La rivoluzione low-carbon sarà più economica di quanto si credeva: meno dell’1% del Pil UK
Rivoluzionario rapporto del Climate Change Committee del Regno Unito
[9 Dicembre 2020]
Il Climate Change Committee (CCC), un organismo statutario indipendente istituito dal Parlamento del Fregno Unito ai sensi del Climate Change Act 2008, ha presentato oggi il Sixth Carbon Budget la “route map for a fully decarbonised nation” dalla quale emerge che con meno dell’1% della ricchezza nazionale, il Regno Unito può ridurre il 78% delle emissioni entro il 2035 rispetto ai livelli del 1990. Anticipando così di 15 anni il raggiungimento dell’obiettivo per l’energia pulita del Regno Unito, un balzo inimmaginabile.
Nel 2019 il Regno Unito è diventata la prima grande economia del mondo ad approvare una legge sulle emissioni net zero e nel suo nuovo storico rapporto di 1.000 pagine, il CCC delinea il percorsoper raggiungere quell’obiettivo nei prossimi 30 anni, che comprende anche la prima valutazione dettagliata dei cambiamenti che ne deriveranno e le tappe fondamentali che devono essere raggiunte.
Il Sixth Carbon Budget (2033-2037) traccia il percorso verso le zero emissioni di carbonio per il Regno Unito e il CCC dimostra che «Le emissioni inquinanti devono diminuire di quasi l’80% entro il 2035, rispetto ai livelli del 1990: un grande passo avanti nell’ambizione. Solo 18 mesi fa questo era l’obiettivo del Regno Unito per il 2050».
Ma il rapporto avverte che «Per raggiungere questo obiettivo, deve essere realizzato un importante programma di investimenti in tutto il Paese, in larga misura da parte del settore privato. Quell’investimento sarà anche la chiave per la ripresa economica del Regno Unito nel prossimo decennio. In molte aree, questo fornisce alle persone un risparmio reale, poiché la nazione utilizza meno risorse e adotta tecnologie più pulite ed efficienti, come le auto elettriche, per sostituire i loro predecessori alimentati a combustibili fossili».
Il CCC rileva che questi risparmi riducono sostanzialmente il costo del Net Zero rispetto alle valutazioni precedenti: meno dell’1% del PIL nei prossimi 30 anni e questo grazie, non solo al calo dei costi dell’eolico offshore, ma anche a una serie di nuove soluzioni a basso costo e ow-carbon in ogni settore.
Il presidente del CCC, Lord Deben, ha evidenziato che «Il Sixth Carbon Budget è un chiaro messaggio al mondo che il Regno Unito è aperto alle attività low-carbon. E’ ambizioso, realistico e conveniente. Questo è il budget del carbonio giusto per il Regno Unito al momento giusto. Forniamo le nostre raccomandazioni al governo con autentico entusiasmo, sapendo che la decisiva transizione verso le zero emissioni di carbonio della Gran Bretagna porta vantaggi reali al nostro popolo e alle nostre imprese, apportando i cambiamenti fondamentali necessari per proteggere il nostro pianeta. Mentre riemergiamo dalla pandemia di Covid-19, il Sixth Carbon Budget è un’opportunità per far ripartire la ripresa economica del Regno Unito. Qualunque cosa di meno ci escluderebbe da nuove opportunità economiche. Inoltre minerebbe il nostro ruolo di presidente dei prossimi colloqui sul clima delle Nazioni Unite».
Dichiarazioni che farebbe bene a leggere anche la destra ecoscettica italiana che continua a sminuire la necessità di una svolta green in Italia mentre uno degli idoli della Meloni e di Salvini, il premier conservatore ed iper-sovranista britannico Boris Jhonson va da tutt’altra parte e si è assegnato target energetici e climatici molto più ambiziosi di quelli che la destra italiana non ha votato al Parlamento europeo.
