La climate promise non mantenuta mentre l’Undp lancia la seconda fase per il 2025
Guterres: il G20 deve fare la sua parte e dare i finanziamenti promessi
[24 Aprile 2024]
L’United Nations Development Programme (UNDP) ha presentato la seconda fase della Climate Promise, un’iniziativa per sostenere l’azione climatica dei Paesi in via di sviluppo. La Climate Promise 2025 è stata presentata dal segretario generale dell’Onu António Guterres e dall’amministratore dell’UNDP Achim Steiner e segna l’inizio di rinnovati sforzi sull’azione climatica in tutto il sistema delle Nazioni Unite in vista del 2025, un anno critico perché i Paesi entrano in un nuovo ciclo quinquennale di impegni per limitare il riscaldamento globale.
All’UNDP spiegano che «La Climate Promisesi basa sul continuo sostegno dell’organizzazione a più di 125 Paesi in via di sviluppo per allineare la prossima generazione dei loro impegni nazionali sul clima – noti come ” Nationally Determined Contributions ” o “NDC” – agli obiettivi stabiliti nell’ambito dell’Accordo di Parigi del 2015 per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius e aumentare la resilienza agli impatti climatici. Il lancio del Climate Promise 2025 rappresenta un’importante pietra miliare sulla strada verso i negoziati sul clima COP30 che si terranno in Brasile nel 2025. La COP30 segnerà il decimo anniversario dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e rappresenta un’opportunità fondamentale per mantenere il mondo su un percorso in linea con la limitazione dell’aumento della temperatura globale a 1,5° C e l’aumento della resilienza climatica, mentre i Paesi presentano una nuova serie di NDC, che sono al centro della lotta globale contro il cambiamento climatico».
Ad oggi, la Climate Promise rappresenta la più grande offerta mondiale di sostegno ai Paesi in via di sviluppo per il miglioramento e l’implementazione degli NDC.
Guterres ha ricordato che «Il limite di 1,5 gradi è decisivo. Nel 2025 tutti i Paesi dovranno presentare nuovi e ambiziosi Nationally Determined Contributions per scongiurare la calamità climatica. Questi nuovi piani nazionali sul clima devono allinearsi al limite di 1,5 gradi e coprire tutti i gas serra, tutti i settori e l’intera economia. Se fatti bene, questi piani climatici possono raddoppiare come piani di investimento nazionali e rafforzare i piani di sviluppo nazionali. Possono fare da catapulta allo sviluppo sostenibile, collegando miliardi di persone all’energia pulita, migliorando la salute, creando posti di lavoro puliti e promuovendo l’uguaglianza. Ma sono documenti complessi e tecnici. E i Paesi in via di sviluppo hanno costantemente chiesto sostegno per renderli quanto più ambiziosi, inclusivi e completi possibile. Attraverso la Climate Promise, l’intero sistema delle Nazioni Unite si sta unendo per aiutare i governi dei Paesi in via di sviluppo a cogliere l’opportunità e creare nuovi piani climatici nazionali in linea con il limite di 1,5 gradi».
Il Capo dell’Onu ha riv badito che «La necessità di agireè urgente, poiché questo marzo è stato il più caldo mai registrato del pianeta, il decimo mese consecutivo di caldo record, secondo il Copernicus Climate Change Service. Dall’Europa all’Asia, il “caos climatico” continua ad accumularsi, dalle tempeste di pioggia record negli Emirati ArabiUniti , alla distruzione dei raccolti e all’inaridimento delle riserve idriche in Malawi, Zambia e Zimbabwe, nonché ai recenti avvertimenti degli scienziati sullo isbiancamento globale dei coralli a causa dell’aumento della temperatura dell’oceano. Quel che stiamo vedendo è solo un’anteprima del disastro che ci attende se non limitiamo l’aumento a lungo termine della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius. E’ decisivo per il limite di 1,5 gradi».
Steiner ha sottolineato che «I prossimi due anni sono fondamentali per portare il mondo su un percorso di 1,5°. L’UNDP si è impegnato a riunire il sistema delle Nazioni Unite per sostenere i Paesi in via di sviluppo nel potenziare l’azione climatica. La Climate Promise 2025 dell’UNDP aiuterà i Paesi di tutto il mondo a sviluppare e mantenere gli impegni presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi e a compiere passi coraggiosi verso un futuro a zero emissioni zero, resiliente e inclusivo».
La Climate Promise 2025 si avvale del nuovo Climate Hub dell’UNDP e della sua esperienza in materia di uguaglianza di genere, energia, povertà, salute, sicurezza climatica, natura e biodiversità e il direttore globale per il cambiamento climatico dell’UNDP, Cassie Flynn, ha aggiunto che «L’UNDP ha il più grande portafoglio climatico nel sistema delle Nazioni Unite, sostenendo l’azione per il clima in quasi 150 Paesi in via di sviluppo. Con una comprovata esperienza nel sostegno agli NDC di prima e seconda generazione, tra cui oltre l’85% dei NDC dei Paesi in via di sviluppo nel 2020, stiamo riunendo il sistema delle Nazioni Unite dietro questo sforzo e collegando la diplomazia climatica e la leadership intellettuale con l’azione climatica e sviluppo sostenibile a livello nazionale e locale».
Guterres ha però concluso con un ammonimento ai potenti del mondo che sembrano più interessati alla guerra e al business as usual che alla giustizia climatica, ricordato che «Tutti i Paesi devono fare la loro parte, compreso il Gruppo dei 20 (G20), che rappresenta circa l’80% delle emissioni. Abbiamo bisogno di passi concreti quest’anno per far fluire i finanziamenti e consentire un aumento delle ambizioni climatiche. Il G20 deve aprire la strada presentando nuovi piani nazionali sul clima robusti, ambiziosi e completi ben prima della COP30 e impegnandosi ad accelerare drasticamente l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, dettagliando politiche e regolamenti per fornire certezza e prevedibilità ai mercati, dai prezzi del carbonio ai sussidi ai combustibili fossili, e aumentando del sostegno finanziario e tecnologico ai Paesi in via di sviluppo. Il limite di 1,5 gradi è ancora possibile, ma non per molto. Le Nazioni Unite si stanno mobilitando per sostenervi. Per favore, cogliete l’occasione. Insieme, diamo valore al prossimo ciclo di piani d’azione climatica».