state così ostili. I ricercatori infatti affermano che El Niño potrebbe portare più calore, una riduzione della copertura nuvolosa e più sole. «Se i giocatori e lo staff tecnico dei Three Lions speravano in condizioni più miti e più favorevoli per le loro partite rimanenti, sarà probabile che possano rimanere delusi», ha sottolineato Klingaman.
Il ricercatore stima che le temperature vicino a Rio potrebbe aumentare in media di circa 1°C, ma se «un aumento di 1 grado può sembrare insignificante, non tutti i giorni saranno colpiti allo stesso modo. Le temperature estreme spesso cambiano di molto più della media mensile. Un aumento di 1 grado della media mensile è pari a un riscaldamento di 2 gradi in metà dei giorni analizzati, o di 3 gradi di riscaldamento in un terzo».
Le previsioni dei ricercatori, basate su osservazioni da un sistema di boe oceaniche (Tropical Atmosphere Ocean array), sono in grado di rilevare il riscaldamento nelle acque e aiutare gli scienziati ad affinare le loro stime sulla probabilità di un evento che accade durante l’anno. Ma mentre le previsioni di condizioni favorevoli allo sviluppo di El Niño si sono rafforzate quest’anno, ci potrebbe essere ancora qualche conforto per le nazionali che giocheranno i mondiali in Brasile. Nel 2012 , gli scienziati statunitensi avevano stimato che c’era una probabilità del 75% di verificarsi dell’evento. Ma El Niño in quell’occasione non si fece vedere.