L’Accordo di Parigi non garantisce i finanziamenti per l’adattamento climatico ai Paesi poveri
Appello di Oxfam ai negoziati Unfccc di Bonn: «impegni specifici per aumentare il finanziamento»
[16 Maggio 2016]
Il primo meeting post COP21 di Parigi dell’Unfccc è iniziato oggi a Bonn con le poco rassicuranti notizie che arrivano dalla Nasa che il 2016 è già sulla buona strada per diventare l’anno più caldo mai registrato, mentre le ricadute del super El Niño che si sta esaurendo stanno mettendo più di 60 milioni di persone in balia di crisi climatiche imprevedibili. Per questo Oxfam ha mandato a dire al summit di Bonn che «E’ più che mai urgente aiutare le comunità ad adattarsi ai cambiamenti climatici».
Secondo il rapporto “Unfinished Business: How to close the post-Paris adaptation finance gap”, pubblicato oggi dall’ONG internazionale, «Le persone che vivono in povertà sono i più vulnerabili alle siccità gravi, alle perdite di raccolti, alle carestie, alle inondazioni e alle malattie legate ai cambiamenti climatici. I piccoli agricoltori in tutto il mondo hanno già a che fare con questi effetti, ma vengono abbandonati a loro stessi».
Secondo Oxfam «L’Accordo di Parigi non garantisce che i paesi poveri riceveranno il sostegno finanziario di cui hanno bisogno per por tersi permettere le costose misure di adattamento climatico, come le difese contro le inondazioni e le colture resistenti alla siccità».
Infatti, secondo il recente rapporto “Adaptation Finance Gap Report”, dell’ United Nations Environment, entro il 2050 il costo per i Paesi in via disviluppo per adattarsi ai cambiamenti climatici potrebbe arrivare fino a 500 miliardi di dollari all’anno. «Mentre l’accordo di Parigi non chiede più fondi per aiutare i Paesi a permettersi questi progetti – dice Oxfam – non specifica quanti soldi, quando varrebbero distribuiti, come vengono conteggiati, o come saranno trovati».
Nel 2009, le nazioni ricche si erano impegnate a trovare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per aiutare i Paesi più poveri ad adattarsi ai cambiamenti climatici e a ridurre le emissioni di carbonio. Le stime attuali dicono che ai progetti d per l’adattamento ai cambiamenti climatici sta andando solo il 16% di quella cifra e Oxfam ritiene che occorrerebbe almeno un 35% in più entro il 2020 e che questo dovrebbe venire dalle sovvenzioni e altre forme di finanziamento che non ricadano sui Paesi poveri sotto forma di rimborsi pesanti. Nel 2025, questa percentuale dovrebbe salire al 50%.
Oxfam esorta i negoziatori climatici riuniti a Bonn a mettere il finanziamento per l’adattamento climatico in cima alla loro agenda per la COP22 Unfccc che si terrà a novembre in Marocco.
Tracy Carty, un esperto di cambiamento climatico di Oxfam, evidenzia che «Questo problema non può essere messo ulteriormente da parte. Conosciamo ormai da anni il crescente divario del finanziamento per l’adattamento e siamo rimasti sbigottiti quando l’accordo di Parigi non è riuscito a risolvere il problema. A Bonn dobbiamo vedere impegni specifici per aumentare il finanziamento all’adattamento e per i soldi da spendere a sostegno ai piccoli contadini, che sono in prima linea nella crisi climatica. Stiamo già vedendo il costo del fallimento; decine di milioni di persone in tutto il mondo affrontano la fame e la povertà, per le siccità e i cattivi raccolti causati da El Niño».