In pericolo la salute del clima, e anche la nostra. Iss: «L’Italia tra i Paesi vulnerabili»

Istituto superiore di sanità: «Per prevenire questo catastrofico scenario è necessaria una risposta urgente»

[4 Novembre 2021]

Mentre la Cop26 di Glasgow prosegue senza il colpo di reni che servirebbe a livello globale per porre un freno alla crisi climatica in corsa, l’Istituto superiore di sanità (Iss) – ovvero l’organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale – torna a lanciare l’allarme: se peggiore la salute del clima quella umana seguirà, soprattutto in Paesi come l’Italia.

«Le evidenze scientifiche dimostrano che il cambiamento climatico, principalmente dovuto alla combustione di combustibili fossili, sta accelerando – spiega l’Iss – L’Italia presenta una serie di vulnerabilità particolarmente critiche, e per prevenire questo catastrofico scenario è necessaria una risposta urgente: considerare le implicazioni per la salute può aiutare a identificare e attuare politiche per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, a livello globale e locale».

Come mostra il rapporto Istisan Mitigazione del cambiamento climatico e prevenzione sanitaria in Italia: la politica dei co-benefici, redatto da un team internazionale di ricercatori fra cui Ivano Iavarone e Marco Martuzzi dell’Iss, alcune politiche possono determinare molteplici benefici per la salute, al contempo riducendo le emissioni: in particolare, azioni di pianificazione urbana e dei trasporti, ampliamento degli spazi verdi, miglioramento della qualità dell’aria, cambiamenti nella produzione e nel consumo del cibo possono mitigare i cambiamenti climatici e portare a sostanziali co-benefici per la salute.

«C’è molta attesa per la CopP26, dove verranno prese decisioni che hanno la possibilità di cambiare in meglio il corso degli eventi – commenta il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro – Abbiamo un’opportunità unica di orientare immediatamente il nostro futuro, grazie alle risorse straordinarie disponibili nei prossimi anni per l’ambiente, i cambiamenti climatici e la salute. È essenziale che gli operatori di salute pubblica siano ora proattivi per supportare gli sforzi per preservare un mondo vivibile, ospitale e giusto per noi e per le generazioni future».

Tutto il contrario di quanto sembra riservare il prossimo futuro all’Italia, senza interventi decisi contro la crisi climatica. Nel nostro Paese, rispetto al 1880 la temperatura media è aumentata di quasi 2,4°C, molto più velocemente della media mondiale intorno a +1°C, e il trend non si sta arrestando.

Secondo le stime più aggiornate elaborate dal Cmcc, alla metà di questo secolo la temperatura media nel nostro Paese salirà di altri  +1,5°C – +2,4°C rispetto al trentennio di riferimento 1985-2014, creando un contesto particolarmente sfidante anche dal punto di vista sanitario, contemplando anche il ritorno di malattie come la malaria, che in Italia non si vede dagli anni ‘70: oltre il 20% della popolazione italiana sarà a rischio contagio, dato che il riscaldamento del clima favorirà i vettori come le zanzare.