Da gennaio a novembre la temperatura media globale a +1,46°C rispetto al 1850-1900
La crisi climatica accelera, il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato
Copernicus: «Finché le concentrazioni di gas serra continueranno ad aumentare, non possiamo aspettarci risultati diversi»
[7 Dicembre 2023]
L’anno in corso non è ancora terminato, eppure il 2023 si accredita già come il nuovo anno più caldo mai registrato, secondo i dati messi insieme dal servizio per il cambiamento climatico (C3S) di Copernicus, il programma europeo di punta per l’osservazione della Terra.
«Il 2023 ha registrato sei mesi e due stagioni da record – dettaglia Samantha Burgess, vicedirettrice del C3S – Le eccezionali temperature globali di novembre, compresi due giorni più caldi di 2ºC rispetto al periodo preindustriale, fanno sì che il 2023 sia l’anno più caldo della storia registrata».
In particolare, da gennaio a novembre, la temperatura media globale per il 2023 è la più alta mai registrata, 1.46°C al di sopra della media preindustriale, in riferimento al periodo compreso tra il 1850 e il 1900. Basti osservare che il mese di novembre 2023 – anch’esso il più caldo mai registrato a livello globale – ha registrato una temperatura media superficiale dell’aria di 14.22°C.
Si tratta di una dinamica dove ha inciso anche El Niño, che è continuato nel Pacifico equatoriale, sebbene con anomalie che sono rimaste inferiori a quelle raggiunte in questo periodo dell’anno nell’evento del 2015.
«Finché le concentrazioni di gas serra continueranno ad aumentare, non possiamo aspettarci risultati diversi da quelli visti quest’anno – sottolinea il direttore di C3S, Carlo Buontempo – La temperatura continuerà ad aumentare e così anche l’impatto delle ondate di calore e della siccità. Raggiungere il prima possibile la soglia zero è un modo efficace per gestire i rischi climatici».
Questo significa ridurre rapidamente l’uso dei combustibili fossili, ma se i progressi continueranno al livello attuale si stima che l’Italia raggiungerà la soglia net zero tra 200 anni anziché entro il 2050 come richiesto dall’Ue (mentre il consenso scientifico punta ad avvicinare la data il più vicino possibile al 2040).
Tra gli eventi climatici estremi di novembre, che èstato più piovoso della media in gran parte dell’Europa, Copernicus segnala la tempesta Ciarán, che solo in Toscana ha provocato otto morti e danni per oltre 2 miliardi di euro.
Al contempo, condizioni più secche della media si sono verificate in diverse regioni degli Stati Uniti e dell’Asia centrale e orientale, nonché sulla maggior parte dell’emisfero meridionale extratropicale, in particolare in Sud America.