La Fao al Parlamento: «Non possono essere i poveri a pagare per i cambiamenti climatici»
«I consumatori benestanti sprecano circa 222 milioni di tonnellate di cibo ogni anno, quasi quanto l'intera produzione dell'Africa Sub-Sahariana»
[24 Aprile 2015]
Un duro e collettivo sforzo è necessario per combattere il cambiamento climatico che sta avendo conseguenze dirette e tragiche sulle vite delle persone, ha detto ieri il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva,ai legislatori italiani. I fattori legati al clima stanno contribuendo ad aumentare l’insicurezza alimentare per molte delle popolazioni più vulnerabili del mondo, peggiorando ulteriormente situazioni già abbastanza drammatiche.
«Quando l’agricoltura non ha la possibilità di fiorire e quando il cibo è scarso, le conseguenze possono essere drammatiche – osserva Graziano da Silva – La fame può spingere le persone a lasciare gli affetti familiari e la casa per cercare opportunità migliori, che non sempre trovano. La perdita di vite umane nel mediterraneo ne è un tragico esempio
Analogamente, il recente uragano tropicale che ha colpito le Filippine e Vanuatu ha mostrato quanto velocemente le colture alimentari possano essere distrutte da eventi metereologici, mentre la scarsità d’acqua può provocare danni altrettanto letali, ha osservato. Nel suo discorso al parlamento italiano, alla presenza del ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, Graziano da Silva ha spiegato che la Fao è particolarmente attenta al tema dei cambiamenti climatici per via dei suoi chiari collegamenti con la sicurezza alimentare.
«I cambiamenti climatici colpiscono la produzione agricola e potrebbero cambiare la geografia della produzione alimentare», ha detto. Il settore agricolo è esso stesso un produttore di gas serra, ma ha anche la capacità di isolare più carbonio nei suoli e nelle foreste, se vengono adottate politiche di produzione e gestione sostenibili, ha aggiunto.
Il mondo ha bisogno di un cambio di paradigma verso un modello più sostenibile, sistemi alimentari inclusivi e resilienti, che richiederanno tecniche di coltivazione meno dipendenti dall’uso intensivo di risorse naturali.
«Nel 2015 dobbiamo trasformare l’impegno politico in azioni e risultati», ha detto Graziano da Silva, riferendosi all’agenda politica che include i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile e la Conferenza delle Parti di dicembre a Parigi (COP), il summit organizzato dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. «Questo implica garantire i finanziamenti necessari per coprire i costi di transizione verso sistemi alimentari in grado di mitigare e adattarsi, che siano più sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici».
L’adattamento e la mitigazione delle tendenze dei cambiamenti climatici sono di interesse collettivo, ma «non possiamo presentare il conto alle famiglie di agricoltori, pastori e agro-pastori nei paesi in via di sviluppo». E mentre l’aumento dei redditi rurali è una priorità nei paesi in via di sviluppo, le nazioni più ricche devono affrontare il problema degli sprechi alimentari, ha detto, affermando che i consumatori benestanti sprecano circa 222 milioni di tonnellate di cibo ogni anno, quasi quanto l’intera produzione dell’Africa Sub-Sahariana.
Graziano da Silva ha ringraziato l’Italia per l’Expo di Milano incentrato sul cibo, che dovrà contribuire a promuovere l’importanza della sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici e una governance sostenibile. «La Fao è pronta a sviluppare un partenariato strategico con il governo italiano».
di Fao