Il premier australiano: nessun assegno in bianco per combattere il riscaldamento globale
Opposizione e ambientalisti: Morrison mette in pericolo gli australiani in prima linea nella crisi climatica
[11 Agosto 2021]
Commentando i risultati dell’ultimo Rapporto IPCC Il primo ministro liberal-conservatore australiano Scott Morrison, già fan di Donald Trump de negazionista climatico, ha detto che «Non firmerà un assegno in bianco per obiettivi senza piani».
Nonostante i terribili avvertimenti del rapporto per l’intera area del Pacifico, Morrison, a capo di un governo di coalizione tra liberali e destra nazionalista, non si è impegnato ad adottare un obiettivo più ambizioso di riduzione delle emissioni per il 2030. Ieri, durante una conferenza stampa sul rapporto IPCC, alla domanda se l’Australia porterà modifiche più ambiziose per il suo obiettivo climatico 2030 alla COP26 Unfccc di lasgow a novembre, il premier australiano ha risposto che chiarirà le sue intenzioni prima del summit: «Ci incontreremo e ci batteremo per i nostri obiettivi. Aggiorneremo ciò che prevediamo di ottenere entro il 2030, come facciamo sempre, e lo renderemo molto chiaro».
Morrison ha detto che è impegnato nell’azione sui cambiamenti climatici, ma ha affermato che l’Australia (uno dei maggiori emettitori procapite al mondo e il più grande inquinatore dell’Oceania) «No è obbligata a sostenere l’onere di ridurre le emissioni. Non firmerò un assegno in bianco per conto degli australiani per obiettivi senza piani. Non chiederò alle persone che vivono nelle regioni di questo Paese che porti il fardello solo il nostro Paese».
Ma i risultati del rapporto IPCC hanno messo l’approccio australiano per ridurre le emissioni nel mirini degli altri Paesi insulari del Pacifico e del mondo intero: l’Australia non ha fissato una scadenza per raggiungere le emissioni net zero , ma il governo federale dice che ci arriverà il prima possibile e preferibilmente entro il 2050. In base all’accordo di Parigi, il governo australiano si è impegnato a ridurre le emissioni di gas serra di solo il 26 – 28% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030.
Mark Howden Mark Howden, vicepresidente IPCC e direttore dell’Institute for Climate, Energy & Disaster Solutions dell’Australian National University ha detto a SBS News che le politiche climatiche dell’Australia non sono sufficienti: «Non siamo sulla buona strada per raggiungere quegli obiettivi di riduzione delle emissioni che mantengono il clima entro limiti ragionevoli e gestibili. L’approccio dell’Australia non è coerente con l’obiettivo dell’accordo di Parigi di prevenire un aumento della temperatura globale oltre 1,5 – 2 gradi Celsius. Possiamo scegliere il futuro climatico in cui atterrare: la palla è nel nostro campo. C’è speranza che possiamo cambiare il futuro nel quale finiremo»
Incalzato dai giornalisti, Morrison alla fine ha riconosciuto «Le serie implicazioni degli allarmi delineati nel rapporto dell’IPCC», ma non ha voluto impegnarsi in nuove misure per ridurre le emissioni, aggiungendo che «Non si può ignorare che il mondo in via di sviluppo rappresenta i due terzi delle emissioni globali e che quelle emissioni sono in aumento. E’ anche un fatto chiaro che le emissioni della Cina rappresentano più di quelle dell’OCSE messe insieme». Benzina sul fuoco dei già tesissimi rapporti con Pechino ma anche con i pisccoli Stati insulari del Pacifico che vedono nell’Australia un inevitabile punto di riferimento politico ed economico.
Penny Wong, la leader laburista del Senato australiano, ha ribattuto che «L’Australia ha l’obbligo di agire. Il goverso si rifiuta di assumersi la sue responsabilità, La corsa contro il cambiamento climatico è solo una e la dobbiamo vincere».
