Gli uragani stanno diventando troppo forti: bisognerà aggiungere la categoria 6
Il rischio delle tempeste è aumentato e continuerà ad aumentare a causa dei cambiamenti climatici
[6 Febbraio 2024]
Per più di 50 anni, il National Hurricane Center Usa ha utilizzato la Saffir-Simpson Windscale per comunicare il rischio di danni di un uragano che vanno dalla Categoria 1 (velocità del vento tra 74 e 95 mih glia orarie) alla Categoria 5 (velocità del vento di 158 mph o superiore). Ma l’aumento delle temperature oceaniche contribuisce a creare uragani sempre più intensi e distruttivi e, nel nuovo studio “The growing inadequacy of an open-ended Saffir–Simpson hurricane wind scale in a warming world” pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), i climatologi Michael Wehner del Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab) e James Kossin della First Street Foundation e dello Space Science and Engineering Center dell’università del Wisconsin–Madison,si sono chiesti se la Categoria 5 sia sufficiente per comunicare il rischio di uragani sempre più intensi e distruttivi.
Al Berkley Lab ricordano che «Uragani, tempeste tropicali e tifoni sono essenzialmente lo stesso fenomeno meteorologico; la loro differenza di nome è puramente geografica: le tempeste nell’Oceano Atlantico settentrionale e nell’Oceano Pacifico nordorientale sono chiamate uragani, gli eventi nell’Oceano Pacifico nordoccidentale sono chiamati tifoni e gli eventi nel Pacifico meridionale e nell’Oceano Indiano sono chiamati cicloni tropicali».
Il nuovo studio riassume una ricerca approfondita e dettagliata che porta ad introdurre un’ipotetica categoria 6 alla Saffir-Simpson Windscale, che comprenderebbe tempeste con velocità del vento maggiori superiore alle 192 miglia orarie (308 Km).
Wehner, che ha dedicato la sua carriera a studiare il comportamento degli eventi meteorologici estremi in un clima che cambia e in che misura l’influenza umana ha contribuito ai singoli eventi, spiega che «La nostra motivazione è quella di riconsiderare come l’indeterminatezza della scala Saffir-Simpson possa portare a sottostimare il rischio e, in particolare, come questa sottostima diventi sempre più problematica in un mondo in via di riscaldamento. Il riscaldamento globale di origine antropica ha aumentato significativamente la temperatura superficiale dell’oceano e dell’aria troposferica nelle regioni in cui si formano e si propagano uragani, cicloni tropicali e tifoni, fornendo ulteriore energia termica per l’intensificazione delle tempeste».
Quando il team di ricercatori ha eseguito un’analisi dei dati storici degli uragani dal 1980 al 2021, ha scoperto 5 tempeste che avrebbero dovuto essere classificate come categoria 6 e tutte si sono verificate negli ultimi 9 anni di registrazione dei dati. Wehner e Kossin hanno determinato un ipotetico limite superiore per gli uragani di categoria 5 osservando la gamma in espansione delle velocità del vento tra le tempeste di categoria inferiore.
Oltre a studiare il passato, i due ricercatori hanno analizzato simulazioni per capire come il riscaldamento climatico avrà un impatto sull’intensificazione degli uragani e i loro modelli hanno dimostrato che «Con 2 gradi Celsius di riscaldamento globale al di sopra dei livelli preindustriali, il rischio di tempeste di categoria 6 aumenta fino al 50% vicino alle Filippine e raddoppia nel Golfo del Messico e che il rischio più elevato di queste tempeste si trova nel sud-est asiatico, Filippine e Golfo del Messico».
Wehner sottolinea che «Anche considerando gli obiettivi di riscaldamento globale relativamente bassi dell’Accordo di Parigi, che mira a limitare il riscaldamento globale a soli 1,5° C sopra le temperature preindustriali entro la fine di questo secolo, in queste simulazioni le maggiori probabilità che si verifichino tempeste di categoria 6 sono sostanziali».
Kossin conclude: «La messaggistica sul rischio dei cicloni tropicali è un argomento molto attivo e sono necessari cambiamenti nella messaggistica per informare meglio il pubblico sulle inondazioni interne e sulle mareggiate, fenomeni per i quali una scala basata sul vento è rilevante solo tangenzialmente. Anche se l’aggiunta di una sesta categoria alla in queste simulazioni non risolverebbe il problema, potrebbe aumentare la consapevolezza sui pericoli dell’aumento del rischio di grandi uragani a causa del riscaldamento globale. I nostri risultati non hanno lo scopo di proporre cambiamenti su questa scala, ma piuttosto di aumentare la consapevolezza che il rischio del vento derivante dalle tempeste attualmente designate come Categoria 5 è aumentato e continuerà ad aumentare a causa dei cambiamenti climatici».