La star dei negazionisti climatici pagata dalle multinazionali dei combustibili fossili

[24 Febbraio 2015]

Wei-Hock “Willie” Soon è un astrofisico malese emigrato negli anni ’80 negli Usa (ha ottenuto la cittadinanza statunitense nel 2003) e dal 1992 lavora per la Smithsonian Institution alla Solar and Stellar Physics Division dell’ Harvard-Smithsonian Astrophsycical Observatory. Puer essendo un astrofisico e non uno specialista di cambiamenti climatici ed innalzamento del livello degli oceani, tanto che il suo intervento più noto su questo argomento è un editoriale pubblicato nel 2014 dall’iper-conservatore Washington Times, Soon è diventato una star dei negazionisti climatici e, grazie alla sua appartenenza ad una istituzione prestigiosa come l’Harvard-Smithsonian, ha ricevuto le attenzioni ed i finanziamenti dell’industria energetica fossile.  Quello che è certo è che l’astrofisico malese-statunitense lavora con e per i gruppi conservatori a Washington per contrastare il  crescente consenso sul riscaldamento globale in  seminari accademici e conferenze e sui media. Sono famose sue affermazioni come: Gli orsi polari? Non sono minacciati.  Il livello del mare? Un pericolo esagerato. La Co2? E’ una gran cosa per gli alberi. Il riscaldamento del pianeta? E’ causato dalla fluttuazione naturale l’energia solare.

Soon era sospettato di ricevere centinaia di migliaia di dollari dalle Big Oil ed alla fine ha suscitato l’attenzione di Connor Gibson, che fa parte del team investigativo di Greenpeace Usa che si occupa di industrie inquinanti e delle loro operazioni di propaganda, lobbing ed ostruzionismo politico che utilizzano i climate-deniers, che ha trovato le prove ed i conti che dimostrano che “Willie” prende soldi sporchi di petrolio e carbone dalla Charles G. Koch Foundation, dall’utility carbonifera Southern Company, dalla ExxonMobil  e da altre compagnie fossili per mettere in dubbio la scienza del cambiamento climatico.

L’ultima volta che Gibson ce l’ha fatta a bloccare  Willie Soon gli ha chiesto spiegazioni su alcuni documenti che dimostrano che la Smithsonian Institution era impaziente di prendere soldi da ExxonMobil e che comunque, nonostante l’imbarazzo provocato da alcune uscite di Soon, in alcune comunicazioni riservate con la ExxonMobil delle quali è entrata in possesso Greenpeace,  la Smithsonian Institution sembra fin troppo felice di prendere i soldi della Exxon. Gibson si chiede: «E’ per questo che l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysicsha ha permesso al dottor Soon  di condurre quella che è essenzialmente una campagna di lobbyng e di pubbliche relazioni per le fossil fuel companies, il tutto in suo nome?»

Greenpeace Usa sottolinea che il fatto che Wille Soon abbia ricevuto pagamenti dai  Koch, dalla Exxon, dalla Southern Company e dall’American Petroleum Institute non sono ipotesi: «Sapevamo dal 2011 ha preso oltre 1 milione di dollari da  questi interessi» Ma il dettaglio e le implicazioni dei novi documenti pubblicati dal New York Times è scioccante: «Negli ultimi 10  anni ha accettato più di 1,2 milioni di dollari dall’industria dei combustibili fossili, mentre non ha reso noto il conflitto di interessi nella maggior parte dei suoi lavori scientifici. In almeno 11 studi  che ha pubblicato dal 2008 ha omesso questa dichiarazione e, in almeno  8 di questi casi, sembra aver violato le linee guida etiche delle riviste che hanno pubblicato il suo lavoro». I documenti mostrano che Soon, in accordo con le imprese che lo finanziano, ha scritto molti dei suoi articoli scientifici solo per “fornire” tesi ecoscettiche in cambio di denaro ed ha fatto lo stesso quando si è trattato di testimoniare al Congresso Usa sui cambiamenti climatici.

