Green Alleance: il piano climatico del Regno Unito è insufficiente
Nonostante le promesse sul clima, il governo conservatore è destinato a mancare gli obiettivi
[29 Dicembre 2020]
Nel 2020 il governo conservatore britannico di Boris Johnsonnel ha presentato ambiziosi piani climatici ed energetici (con obiettivi superiori a quelli Ue, per non parlare dell’Italia) ma secondo la valutazione “Net zero policy tracker 2020 round up”, realizzata dal think tank ambientalista Green Alliance, quei piani in realtà «Ammontano a meno di un quarto dei tagli delle emissioni necessari per raggiungere l’obiettivo climatico del 2030».
Green Alliance riconosce che «Nonostante l’enorme sfida di dover combattere una pandemia, il governo ha fatto promesse coraggiose per tutto il 2020 di ridurre le emissioni prima di ospitare il vertice delle Nazioni Unite sul clima a Glasgow il prossimo anno. Queste includono il piano in dieci punti per una rivoluzione industriale verde, nuovi piani per la gestione sostenibile del territorio, la fine del finanziamento di progetti sui combustibili fossili all’estero e il nuovo obiettivo (Nationally determined contribution – NDC) di ridurre le emissioni di almeno il 68% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questo pone il Regno Unito davanti ad altri Paesi nella definizione di obiettivi per la riduzione delle emissioni di carbonio, inclusa l’Ue che si è impegnata a una riduzione del 55% entro il 2030. Per avere successo, queste ambizioni richiedono politiche altrettanto audaci e i finanziamenti necessari».
E Green Alliance ricorda che «Il governo deve ancora annunciare la politica per raggiungere il 75% delle riduzioni delle emissioni ancora necessarie per raggiungere il suo obiettivo climatico per il 2030. Questa mancanza di politica deve essere affrontata con urgenza dal governo l’anno prossimo. Ulteriori politiche necessarie per colmare il gap includono impegni per ripristinare fino al 60% delle torbiere, aumentare gli standard di efficienza energetica per le nuove case e imporre ai produttori di automobili di produrre una percentuale crescente di veicoli elettrici ogni anno. Questo è in linea con il consiglio recentemente dato al governo dal Climate Change Committee».
Secondo il rapporto la spesa pubblica dovrebbe seguire questo esempio per raggiungere gli obiettivi climatici del Regno Unito. Green Alliance calcola che «Ci vorranno 22,7 miliardi di sterline in più ogni anno in aggiunta ai 21 miliardi di sterline già impegnati fino alla fine di questo mandato parlamentare nel 2024. La maggior parte di questo è necessaria per accelerare i cambiamenti al sistema di trasporto del Paese, poiché è il settore con le emissioni più elevate, per garantire che i trasporti low-carbon, compresi i pedoni e le biciclette, siano più convenienti e confortevoli in tutto il Paese. Per ridurre abbastanza rapidamente le emissioni, saranno necessarie anche maggiori spese in altri settori, come il ripristino della natura, l’agricoltura sostenibile e edifici più puliti e più verdi».
Il governo britannico ammette che per le politiche low-carbon i lavori sono ancora in corso, ma insiste sul fatto che saranno pubblicate nei prossimi mesi.
Un portavoce del governo non ha negato i gap nella politica e nei finanziamenti, ma ha detto a BBC News che le strategie imminenti dimostreranno come le emissioni di carbonio verranno ridotte in ogni settore economico: «Basandosi sull’ambizioso piano in dieci punti del primo ministro, il Libro bianco sull’energia recentemente pubblicato fornisce misure concrete per decarbonizzare completamente il nostro sistema elettrico entro il 2050 e ricostruirlo meglio, garantendo nel contempo energia affidabile e conveniente per i consumatori. Questo fa parte di una serie di piani audaci in settori chiave dell’economia che il governo pubblicherà nel periodo che precede la COP26, culminando in una strategia globale net zero. Il net zero significa che eventuali emissioni non ridotte entro il 2050 saranno compensate da attività come la piantumazione di alberi per assorbire la rimanente CO2».
Jo Furtado, consulente politico della Green Alliance, conclude: «Il Regno Unito ha fissato alcuni grandi obiettivi durante il 2020 per la sua intenzione di affrontare il cambiamento climatico. Come per tutti i buoni propositi per il nuovo anno, tuttavia, c’è il pericolo che le intenzioni audaci svaniscano rapidamente. Cercheremo di fare in modo che nel 2021 il governo passi dall’ambizione all’azione, con nuove politiche per rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi. Il Regno Unito ha la più lunga storia di produzione di emissioni di carbonio nel mondo, è giusto che dobbiamo essere il Paese che aprirà la strada per uscire dalla crisi climatica nei prossimi dieci anni».