In 40 anni in Europa mezzo trilione di euro di danni per eventi meteorologici e climatici estremi
Italia terza per perdite economiche dopo Germania e Francia. La maggior parte delle vittime causata dalle ondate di caldo
[3 Febbraio 2022]
Secondo il briefing “Economic losses and fatalities from weather- and climate-related events in Europe” pubblicao oggi dall’European Environment Agency (EEA), «Eventi meteorologici estremi come tempeste, ondate di caldo e inondazioni hanno causato perdite economiche di circa mezzo trilione di euro negli ultimi 40 anni e hanno provocato tra 85.000 e 145.000 vittime umane in tutta Europa. Meno di un terzo di queste perdite era assicurato» e il 3% circa di questi eventi è stato responsabile di ben il 60% delle perdite. La valutazione copre il periodo 1980-2020 e 32 Paesi membri dell’EEA: i 27 Stati membri dell’Ue, più Norvegia, Svizzera, Turchia, Islanda e Liechtenstein.
In base agli studi della World meteorological organization, nell’ultimo mezzo secolo le perdite economiche a livello globale dovute ad eventi climatici estremi sono aumentate, ma i dati disponibili non mostrano una chiara tendenza delle perdite per l’Europa negli ultimi 40 annii. Infatti, come evidenzia l’EEA, «Nonostante le raccomandazioni della Commissione europea e di altre organizzazioni internazionali, nella maggior parte degli Stati membri dell’Ue non esiste attualmente alcun meccanismo per raccogliere, valutare o segnalare le perdite economiche dovute a eventi meteorologici e climatici estremi in modo omogeneo e con dettagli sufficienti per sostenere politiche di adattamento». Però, alcune società private raccolgono questi dati e l’EEA ha accesso a 2 di queste fonti private con dati per il periodo 1980-2020: NatCatSERVICE di Munich Re e CATDAT di Risklayer.
L’obiettivo del briefing e dell’indicatore elaborato dall’EEA è quello di fornire più informazioni basate sui dati sull’impatto di eventi meteorologici estremi e sui rischi legati al clima come ondate di caldo, forti precipitazioni e siccità e sull’aumento del rischio che rappresentano per i beni, le infrastrutture e la salute umana. L’Agenzia ambientale europea ricorda che «Questi eventi, che dovrebbero aumentare a causa del cambiamento climatico, stanno già causando notevoli perdite economiche. Il monitoraggio dell’impatto di tali eventi è importante per informare i responsabili politici in modo che possano migliorare l’adattamento ai cambiamenti climatici e le misure di riduzione del rischio di catastrofi, per ridurre al minimo i danni e la perdita di vite umane».
La strategia di adattamento dell’UE punta a rafforzare la resilienza e garantire che l’Europa sia meglio preparata a gestire i rischi e ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. L’EEA fa notare che «Colmare il gap di protezione climatica aumentando la copertura assicurativa può essere uno degli strumenti chiave di gestione del rischio finanziario per aumentare la capacità delle società di riprendersi dai disastri, ridurre la vulnerabilità e promuovere la resilienza». Inoltre, gli Stati membri dell’Ue stanno rispondendo mettendo in atto politiche di adattamento nazionali, comprese valutazioni del rischio climatico a livello nazionale, regionale e settoriale.
Dal briefing emerge che «L’Europa sta affrontando perdite economiche e decessi dovuti a condizioni meteorologiche e climatiche estreme ogni anno e in tutte le regioni d’Europa» e l’EEA evidenzia che «L’impatto economico di questi eventi varia considerevolmente da Paese a Paese. Per i Paesi membri dell’EEA, le perdite economiche totali dovute a eventi meteorologici e climatici sono state comprese tra 450 e 520 miliardi di euro, per il periodo 1980-2020. In termini assoluti, le maggiori perdite economiche nel periodo 1980-2020 si sono registrate in Germania, seguita dalla Francia e poi dall’Italia. sulla base dei dati CATDAT, le perdite pro capite più elevate sono state registrate in Svizzera, Slovenia e Francia e le perdite per area più elevate in Svizzera, Germania e Italia. Era assicurato circa il 23 % dei sinistri totali , anche se questo varia considerevolmente tra i Paesi, dall’1% in Romania e Lituania al 56% in Danimarca e al 55% nei Paesi Bassi.
La valutazione EEA ha anche rilevato che la stragrande maggioranza delle vittime – oltre l’85% nel periodo di 40 anni – è dovuta alle ondate di caldo. Secondo i dati del briefing: «L’ondata di caldo del 2003 ha causato la maggior parte delle vittime, rappresentando tra il 50 e il 75% di tutte le vittime dovute a eventi meteorologici e climatici negli ultimi quattro decenni. Ondate di caldo simili dopo il 2003 hanno causato un numero significativamente inferiore di vittime, poiché le misure di adattamento sono state adottate in diversi Paesi e da diversi attori».