La crisi climatica ed energetica sta mettendo a rischio i prodotti tipici toscani

Filippi: «I prodotti tipici sono lo spot più potente ed importante che il nostro territorio esprimere per naturale predisposizione»

[24 Novembre 2022]

All’inaugurazione del XX Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione, Coldiretti Toscana ha presentato oggi il censimento 2022 delle specialità agroalimentari ottenute secondo regole tradizionali, protratte nel tempo per almeno 25 anni: si tratta di 464 prodotti, messi adesso a rischio dalla crisi climatica ed energetica in corso.

Una mappa dei sapori, della tradizione e della cultura della tavola toscana che per quanto le tipologie vede nei primi tre posti del podio ortaggi e frutta (194), la squadra di pane, paste e dolci (121) ed il gruppo delle specialità a base di carne fresche ed insaccati (81), seguiti dai formaggi (34) ed altri prodotti di origine animale come il miele, propoli e pappa reale (11) ma non mancano i prodotti della pesca (10), bevande analcoliche, distillati, liquori e birre (8) ed infine olii e burro (3) e condimenti (2) in un viaggio del gusto che tocca anche gli angoli più diversi della regione.

Si va dalla bistecca alla fiorentina al nodino di Montopoli, dal pecorino delle colline senesi ai cantuccini di Prato. Ed ancora la gemma d’abeto, il liquore dolce in via di estinzione, alla pera del curato toscano, al fagiolo serpente toscano e tanti, tantissimi altri.

«Le specialità alimentari tradizionali, e così le produzioni a denominazione hanno avuto sicuramente un ruolo decisivo nella promozione del territorio, nella crescita e nello sviluppo di piccole filiere agricole ed agroalimentari nella nostra regione – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – Molte località del nostro territorio, alcune delle quali remote, sono associate e conosciute per il prodotto che esprimono piuttosto che per altre ragioni. L’enogastronomia è tra le motivazioni più importanti nella scelta di un viaggio. I prodotti tipici sono lo spot più potente ed importante che il nostro territorio esprimere per naturale predisposizione».

Un primato, quello del Made in Tuscany, confermato anche dall’ultimo rapporto Ismea – Qualivita secondo cui  il valore dell’agroalimentare dei prodotti a denominazione supera il miliardo di euro. Per la precisione 1.361 milioni di euro nel 2021 (+18,6% sul 2020). La prima provincia in Toscana per impatto economico è Siena (676 mln), seguita da Firenze (273 mln), Grosseto (121 mln), Arezzo (96 mln), Livorno (63 mln) e Pisa (59 mln).