La Nuova Zelanda ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per il ciclone Gabrielle
E’ la terza dichiarazione di emergenza nazionale nella storia del Paese. Il governo: è colpa del cambiamento climatico
[15 Febbraio 2023]
Il 14 febbraio, il ministro per la gestione delle emergenze della Nuova Zelanda, Kieran McAnulty, ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, per assistere nella risposta al ciclone Gabrielle. Prima di firmare la dichiarazione ha informato il nuovo primo ministro e il portavoce dell’opposizione per la gestione dell’emergenza, entrambi favorevoli alla dichiarazione.
Inizialmente, la dichiarazione si applicava alle 6 regioni che hanno già dichiarato uno stato di emergenza locale: Northland, Auckland, Tairāwhiti, Bay of Plenty, Waikato e Hawkes Bay, ma subito dopo è stato esteso al distretto di Tararua che aveva dichiarato lo stato di emergenza locale dopo l’annuncio nazionale. Il MetService neozelandese ha detto che nei prossimi giorni le condizioni meteorologiche dovrebbero migliorare e che gli avvisi di forti piogge verranno revocati per alcune parti del paese. Ma ha avvertito che il vento potrebbe ancora causare ulteriori danni.
Si tratta solo della terza volta nella storia della Nuova Zelanda che è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale. In precedenza, la Nuova Zelanda aveva dichiarato lo stato di emergenza nazionale solo in due occasioni: durante l’inizio della pandemia di Covid-19 e dopo il terremoto di Christchurch del 2011. McAnulty ha spiegato che «Questo è un evento meteorologico senza precedenti che sta avendo un impatto importante su gran parte dell’Isola del Nord. Da domenica, la NEMA (National Emergency Management Agency, ndr) era in stretto contatto con i team locali della civil defence emergency management (CDEM) delle aree colpite per valutare la necessità di una dichiarazione di stato di emergenza nazionale. NEMA ha dato consigli a me stesso e al Primo Ministro sulla necessità di uno stato di emergenza nazionale sulla base delle valutazioni dei team locali, e fino ad ora il consiglio era stato che non era necessario. NEMA ha incontrato i gruppi CDEM interessati. Basandosi sui feedback dei team e CDEM e NEMA, ritengo che ora i criteri siano stati soddisfatti e che uno stato di emergenza nazionale sarebbe vantaggioso. Le leadership locali, i gruppi CDEM e i soccorritori in tutte le aree colpite hanno svolto un lavoro eccezionale, ma il danno diffuso causato da questo ciclone significa che per sostenerli abbiamo bisogno di una dichiarazione nazionale. Questa dichiarazione consentirà al governo di sostenere le regioni colpite, fornire risorse aggiuntive in base alle necessità e aiutare a stabilire le priorità in tutto il Paese per la risposta. Uno stato di emergenza nazionale conferisce al controllore nazionale l’autorità legale di applicare risorse in tutto il Paese a sostegno di una risposta a livello nazionale. Questa dichiarazione ci dà la possibilità di coordinare ulteriori risorse per le regioni colpite. Ci tengo a sottolineare che già da alcuni giorni il Governo sta impennando sostegni e risorse alle Regioni».
Il nuovo premier laburista neozelandese Chris Hipkins, che ha da poco sostituito la dimissionaria Jacinta Arden, si trova così ad affrontare le conseguenze del ciclone Gabrielle che ha colpito circa un terzo dei 5 milioni di neozelandesi. Molte persone sono sfollate e alcune sono state costrette a nuotare fuori dalle loro case per mettersi in salvo, dopo che i fiumi hanno rotto gli argini. Altri sono stati salvati dai tetti. Ieri, circa 250.000 persone erano senza elettricità. Gli alberi caduti hanno distrutto diverse case e le frane hanno isolato diverse comunità e bloccato strade.
I danni di Gabrielle sono stati più forti nelle comunità costiere dell’estremo nord e della costa orientale dell’Isola del Nord, con aree come Hawke’s Bay, Coromandel e Northland tra le più colpite. Le comunicazioni con una città della regione sono state completamente interrotte dopo che un fiume ha rotto gli argini.
La protezione civile di Hawke’s Bay ha detto di non essere in grado di far fronte all’entità del danno. L’Australia e il Regno Unito stanno inviando aiuti. Un vigile del fuoco travolto da una frana a Muriwai, a ovest di Auckland, è disperso,, mentre un altro è rimasto gravemente ferito. I media locali hanno riferito di alv cune persone di Hawke’s Bay che hanno dovuto nuotare attraverso le finestre delle loro camere da letto per scappare mentre le acque inondavano le loro case. La popolazione è stata avvertita che potrebbe rimanere senza elettricità per settimane.
Il premier Hipkins ha detto che «La gravità e il danno che stiamo vedendo non erano stati sperimentati in una generazione. Stiamo ancora facendo un quadro degli effetti del ciclone mentre continua a manifestarsi. Ma quello che sappiamo è che l’impatto è significativo ed è diffuso». Poi ha promesso 11,5 milioni di dollari neozelandesi (7,3 milioni di dollari Usa) in aiuti per sostenere le persone colpite dal disastro.
Il ciclone Gabrielle ha colpito la Nuova Zelanda solo due settimane dopo una serie di nubifragi e inondazioni senza precedenti nella stessa regione, che hanno ucciso 4 persone e il ministro del cambiamento climatico James Shaw ha evidenziato che «La gravità di tutto questo, ovviamente, è aggravata dal fatto che le nostre temperature globali sono già aumentate di 1,1 gradi. Dobbiamo smetterla di trovare scuse per l’inazione. Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia quando la spiaggia è allagata. Dobbiamo agire ora».