Da ogni milione di tonnellate di acciaio prodotto da scarti si hanno però circa altre 300mila tonnellate di rifiuti da gestire
L’acciaio da riciclo cresce nel mondo: può rendere più sostenibile l’industria siderurgica
630 milioni di tonnellate di rottami di acciaio vengano riciclate ogni anno, evitando così circa 950 milioni di tonnellate di emissioni annue di CO2
[11 Giugno 2020]
C’è un’industria che va. Covid o non covid, l’industria del rottame ferroso “ha grandi prospettive a lungo termine”, data la sempre maggiore attenzione alla produzione di acciaio “verde”. A sostenerlo durante la prima sessione di eForum della divisione BIR (Bureau of International Recycling) Ferrous è stata Renate Featherstone, Principal Analyst, Multi-Commodity Research del Wood Mackenzie nel Regno Unito.
Durante il webinar presieduto dal presidente di divisione Greg Schnitzer di Schnitzer Steel Industries Inc, Featherstone ha spiegato che la produzione di acciaio rappresentava fino al 10% delle emissioni globali di carbonio e quindi i produttori erano sotto pressione crescente per adottare un approccio ecologicamente più pulito.
L’enorme contributo ambientale del settore del riciclaggio dei rottami ferrosi è stato ulteriormente sottolineato dal consulente di statistica divisionale Rolf Willeke nel presentare l’ undicesima edizione recentemente lanciata di “World Steel Recycling in Figures” . Si stima che 630 milioni di tonnellate di rottami di acciaio vengano riciclate ogni anno, evitando così circa 950 milioni di tonnellate di emissioni annue di CO2 che sarebbero derivate dalla produzione di acciaio vergine, oltre a risparmiare energia e conservare le risorse naturali, ha sottolineato.
Tutto bene, ma nel rapporto non viene citato un aspetto che necessariamente deve essere sottolineato: come in ogni processo industriale, anche dall’acciaio fatto con gli scarti ferrosi esitano nuovi rifiuti che è necessario gestire: in parte è possibile riciclarli, in parte vanno smaltiti in sicurezza. Ogni milione di tonnellate di acciaio prodotto da scarti si hanno – dipende da tecnologie usate e altri fattori – circa 300mila tonnellate di scarti.
La Featherstone ha poi affermato che il primo passo logico per ridurre le emissioni è “riciclare e riutilizzare tutti gli scarti disponibili“.
“Solo quando massimizziamo l’uso degli scarti – ha aggiunto –, riduciamo significativamente la produzione complessiva di ferro vergine e avviciniamo le emissioni agli obiettivi del governo. Questo è il motivo per cui lo scarto è così importante”. Comunque una bella lezione di economia circolare e che dà riscontro in termini di crescita e che arriva in un momento in cui in Italia l’industria siderurgica – da Taranto a Piombino – è assolutamente in crisi. Ma la Featherstone prosegue con un’affermazione molto importante: “La raccolta di rottami deve essere incentivata attraverso il corretto contesto politico”, così come per il loro successivo re-impiego. Ecco ciò che forse è mancato, oltre alle responsabilità e i privati che non hanno rispettato gli accordi, leggi Ancerlo Mittal.
Questo accade nonostante la ben nota sovrapproduzione globale, segnalata anche dal comunicato del Global eForum. Ma per il Wood Mackenzie entro il 2040 i rottami potrebbero rappresentare il 33-35% del fabbisogno totale di metalli dell’industria siderurgica, aumentando fino al 47%. E sebbene la siderurgia integrata “rimarrà la principale fonte di acciaio in Cina nei prossimi due decenni”, ha previsto Featherstone, la quota della siderurgia globale dichiarata dai forni elettrici – del tutto analoghi a quelli che si attendono dalla proprietà Jsw a Piombino – potrebbe salire al 30% entro il 2026 e quindi al 34-35% dal 2040, che potrebbe arrivare al 52% al di fuori della Cina e dell’India tra due decenni.
Nel breve termine, Featherstone ha previsto che la produzione globale di acciaio grezzo avrebbe probabilmente impiegato “almeno cinque anni” per tornare ai livelli del 2019, ma che, invece, si osserva che la domanda in Cina diminuirà solo dell’1% nel 2020 – “molto meglio di quanto si pensasse all’inizio dell’anno” – mentre per il resto del mondo era previsto un crollo del 16%. Presente al panel di eForum, George Adams di SA Recycling (Stati Uniti) ha sostenuto che l’aumento dell’uso di rottami previsto dalla Featherstone “avrebbe applicato una pressione al ribasso così significativa sul prezzo del minerale di ferro che il suo uso nella produzione dell’acciaio potrebbe essere incoraggiato”.