Euan Nisbet, della Royal Holloway, University of London, che non è stato coinvolto nella redazione del rapporto, ha detto a BBC News: «Questo è un rapporto di enorme importanza che traccia una nuova economia per la Gran Bretagna per creare un paese migliore. Questo dimostra che si può fare. Può essere concesso. Questo ci trasforma in un leader mondiale e convincerà anche altri Paesi a seguire la strada».
Ma gli scettici affermano che il CCC, ha sottovalutato l’eventuale disegno di legge e sopravvalutato la capacità del governo conservatore di apportare davvero i cambiamenti al livello previsto.
Ma il messaggio del CCC al governo UK è chiaro: «Gli anni 2020 devono essere il decennio decisivo di progresso e azione sul cambiamento climatico. Entro l’inizio del 2030, ogni nuova auto e furgone e ogni caldaia sostituta devono essere a zero emissioni di carbonio; entro il 2035, tutta la produzione di elettricità nel Regno Unito sarà a zero emissioni di carbonio. Le industrie moderne low-carbon cresceranno; produrre idrogeno; catturare il carbonio; creare nuovi boschi; rinnovare e decarbonizzare i 28 milioni di case del Regno Unito. Questo fornirà centinaia di migliaia di posti di lavoro in tutto il Regno Unito».
Il CCC sottolinea che «Questi cambiamenti sono fattibili e convenienti, ma solo se sono guidati da un’azione decisiva del governo, ora. E il processo deve anche essere equo e giusto».
Il rapporto include importanti nuove informazioni su come i costi ei vantaggi del Net Zero possono essere condivisi in modo più uniforme e aggiunge che «Questi sono obiettivi fondamentalmente desiderabili, che portano molteplici benefici più ampi, tra in quali una salute migliore e un ambiente naturale migliore. Con nuovi e coraggiosi impegni climatici presi dalla Cina e, presto, dagli Stati Uniti, oltre la metà delle emissioni globali di gas serra sarà presto coperta dai obiettivi Net Zero. Questo consentirà di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Se le raccomandazioni del CCC saranno adottate dai ministri il prossimo anno, il Sixth Carbon Budget posizionerà il Regno Unito come un vero leader globale climatico, mentre si prepara ad ospitare i capi di stato per il prossimo vertice sul clima a Glasgow». E, aggiungiamo noi, il Paese co-organizzatore, l’Italia, se non si dà una mossa, al confronto rischia di fare una figura davvero magra.
Il rapporto include anche una misura raccolta attraverso la recente consultazione pubblica UK Climate Assembly che ha chiesto una tassa sui voli aerei frequenti, il divieto di vendere SUV inquinanti e una riduzione del consumo di carne, anche se ha sottolineato che le persone non dovrebbero essere costrette a cambiare comportamento.
Il CCC stima che il 16% degli sforzi per raggiungere gli obiettivi deriverà dal cambiamento dei comportamenti, come i cambiamenti nella dieta o la riduzione dei voli aerei. Un altro 41% proverrà da miglioramenti indolori nella tecnologia low-carbon e il 43% sarà una combinazione di tecnologia e cambiamento di comportamenti.
Il CCC dice che il Sixth Carbon Budget può essere raggiunto attraverso quattro passaggi chiave:
Adottare soluzioni low-carbon. Poiché le opzioni ad alte emissioni di carbonio verranno progressivamente eliminate, le persone e le imprese sceglieranno di adottare soluzioni low-carbon. Entro l’inizio del 2030 tutte le nuove auto e furgoni e tutte le sostituzioni di caldaie nelle case e in altri edifici saranno low-carbon, in gran parte elettriche. Entro il 2040 tutti i nuovi camion saranno low-carbon. L’industria britannica passerà a utilizzare elettricità rinnovabile o idrogeno invece di combustibili fossili, o a catturare le sue emissioni di carbonio, stoccandole in modo sicuro sotto il mare. (una soluzione quest’ultima osteggiata da diverse associazioni ambientaliste, ndr).
