Prandini: «I cambiamenti climatici vanno affrontati con interventi strutturali»
La crisi climatica sta minando alla base la produzione di cibo italiano
Coldiretti: quest’anno produzione in calo per grano duro (-5%), pomodoro da industria (-11%), riso (-30%) e olio extravergine di oliva (-30%)
[29 Dicembre 2022]
Mentre il 2022 si avvia ad essere, secondo i dati messi in fila dal Cnr, il nuovo anno più caldo mai registrato in Italia, i danni che la crisi climatica in corso accumula sul territorio sono già pesanti, a partire dal comparto agroalimentare.
La principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, Coldiretti, segnala che quest’anno «i cambiamenti climatici segnati dal surriscaldamento e dal moltiplicarsi degli eventi estremi tagliano i raccolti nazionali e mettono a rischio gli alimenti base della dieta mediterranea con riduzioni che vanno dal 30% per l’extravergine di oliva al 10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al 5% per il grano duro destinato alla produzione di pasta tricolore».
Sul fronte dei raccolti la Coldiretti stima infatti per il 2022 una produzione di pomodoro da industria per pelati, passate, polpe e concentrato di 5,5 milioni di tonnellate a livello nazionale, in calo dell’11% rispetto al 2021; per l’olio d’oliva si stima un crollo della produzione nazionale che è scesa a 230 milioni di chili con un calo del 30%, a causa di una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni; anche la produzione di grano duro – fondamentale per la filiera nazionale della pasta – è stimata in 3,8 milioni di tonnellate, in calo del 5% nonostante l’aumento delle superfici coltivate che sono passate a 1,24 milioni di ettari nel 2022 contro 1,23 milioni del 2021; resiste infine sui livelli dello scorso anno la produzione di vino, mentre resta pesante la situazione nelle risaie dove si registra un crollo del 30%, a causa della siccità e del maltempo.
Una situazione difficile che rischia di diventare strutturale in Italia dove «la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine dopo il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. I cambiamenti climatici – argomenta il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – vanno affrontati con interventi strutturali poiché l’Italia ha bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che, in presenza di acqua, potrebbe moltiplicare la capacità produttiva in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero. Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità».