Esperti Onu: i rappresentanti della società civile perseguitati dal governo egiziano alla Cop27
Ora tutelare chi ha protestato dalle rappresaglie del regime egiziano
[21 Novembre 2022]
Secondo un rapporto presentato da un team di esperti indipendenti delle Nazione Unite (Mary Lawlor, Special Rapporteur on the situation of human rights defenders; Mr. Clément Nyaletsossi Voule, Special Rapporteur on the rights to freedom of peaceful assembly and of association; Fionnuala Ní Aoláin, Special Rapporteur on the promotion and protection of human rights while countering terrorism; David Boyd, Special Rapporteur on human rights and the environment – «Gli attivisti climatoci e della società civile sono stati oggetto di intimidazioni, molestie e sorveglianza durante il vertice sul clima COP27 a Sharm-el-Sheikh».
Che concedere a una dittatura militare fascista, ricattabile dalle petromonarchie assolute del golfo e dalle multinazionali occidentali, di organizzazre una Conferenza globale sul clima non fosse stata una buona idea lo si era capito subito, ma gli esperti hanno evidenziato una situazione forse più preoccupante di quella che si è percepita: «Siamo profondamente preoccupati per gli atti di molestia e intimidazione segnalati da parte di funzionari egiziani, che violano i diritti dei difensori dei diritti umani e dell’ambiente egiziani e non egiziani alla COP27, compresi i loro diritti alla libertà di riunione pacifica, espressione e partecipazione effettiva. L’Egitto deve porre fine a tutti gli atti di molestia e intimidazione e garantire la sicurezza e la piena partecipazione dei difensori dei diritti umani e della società civile alla Conferenza delle Parti (COP27) della UN Framework Convention on Climate Change (Unfccc) e oltre».
Già a ottobre, in un comunicato stampa gli esperti Onu avevano sollevato preoccupazioni in vista della COP27 e avevano chiesto «Una partecipazione piena e sicura degli attori della società civile e dei difensori dei diritti umani, senza rappresaglie». Ma durante la COP27 di di Sharm El-Sheikh il team di esperti ha ricevuto «Numerosi rapporti e prove di attori della società civile, comprese le popolazioni indigene, fermati e interrogati da agenti di sicurezza egiziani e personale di sicurezza e supporto locale che monitorava e fotografava ripetutamente attori della società civile all’interno della sede della COP27. Anche a un difensore dei diritti umani per il quale era stata programmata la partecipazione alla COP27 è stato negato l’ingresso nel Paese. Siamo preoccupati che queste azioni delle autorità egiziane abbiano un effetto agghiacciante, con un impatto su ampi segmenti della società civile che partecipa alla COP27 poiché molti gruppi hanno espresso preoccupazione per la necessità di autocensurarsi per garantire la loro sicurezza e protezione».
Gli esperti Onu hanno ricevuto segnalazioni di «Attivisti sottoposti a interrogatori invadenti all’aeroporto quando entrano in Egitto, sollevando preoccupazioni sul fatto che le informazioni raccolte sulle attività delle organizzazioni della società civile durante la COP27 potrebbero essere utilizzate in modo improprio».
Gli esperti Onu hanno anche espresso la preoccupazione che «Una volta che i riflettori si sposteranno dall’Egitto, alla conclusione della COP27, i difensori dei diritti umani egiziani potrebbero essere presi di mira e rischiare rappresaglie per il loro impegno durante la Conferenza».
Per questo concludono: «Chiediamo all’Egitto di porre immediatamente fine alle molestie e alle intimidazioni, di garantire i diritti di partecipazione, libertà di espressione e di riunione pacifica alla COP27 e di astenersi da rappresaglie contro la società civile, i difensori dei diritti umani e i rappresentanti delle popolazioni indigene che hanno partecipato alla COP27».
Su questo delicatissimo tema, gli esperti stanno dialogando con il governo egiziano e il segretariato dell’Unfccc, anche perchè la COP28 si terrà negli Emirati Arabi Uniti, una monarchia assoluta petrolifera in guerra con lo Yemen.