Secondo i documenti, Soon ha ricevuto almeno: 409.000 dollari dalla  Southern Company , una grande utility che gestisce centrali a carbone che ne fanno uno di più grandi emettitori di gas serra Usa; 274.000 dollari dall’American Petroleum Institute, la principale lobby del petrolio e del gas Usa; 335.000 dollari da ExxonMobil, anche se il gigante petrolifero ha smesso di finanziare Soon nel 2010; 230.000 dollari dalla dalla Charles G. Koch Foundation, il miliardario reazionario che è uno dei re della raffinazione del petrolio; 324.000 dollari da donazioni anonime tramite DonorsTrust, un fondo istituito dai Fratelli Koch per instradare il denaro di altri finanziatori conservatori verso i gruppi negazionisti climatici come l’Heartland Institute ed Americans for Prosperity.

Per Greenpeace, questo solleva questioni legali ed etiche perché Soon potrebbe aver abusato delle sovvenzioni della fondazione Koch, cercando di influenzare i legislatori. La direttrice di Greenpeace Usa,  Annie Leonard ha inviato lettere all’US Internal Revenue Service (Irs) ed al Committee on Science, Space and Technology  della Camera Usa per capire cosa è successo e chiede: «Per l’Irs e tutto Ok con la fondazione no-profit di finanziamento della ricerca di Charles Koch, che sembra aver influenzato direttamente i politici statali e nazionali? ExxonMobil ha violato tutte le regole del Congresso, dando a Soon  un finanziamento appena due mesi che Soon aveva detto Congresso che non aveva conflitti di interessi finanziari, dopo aver detto loro che il cambiamento climatico non è una crisi? E la Southern Company?»

Secondo il Boston Globe il senatore democratico Ed Markey vuole chiedere l’apertura di un’inchiesta sui finanziamenti ai climate science deniers e InsideClimate News  rivela a sua volta che Soon  già nel 1998 lavorava per l’American Petroleum Institute.

Soon ribatte di non aver preso un dollaro di finanziamenti pubblici dal 2004 e sottolinea: «Ho  detto di aver ricevuto denaro da ExxonMobil, dall’American Petroleum Institute e dalla Southern Company. Io scrivo la mia proposta e sta a loro giudicare se finanziami o no. Sempre per ammontare molto piccoli, se scelgono di finanziarmi sono felice di riceverli». Soon giura che il denaro non è mai stata la sua motivazione  e che «Se Al Gore vuole finanziarmi, se Greenpeace vuole finanziarmi, sarò felice di prendere i loro soldi. A meno che il loro denaro non sia così sporco. Se viene da soldi rubati alla gente non lo prenderò perché è contro i miei principi. Io sono un uomo molto di principio».

Ma, dopo le rivelazioni apparse sul New York Times, il direttore dell’Harvard-Smithsonian Center, Charles R. Alcock, ha detto: «Penso che sia un comportamento inadeguato. Questa francamente è diventata una questione personale, che dobbiamo gestire internamente con il Dr. Soon» e John W. Kress, sottosegretario ad interim per la scienza allo Smithsonian ha aggiunto: «Stiamo verificando tutto questo. Sono consapevole della situazione con Willie Soon, e sono molto preoccupato per lui». Gibson, non è molto convinto da queste tardive prese di distanza: «Vedremo come andrà a finire ma non è incoraggiante vedere che i colleghi di Soon potrebbero essere stati complici nel diffondere l’influenza di ExxonMobil e degli altri inquinatori che hanno finanziato il dottor Soon».

L’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics samba voler scaricare Soon e dice di non aver ricevuto un dollaro di quelli che ha preso Soon dalla lobby dei fossili, mentre l’università di Harvard ha precisato che Willie non è  un suo dipendente, ma una petizione di MoveOn.org chiede alla Smithsonian Institution ed all’Harvard University di rompere ogni legame con Soon e di «porre fine a tutte le relazioni finanziarie con l’industria dei combustibili fossili».