Il Clima in Italia, Wwf: siamo alla frutta. L’anno nero dell’agricoltura
Siccità, nubifragi e caldo record finiscono sulle tavole degli italiani con cibo in minor quantità e prezzi alle stelle
[18 Ottobre 2021]
«Il caos climatico compromette le produzioni agricole, ma allo stesso tempo la produzione, distribuzione e consumo di cibo lavorano come cause dirette del cambiamento climatico: basti pensare che il sistema alimentare contribuisce per circa il 37% alle emissioni di gas serra, di cui ben un terzo è legato agli sprechi alimentari, fenomeno in costante crescita», denuncia il Wwf che, in occasione della Giornata Internazionale dell’Alimentazione, il ha pubblicato il report “2021 effetto clima: l’anno nero dell’agricoltura italiana” che evidenzia «come il clima abbia inciso drammaticamente sulla produzione di alcuni prodotti tipici del nostro territorio e i prezzi siano schizzati alle stelle».
Secondo il Panda ci sono stati «Danni enormi per la produzione, con cali fino al 95% per il miele e dell’80% per l’olio. Con potenziali ripercussioni anche per la disponibilità di prodotti agro-alimentari sui mercati locali: i consumatori potrebbero essere gravemente colpiti dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari quali frutta e verdura, alla base delle diete sostenibili. Complessivamente, gli eventi climatici estremi sono costati al comparto agricolo circa 14 miliardi di Euro negli ultimi 10 anni».
Nel decennio Onu 2016-2025 alla nutrizione, la Fao ha celebra il 2021 come l’anno internazionale della frutta e il Wwf fa notare che «Tristemente questa ricorrenza coincide con quello che viene definito da molti “l’anno nero dell’ortofrutta italiana».
Il report ricorda che nella regione mediterranea il riscaldamento supera del 20% l’incremento medio globale della temperatura, ponendo l’Italia in una posizione di particolare vulnerabilità rispetto agli effetti del cambiamento climatico: «Con circa 1500 eventi estremi, il 2021 fa registrare in Italia un aumento del 65% di nubifragi, alluvioni, trombe d’aria, grandinate e ondate di calore rispetto agli anni precedenti. Alcune colture sono state penalizzate in modo generalizzato, come il miele che è arrivato a perdere addirittura il 95% della produzione rispetto all’anno precedente e la frutta che vede un calo medio del 27%, con picchi di – 69% come quello registrato dalle pere. In pratica più di un frutto su quattro è andato perduto a causa degli effetti di eventi estremi e imprevedibili quali gelate, siccità e grandinate. Ma anche il riso (-10%), il vino (che in alcune regioni ha subìto cali fino al 50%) e l’olio, che ha fatto registrare – a fronte di un + 15% nazionale molto lontano dalla crescita attesa – riduzioni fino all’80% nelle regioni del centro-nord, nell’anno che doveva segnare invece una produzione in crescita rispetto al precedente. Anche le filiere di trasformazione sono state messe in crisi: il caldo torrido di questa estate ha accelerato la maturazione del pomodoro, superando la capacità logistica per raccoglierlo, trasportarlo e lavorarlo: il 20% del raccolto è andato così perduto».
Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia, conclude: «La crisi climatica, con i suoi molteplici effetti, sta minacciando la capacità produttiva dei sistemi agricoli a livello globale, compromettendo la loro capacità di nutrire adeguatamente l’umanità. È necessario affrontare questo cambiamento in maniera coerente e coordinata. I nostri comportamenti a tavola e fuori sono determinanti, non possiamo più ignorare il nostro ruolo all’interno del sistema globale».