Greenpeace: il nuovo rapporto NDC Unfccc è un incubo senza fine
Sierra Club e NRDC: bene l’impegno di Usa e Ue a ridurre l’inquinamento da metano, ma si può fare di più
[20 Settembre 2021]
Secondo Greenpeace Iternational l’ultimo interim NDC registry pubblicato dall’United Nations framework convention on climate change ha (Unfccc), «Dimostra che il pianeta continua ad essere sulla strada di una crisi climatica da incubo».
Per Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International, «L’azione di trasformazione del clima necessaria per un futuro sicuro e verde significa una collaborazione collettiva radicale e impegni autentici ora. Il rapporto non dipinge un quadro di speranza per i progressi. Gli attuali Nationally Determined Contributions (NDC) ammontano a circa il 16% di aumento delle emissioni entro il 2030 risopetrto al 2010, quando dovrebbero essere ridotte di almeno il 50%. Raggiungere l’obiettivo di Parigi 1.5° C è possibile, ma solo con una leadership coraggiosa e decisioni coraggiose. Invece di servire la comunità globale, i governi stanno lasciando che siano gli interessi consolidati a dettare legge sul clima. Dobbiamo farla finita di scaricare la responsabilità alle generazioni future: l’emergenza climatica la stiamo vivendo ora».
Cherelle Blazer, direttrice internazionale clima e politiche di Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, ha ricordato che «La finestra per ridurre le emissioni climatiche per arginare efficacemente le crisi umanitarie causate dalle catastrofi climatiche è quasi chiusa. L’inquinamento incontrollato da parte dei principali emettitori del mondo sta minacciando ogni giorno l’umanità e il nostro pianeta che condividiamo. Questa è una delle ultime possibilità che il mondo avrà per intraprendere l’audace azione di trasformazione necessaria per garantire che siamo in grado di riprenderci, prepararci e mitigare gli impatti dei disastri climatici attuali e futuri. Sierra Club chiede al Congresso degli Stati Uniti di approvare urgentemente un’audace legislazione di riconciliazione, il Build Back Better Act, che metta l’azione per il clima al suo centro promuovendo importanti incentivi fiscali per l’energia pulita, un Clean Electricity Performance Program (CEPP), una tassa sugli inquinatori del metano, finanziamenti per veicoli elettrici, sovvenzioni per lo sblocco della giustizia ambientale e un Corpo civile per il clima. E chiediamo all’amministrazione Biden e ai principali emettitori del mondo di dare la priorità a una giusta transizione verso un’economia al 100% di energia pulita, interrompere immediatamente tutti i finanziamenti per progetti di combustibili fossili a livello globale e di ripristinare il diritto di tutte le persone e di ogni comunità all’aria pulita, acqua pulita e un clima sano e sostenibile».
Juan Pablo Osornio, senior political lead di Greenpeace International, fa notare che «Il rapporto mostra – ancora una volta – come i governi non riescano a mantenere le promesse sul clima di Parigi. Il costo della loro inazione può essere visto ovunque, tutti i giorni. Terrificanti inondazioni, incendi, siccità e condizioni meteorologiche instabili non hanno salvato nessun Paese da grandi sofferenze. I governi devono rispondere al rapido deterioramento dello stato del pianeta e ridurre rapidamente le emissioni, il che richiede una transizione giusta dai combustibili fossili. I governi delle grandi nazioni inquinanti devono svegliarsi e agire in fretta: la sveglia climatica non è posticipata. Cina, India, Sudafrica e Australia non hanno presentato un impegno aggiornato dal 2015, mentre Paesi come l’Indonesia non mostrano alcuna intenzione di migliorare o, peggio ancora, gli impegni di Brasile e Messico sono stati indeboliti. Anche gli impegni che possono sembrare ambiziosi, come quelli degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, sono solo una frazione dell’azione climatica che potrebbero e dovrebbero perseguire».
La nuova scadenza per la presentazione degli NDC è il 12 ottobre, con una successiva pubblicazione di un aggiornamento alla relazione di sintesi finale il 25 ottobre. Greenpeace chiede a tutti i governi di «Aumentare le loro ambizioni e accelerare l’azione per la protezione del clima».
Un passo in questo senso è sicuramente l’impegno del presidente Usa Joe Biden e dei leader dell’Unione europea a ridurre l’inquinamento da metano del 30% entro il 2030, un passo positivo a breve termine verso la lotta alla crisi climatica. Per Sierra Club, «Tuttavia, si può e si deve fare molto di più per ridurre questi e altri inquinanti nocivi dall’industria petrolifera e del gas».
