Birol: «Senza energia pulita, la crescita delle emissioni di CO2 sarebbe stata quasi tre volte superiore»

Iea: nel 2022 le emissioni globali di CO2 sono aumentate meno del temuto

Merito di energie rinnovabili. risparmio energetico e auto elettriche che hanno compensato gran parte dell'impatto del maggiore utilizzo di carbone e petrolio

[2 Marzo 2023]

Secondo il rapporto “CO2 Emissions in 2022” pubblicato dall’International energy agency (Iea)  «Le emissioni globali di anidride carbonica legate all’energia sono aumentate di meno dell’1% nel 2022, meno di quanto inizialmente temuto, poiché la crescita di energia solare, eolica, veicoli elettrici, pompe di calore e l’efficienza energetica ha contribuito a limitare gli impatti dell’aumento dell’uso di carbone e petrolio nel quadro dell’energia globale crisi».

Ma la stessa Iea avverte che «Sebbene l’aumento delle emissioni dello scorso anno sia stato di gran lunga inferiore all’eccezionale balzo di oltre il 6% nel 2021, le emissioni rimangono ancora su una traiettoria di crescita insostenibile, che richiede azioni più incisive per accelerare la transizione verso l’energia pulita e spostare il mondo su un percorso verso il raggiungimento dei suoi obiettivi energetici e climatici».

Il rapporto è il primo della  nuova serie Iea   Global Energy Transitions Stocktake, che riunirà le ultime analisi dell’agenzia energetica rendendole liberamente accessibile in vista della 28esima Conferenza delle parti Unfccc che si terrà negli Emirati Arabi Uniti. Le cifre delle emissioni globali di CO2 contenute nel rapporto si basano sull’analisi dettagliata dell’Iea, regione per regione e combustibile per combustibile, attingendo agli ultimi dati nazionali ufficiali e ai dati energetici, economici e meteorologici pubblicamente disponibili. Il rapporto copre le emissioni di CO2 derivanti da tutti i processi industriali e di combustione dell’energia e include anche informazioni sulle emissioni di metano e protossido di azoto, fornendo un quadro completo delle emissioni di gas serra legate all’energia nel 2022.

Il rapporto evidenzia che «Le emissioni globali di CO2 legate all’energia sono cresciute nel 2022 dello 0,9%, ovvero di 321 milioni di tonnellate, raggiungendo un nuovo massimo di oltre 36,8 miliardi di tonnellateL’aumento delle emissioni è stato significativamente più lento della crescita economica globale del 3,2%, segnalando un ritorno a un trend decennale che è stata interrotta nel 2021 dalla ripresa economica rapida e ad alta intensità di emissioni dalla crisi Covid. Eventi meteorologici estremi, tra cui siccità e ondate di caldo, nonché un numero insolitamente elevato di centrali nucleari fuori servizio, hanno contribuito all’aumento delle emissioni. Ma ulteriori 550 milioni di tonnellate di emissioni sono state evitate grazie alla maggiore diffusione di tecnologie energetiche pulite».

Anche se la crisi energetica globale ha continuato a stimolare il passaggio dal gas al carbone in Asia e, in misura minore, in Europa, le emissioni globali di CO2 da carbone sono cresciute dell’1,6% e l’Iea fa notare che «Sebbene l’aumento delle emissioni di carbone sia stato solo di circa un quarto dell’aumento del 2021, ha comunque superato di gran lunga il tasso di crescita medio dell’ultimo decennio. L’aumento delle emissioni da carbone ha più che compensato il calo dell’1,6% delle emissioni da gas naturale poiché l’offerta ha continuato a restringersi dopo l’invasione russa dell’Ucraina e mentre le imprese e i cittadini europei hanno risposto con sforzi per ridurre il loro consumo di gas».

Le emissioni di CO2 del petrolio sono cresciute ancora di più di quelle del carbone, aumentando del 2,5% ma rimanendo comunque al di sotto dei livelli pre-pandemia. Il rapporto sottolinea che «Circa la metà dell’aumento anno su anno delle emissioni di petrolio è arrivata dal trasporto aereo, poiché i viaggi aerei hanno continuato a riprendersi dai minimi della pandemia».

Nel 2022 le emissioni della Cina sono state sostanzialmente stabili perché le rigide misure di Covid-19 e il calo dell’attività edilizia hanno portato a una crescita economica più debole e a riduzioni delle emissioni industriali e dei trasporti.  E il rapporto mette in luce l’aumento del gap tra l’Italia e l’Ue in materia di energie rinnovabili: «Le emissioni dell’Unione Europea sono diminuite del 2,5%, grazie al di spiegamento record di energie rinnovabili che hanno contribuito a garantire che l’uso del carbone non fosse così elevato come previsto da alcuni osservatori. Hanno contribuito anche un inizio mite dell’inverno europeo e le misure di risparmio energetico in risposta all’invasione russa dell’Ucraina».  E’ a questa Unione europea che consuma meno fossili e più rinnovabili che il governo italiano di Giorgia Meloni si propone come hub del gas da importare da Paesi Africani instabili e autoritari presentati come alternativa all’autoritaria Russia in guerra.

Negli Stati Uniti, le emissioni sono cresciute dello 0,8% perché gli edifici hanno aumentato il loro consumo energetico per far fronte a temperature estreme.

Escludendo la Cina, le emissioni delle economie emergenti e in via di sviluppo dell’Asia sono aumentate del 4,2%, riflettendo la loro rapida crescita della domanda economica ed energetica.

Il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol, conclude: «Gli impatti della crisi energetica non hanno portato al forte aumento delle emissioni globali inizialmente temuto, e questo grazie all’eccezionale crescita delle energie rinnovabili, dei veicoli elettrici, delle pompe di calore e delle tecnologie ad alta efficienza energetica. Senza energia pulita, la crescita delle emissioni di CO2 sarebbe stata quasi tre volte superiore. Tuttavia, vediamo ancora aumentare le emissioni dei combustibili fossili, ostacolando gli sforzi per raggiungere gli obiettivi climatici mondiali. Le imprese internazionali e nazionali di combustibili fossili stanno realizzando entrate record e devono assumersi la loro parte di responsabilità, in linea con i loro impegni pubblici per raggiungere gli obiettivi climatici. E’ fondamentale che rivedano le loro strategie per assicurarsi che siano allineate con riduzioni significative delle emissioni».

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