Secondo il leader degli Australian Greens, Adam Bandt , «Il primo ministro si è rifiutato di intraprendere azioni adeguate per ridurre le emissioni. Altri paesi si stanno avvicinando all’obiettivo e Scott Morrison si rifiuta di farlo».
Tim Hollo, candidato verde alle prossime elezioni nel collegio dell’Australian Capital Territory ha aggiunto: «La scienza non potrebbe essere più chiara: non puoi affermare di essere serio riguardo alla crisi climatica mentre continui a sostenere i combustibili fossili. È un’assurdità pericolosa per entrambi i principali partiti cercare di avere questo pianeta e anche di riscaldarlo. Al ritmo attuale, faremo saltare entro 12 anni l’intero budget di carbonio rimanente per avere una probabilità del 50% di rimanere al di sotto di 1,5° C. Mancare questo obiettivo significherà che molte più persone e animali moriranno a causa di incendi, siccità, inondazioni e calore estremo. I Canberran con cui parlo sono alla disperata ricerca di una leadership sulla crisi climatica. Vedono la Coalizione (di destra) come dei veri e propri criminali climatici e vedono attraverso l’ipocrita copertura del Labour. Il rapporto dell’IPCC chiarisce benissimo che non si può essere in buona fede pretendendo di preoccuparsi del clima mentre si sostengono nuove estrazioni di gas e la continuazione delle miniere di carbone. Basta».
La risposta di Morrison è stata la riaffermazione dell’impegno del suo governo per un approccio guidato dalla tecnologia per ridurre le emissioni: «Abbiamo bisogno di più tecnologia e nessuno soddisferà la nostra ambizione per una soluzione basata sulla tecnologia. Perché credo che funzionerà così».
Per Greenpeace Australia – Pacific, «Il discorso di Scott Morrison in risposta all’urgente avvertimento emesso dall’IPCC mostra un insensibile disprezzo per la protezione degli australiani dagli impatti del pericoloso cambiamento climatico. Il giorno dopo che il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha avvertito che l’Australia stava già sperimentando un riscaldamento di 1,4 gradi a causa della combustione di carbone, petrolio e gas, il Primo Ministro non ha mostrato segni di cambiare le sue pericolose politiche climatiche, rifiutandosi di impegnarsi per una più forte riduzione delle emissioni obbiettivo».
Il CEO di Greenpeace Australia Pacific, David Ritter, conclude: «La visione ambigua sul clima del Primo Ministro sta mettendo a rischio la vita dell’Australia. Dico al Primo Ministro: amico, prenditi le tue responsabilità. Ora non è il momento per i tuoi giri di parole, bugie e sciocchezze. Basta con i patetici giochi politici. Basta sacrificare il futuro dei nostri ragazzi e del nostro Paese per proteggere le multinazionali del carbone e del gas. Il 9 agosto abbiamo ricevuto il più terribile avvertimento dagli scienziati del clima su ciò che è in serbo per l’Australia a meno che non riduciamo urgentemente le emissioni, eppure eccoci qui: nessun obiettivo vincolante, nessun piano credibile, nessun meccanismo per portare a termine il lavoro. Net-zero entro il 2050 è troppo tardi per la Grande Barriera Corallina e i nostri vicini del Pacifico, ma anche questo obiettivo di non fare nulla è troppo ambizioso per il nostro Primo Ministro, che sta sprecando la nostra finestra di opportunità per apportare i cambiamenti necessari per evitare la catastrofe climatica. Quel che gli interessa è regalare il denaro dei contribuenti alle industrie del carbone e del gas. L’Australia rischia di perdere molto a causa della maggior parte degli impatti del cambiamento climatico, ma Morrison si aggrappa ancora a questa posizione negazionista e arretrata. Il popolo australiano e il mondo meritano di meglio: dobbiamo dare il nostro meglio. Ciò significa ridurre le emissioni del 75% in questo decennio e impegnarsi a emissioni net zero entro il 2035. Qualsiasi cosa in meno non serve».