In un periodo di 20 anni, il metano è un gas serra almeno 80 volte più potente dell’anidride carbonica e gli scienziati di tutto il mondo sono sempre più allarmati dai crescenti livelli di metano nell’atmosfera. Come ha recentemente avvertito l’Intergovernmental Panel on Climate Change, i livelli globali di metano sono ora al loro livello più alto in 800.000 anni e «Riduzioni forti, rapide e sostenute» del metano sono fondamentali per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico. Gli inquinanti associati al metano sono dannosi per la salute umana, causando problemi respiratori alle comunità vicine agli hot spot di emissione. Negli Usa, l’industria petrolifera e del gas è una delle principali fonti di inquinamento da metano, che fuoriesce quando il gas viene estratto attraverso il fracking, trasportato in condutture e bruciato nelle centrali elettriche, edifici e impianti petrolchimici. Nei prossimi mesi, l’Environmental Protection Agency Usa dovrebbe proporre misure di sicurezza rafforzate per il metano sia per le nuove infrastrutture petrolifere e del gas che per quelle esistenti, basandosi sugli standard emanati dall’agenzia nel 2016.
Per Sierra Club, «Sebbene una riduzione del 30% sia un passo nella giusta direzione, le prove hanno ha dimostrato che fino al 65% delle emissioni di metano dal settore petrolifero e del gas può essere eliminato entro il 2025 a basso costo attraverso la tecnologia esistente» e le associazioni ambientaliste statunitensi esortano fortemente l’EPA ad adottare questo livello di protezione nei prossimi standard.
Sierra Club sottolinea che «Oltre al metano, la combustione del gas è un’enorme e crescente fonte di anidride carbonica che mette in pericolo il nostro clima e mette a rischio gli obiettivi climatici del Paese. Gli enti pubblici stanno pianificando di costruire fino a 250 centrali elettriche a gas e 20 terminal di esportazione di gas liquefatto nuovi o ampliati nei prossimi anni e in tutto il Paese un nuovo edificio viene collegato al gas una volta al minuto. L’agricoltura industriale è un’altra importante fonte di metano e l’industria del gas ha recentemente iniziato a collaborare con gli allevamenti intensivi per catturare il metano dagli stagni di lagunaggio dei rifiuti animali e aggiungerlo alle pipeline di distribuzione. Un recente rapporto di Sierra Club e Earthjustice ha evidenziato diversi modi in cui questi progetti di biogas sono alternative scarse all’energia pulita e sono incompatibili con gli sforzi di decarbonizzazione a lungo termine».
Kelly Sheehan Martin, senior director of energy campaigns di Sierra Club, ha ricordato a Biden e all’Ue che «Ogni giorno, l’industria petrolifera e del gas peggiora la crisi climatica rilasciando un pericoloso inquinamento da metano. Gli obiettivi globali sono un buon primo passo, ma non basta: la vera soluzione alla crisi climatica è fermare l’espansione dell’industria petrolifera e del gas e passare rapidamente all’energia pulita accessibile a tutti. Il presidente Biden deve impegnarsi per obiettivi di riduzione del metano ancora più rigorosi, smettere di sovvenzionare i combustibili fossili e rendere disponibile energia pulita e rinnovabile a tutte le nostre famiglie e comunità, in particolare quelle già oberate da un inquinamento dannoso».
Anche per David Doniger, direttore strategico senior e responsabile del programma Climate & Clean Energy cdel Natural Resources Defense Council (NRDC), ha commentato: «Ridurre l’inquinamento da metano è un passo fondamentale che i paesi possono intraprendere in questo momento per rallentare il pericoloso cambiamento climatico che causa condizioni meteorologiche sempre più estreme, minacciando la salute pubblica e sconvolgendo le economie con l’impatto più pesante sui poveri del mondo. L’impegno Usaì-Ue sul metano è un invito per tutti i principali Paesi che emettono metano a unirsi alla spinta globale per frenare questo potente inquinante che intrappola il calore. Poiché il metano è un inquinante climatico così potente nel breve periodo, i vantaggi della riduzione delle emissioni iniziano a manifestarsi quasi immediatamente. La tecnologia per controllare le emissioni è qui, è economica e prontamente disponibile».