Europa 2030. Gli ambientalisti a Renzi: «L’Italia sia portatrice di una visione lungimirante»
[9 Ottobre 2014]
Il Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre, sotto la presidenza italiana, definirà i nuovi obiettivi al 2030 su clima ed energia dell’Ue ed oggi, dal al convegno “Europa 2030. Obiettivi ambiziosi per la lotta ai cambiamenti climatici e l’energia”, Greenpeace, Legambiente e Wwf chiedono a Bruxelles e al governo di Roma «Un’Europa che sappia guardare al futuro attraverso una nuova politica energetica, scelte innovative ed obiettivi ambiziosi per il clima e l’energia».
Secondo le tre grandi associazioni ambientaliste, «C’è bisogno di un accordo politico ambizioso che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, come Presidente di turno Ue, deve guidare con coraggio proponendo come target, necessari per raggiungere le emissioni zero entro la metà del secolo: – 55% di emissioni, + 45% di energia rinnovabile, – 40% di consumo energetico entro il 2030. La definizione di questi obiettivi determinerà, infatti, le scelte energetiche e climatiche dei prossimi quindici anni, influenzando la misura con cui si agirà per contenere il surriscaldamento globale».
Per le associazioni ambientaliste «l’Italia non può limitarsi a svolgere un ruolo semplicemente notarile di presidente di turno dell’Unione europea, ma è chiamata ad essere la portatrice in Europa di una visione lungimirante e ambiziosa nel dibattito per la definizione dei nuovi obiettivi al 2030, dimostrando con i fatti la sua capacità di leadership e volontà politica di investire nello sviluppo di un’economia europea a basse emissioni di carbonio. Un’economia che può farci superare la doppia crisi climatica ed economica, creando nuove opportunità dal punto di vista dell’occupazione, dell’innovazione e dello sviluppo di tecnologie pulite».
Per questo Greenpeace, Legambiente e Wwf hanno lanciato un appello al presidente del consiglio italiano, sottoscritto da oltre 20 associazioni e network ambientalisti europei, per chiedere al Governo italiano di «sostenere con forza un nuovo accordo politico per il nuovo quadro comunitario al 2030».
La Commissione europea ha proposto per il 2030 tre obiettivi: 40% di riduzione delle emissioni CO2 vincolante per gli Stati membri; l’aumento al 27% per le rinnovabili, vincolante solo a livello comunitario e l’incremento al 30% dell’efficienza energetica, senza specificare se mantenere questo obiettivo indicativo o renderlo vincolante, ma secondo le associazioni ambientaliste «non consentono all’Europa di mettere in campo una forte e coerente azione climatica in grado di invertire la rotta. Inoltre il livello di ambizione comunitario degli obiettivi climatici ed energetici proposti dalla Commissione, come dimostrano diverse analisi indipendenti, non è coerente con la traiettoria di riduzione delle emissioni di almeno il 95% al 2050, in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del pianeta almeno sotto la soglia critica dei 2°C».
Per Greenpeace, Legambiente e Wwf i tre target necessari il nuovo accordo su clima ed energia deve contenere: «1) un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra che vada ben oltre il 40%, noi proponiamo il 55%; 2) escluda l’utilizzo di crediti internazionali per il raggiungimento di questo obiettivo. Oggi il 75% dei crediti esterni Ue è realizzato in Russia, Ucraina e Cina, penalizzando gli investimenti domestici nelle tecnologie pulite. 3) includa un obiettivo vincolante per l’efficienza energetica che vada ben oltre il 30%, noi proponiamo il 40%; e aumenti l’ambizione dell’obiettivo per le rinnovabili, noi proponiamo il 45%. Solo in questo modo l’Europa potrà ritornare a svolgere quel ruolo di leadership indispensabile a costringere gli altri partner, a partire da Cina e Stati Uniti, a mettere sul tavolo impegni altrettanto ambiziosi».