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Indagine Bei sul clima: l’87% degli italiani vuole una transizione energetica equa per i lavoratori

L’88% favorevole al divieto di circolazione dei veicoli altamente inquinanti nei centri urbani. Il 90% dice sì al divieto per la plastica monouso
 |  Crisi climatica e adattamento

La Banca europea per gli investimenti (BEI) e la BVA hanno presentato la seconda edizione dell’indagine sul clima che analizza come i cittadini nell’Unione europea, negli Stati Uniti d’America e in Cina percepiscono il fenomeno dei cambiamenti climatici.

Secondo la Bei «L’indagine mostra che gli italiani sono pronti a sostenere misure di contrasto ai cambiamenti climatici, anche se potrebbero avere un impatto nella loro vita quotidiana».

Infatti, gli italiani sono nel complesso favorevoli a ridurre l’uso dei veicoli altamente inquinanti: il 71% vede di buon grado il divieto progressivo dei veicoli a diesel, una percentuale che è superiore di 6 punti rispetto alla media Ue del 65%. Ben l’88% degli italiani (l’82% mediaUe) appoggia l’eventuale interdizione dei veicoli altamente inquinanti nei centri urbani. Siamo invece meno i entusiasti quando si tratta di introdurre una carbon tax sui voli aerei : il 69% contro una media Ue del 72% e, nonostante i Friday for Future, solo il 61% dei giovani tra i 15 e i 29 anni sono d’accordo con la carbon tax aerea, percentuale che sale al 72% degli over 65.

Nonostante l’assalto ai supermercati per Coronavirus, il 62% degli italiani approva l’idea di un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dei beni che hanno una notevole impronta carbonio, come la carne rossa e i telefoni cellulari.

Ma è nella lotta alla plastica che gli italiani si dimostrano ancora una volta i più disponibili in Europa: il 90% è favorevole al divieto dei prodotti di plastica monouso contro l’85% della media Ue.

E in un Paese che sta dando il peggio di sé nell’egoismo e nel menefreghismo esibito in questa crisi del Coronavirus, consola sapere che l’87% degli italiani (82% media Ue) ritiene che le comunità e i lavoratori più colpiti dalla transizione energetica dovrebbero ricevere un sostegno finanziario.

Altro aspetto consolante del sondaggio è il fatto che in uno dei paradisi mondiali delle fake ben il 94% degli italiani approva il fatto che il tema dei cambiamenti climatici e della raccolta differenziata sia oggetto di insegnamento scolastico.

Risposte virtuose che, come spesso succede, mostrano un forte gap tra immagine di sé che hanno gli italiani e i comportamenti reali – almeno di una cospicua “minoranza” ad esser buoni – con un altruismo esibito che può diventare egoismo feroce quando si tocca un altro argomento, magari legato strettamente a quelli ambientali, come la migrazione o la diffusione di virus. Un gap sul quale comunque la buona politica dovrebbe lavorare per ridurlo e per realizzare quella società più virtuosa e sostenibile che la maggioranza degli italiani sembra desiderare e per la quale sembra disposta a sacrificare abitudini e stili di vita insostenibili.

La Bei sottolinea che «I cittadini dell’Unione europea, degli Stati Uniti d’America e della Cina sono favorevoli ad un’ampia serie di iniziative politiche dirette alla lotta ai cambiamenti climatici. La carbon tax sui voli aerei è una misura che trova un generale riscontro positivo tra le persone. Esistono però, come l’indagine dimostra, notevoli differenze tra le varie regioni riguardo al grado di accettazione di questa misura: i cinesi approvano una carbon tax sui voli aerei con una percentuale del 93%, rispetto al 72% degli europei e solo al 60% degli americani. Inoltre, l’82% degli intervistati dell’Unione europea, il 69% di quelli degli Stati Uniti e il 97% dei cinesi vedono di buon grado il divieto d’uso di veicoli altamente inquinanti nei centri urbani».

La vicepresidente della BEI Emma Navarro, responsabile dell’azione per il clima e dell’ambiente, conclude: «I cambiamenti climatici sono una delle problematiche che più preoccupano i cittadini europei. È per questo motivo che sono disposti a fare sacrifici personali quando si tratta di lottare contro il riscaldamento globale e di adottare uno stile di vita più sostenibile. Allo stesso tempo, però, si aspettano che i governi e le imprese intraprendano misure per ridurre le emissioni di CO2 e per migliorare la tutela dell’ambiente. Ciascuno di noi deve sentirsi coinvolto nel fronteggiare questa sfida. La Banca europea per gli investimenti è fermamente impegnata a fornire gli strumenti finanziari e tecnici necessari a tutte le parti interessate affinché diano il loro contributo per risolvere la crisi climatica».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.