Espansione delle forniture energetiche low.carbon. La produzione di elettricità nel Regno Unito sarà pari a zero emissioni di carbonio entro il 2035. L’eolico offshore diventa la spina dorsale dell’intero sistema energetico del Regno Unito, passando dai 40 GW promessi dal Primo Ministro nel 2030 a 100 GW o più entro il 2050. Nuovi utilizzi per questa elettricità pulita saranno nei trasporti, nel riscaldamento e nell’industria, aumentando della metà la domanda di elettricità nei prossimi 15 anni e raddoppiando o addirittura triplicando la domanda entro il 2050. L’idrogeno low-carbon crescerà fino a raggiungere, nel 2050, dimensioni quasi pari alla produzione di elettricità odierna. L’idrogeno verrà utilizzato come carburante per lo shipping e trasporti e nell’industria e, potenzialmente, in alcuni edifici come sostituto del gas naturale per il riscaldamento. Ci sarà una rivoluzione nelle case e nel modo in cui vengono riscaldate. Questo comporterà l’isolamento di molte più case, rendendo tutte le nuove caldaie a gas hydrogen-ready, cioè n grado di utilizzare l’idrogeno più pulito come combustibile, e facendo un uso maggiore delle pompe di calore.
Ridurre la domanda di attività ad alta intensità di carbonio. Il Regno Unito sprecherà meno risorse e ridurrà la sua dipendenza dai beni ad alto tenore di carbonio. Gli edifici perderanno meno energia grazie a un programma nazionale per migliorare l’isolamento in tutto il Regno Unito. Le diete cambieranno, riducendo il nostro consumo di carne e latticini ad alto tenore di carbonio del 20% entro il 2030, con ulteriori riduzioni negli anni successivi. Ci saranno meno miglia percorse in auto e la domanda di volare crescerà più lentamente. Questi cambiamenti porteranno notevoli benefici positivi per la salute e il benessere.
Rimozione dei gas serra con il suolo. Ci sarà una trasformazione nell’agricoltura e nell’uso dei terreni agricoli mantenendo gli stessi livelli di cibo pro capite prodotti oggi. Entro il 2035, verranno piantati 460.000 ettari di nuovi boschi misti per rimuovere la CO2 e fornire maggiori benefici ambientali. 260.000 ettari di terreni agricoli verranno trasferiti alla produzione di colture energetiche. Le aree boschive aumenteranno dal 13% dell’attuale territorio britannico al 15% entro il 2035 e al 18% entro il 2050. Le torbiere saranno ampiamente ripristinate e gestite in modo sostenibile.
Il CCC è convinto che il passaggio ai veicoli elettrici si rivelerà più economico rispetto alle auto a benzina perché sono circa tre volte più efficienti, ma, come fa notare Roger Harrabin, un analista ambientale della BBC, «Questo significa che il governo potrebbe dover recuperare il reddito fiscale imponendo tasse in base a schemi pay-as-you-drive».
Il CCC avverte i ministri conservatori che dovranno proteggere i più poveri. Ad esempio, isolare una casa e installare sistemi di riscaldamento low-carbon come le pompe di calore costerà in media 10.000 sterline e il governo dovrà trovare 3 – 4 miliardi di sterline all’anno per sostenere le famiglie durante la transizione energetica. E non c’è più l’Unione europea a catribuire come farà con i Paesi rimasti nell’Ue.
I ministri dovranno anche attutire l’aumento dei costi delle bollette elettriche, valutato in 100 sterline all’anno entro il 2030, anche se il rapporto afferma che questo costo potrebbe essere ridotto rendendo gli elettrodomestici più efficienti.
Le associazioni ambientaliste britanniche esultano perché il rapporto conferma che i costi di una società low-carbon e pulita sono molto meno alti di quanto dicevano gli ecoscettici, ma non sono convinte che il governo conservatore accetterà la sfida e ricordano che recentemente il Cancelliere ha impegnato solo 1 miliardo di sterline per l’isolamento termico delle case, mentre ha promesso 127 miliardi di sterline per l’HS2 e nuove autostrade che aumenteranno le emissioni.