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Riceviamo e pubblichiamo

I 5 punti di Fridays for future Italia per una buona informazione climatica

Come possiamo renderci conto della gravità della crisi climatica se i media mainstream non ne parlano?
 |  Crisi climatica e adattamento

Cari giornali, cari telegiornali, cari programmi TV, cari tutti, ecco qualche linea guida basic, non avete più scuse.

1 parlatene

L’Osservatorio di Pavia ha analizzato quanto e come i media parlano di crisi climatica. I TG dedicano al clima meno dell’1% delle notizie.Le trasmissioni televisive di approfondimento parlano di crisi climatica solo nel 6% delle puntate.

Ecco quanti articoli sulla crisi climatica hanno pubblicato i principali quotidiani e quante volte sono stati ripresi in prima pagina nell’arco dei primi 4 mesi del 2022, ossia 120 giorni

2 Basta greenwashing

Ripetiamolo in coro:chi ha causato la crisi climatica non può insegnarci come risolverla. Non è alle aziende fossili che dobbiamo passare il microfono quando si parla di sostenibilità.

3 Date voce alle MAPA

Il coinvolgimento delle popolazioni più colpite dalle catastrofi climatiche è essenziale se vogliamo raccontare la crisi climatica in termini globali e di giustizia <<We are on the front lines of the climate crisis but not on the front pages of the world’s newspapers>> Vanessa Nakate

4 Date voce alla scienza

Chiamate l3 scienziat3 del clima Invece che chiamare il politico o lo strillone di turno che fa il suo show.

5 Date voce all3 attivist3

Tips in questi casi: 1) Non trattateci da bimbett3, il paternalismo sminuisce la nostra autorevolezza e ciò che diciamo 2) Non dateci buca all’ultimo, con la scusa che avete temi più importanti di cui parlare. 3) Non chiamateci a fare pubblico, se ci siamo, vogliamo parlare.

La crisi climatica non è un argomento di serie B. Se non sono i media a parlarne, chi lo farà?

di Fridays for future Italia

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.