Le antiche megalopoli dell’Indo sono probabilmente scomparse a causa di una siccità prolungata (VIDEO)

In un'antica stalagmite le prove di gravi e lunghe siccità che potrebbero aver fatto collassare la civiltà dell'Indo dell'età del bronzo

[27 Aprile 2023]

Lo studio  “Speleothem evidence for recurring summer and winter droughts post-4.2 ka in the Indus River Basin”, pubblicato su Nature Communications Earth & Environment da un team internazionale di ricercatori guidato dall’università di Cambridge fa risalire all’inizio di un periodo arido iniziato circa 4.200 anni fa e durato per oltre due secoli, la riorganizzazione della civiltà dell’Indo che costruì metropoli in un’area che andava dall’attuale Pakistan all’India. Durante questo periodo arido, lo studio ha identificato tre siccità prolungate, ciascuna della durata compresa tra 25 e 90 anni.

Uno degli autori dello studio, Cameron Petrie, del Dipartimento di archeologia di Cambridge, sottolinea che «Abbiamo trovato prove evidenti che questo intervallo non è stato una crisi a breve termine, ma una progressiva trasformazione delle condizioni ambientali in cui vivevano le popolazioni dell’Indo».

I ricercatori hanno ricostruito le precipitazioni storiche esaminando gli strati di crescita in una stalagmite raccolta nella Dharamjali Cave, una grotta vicino a Pithoragarh, in India. Misurando una serie di traccianti ambientali, tra i quali isotopi di ossigeno, carbonio e calcio, hanno ottenuto una ricostruzione che mostra le precipitazioni con una risoluzione stagionale. Hanno anche usato la datazione della serie dell’uranio ad alta precisione per ottenere un’idea dell’epoca  e della durata della siccità.

La principale autrice dello studio, Alena Giesche del Godwin Laboratory for Palaeoclimate Research,< del Department of Earth sciences di Cambridge. Scienze, spiega che «Molteplici linee di evidenza ci consentono di mettere insieme la natura di queste siccità da diverse angolazioni e confermare che concordano».

Il team di scienziati ha identificato periodi distinti con precipitazioni inferiori alla media, sia nella stagione estiva che in quella invernale e Patrie fa notare che «Le prove della siccità che colpisce entrambe le stagioni del raccolto sono estremamente significative per comprendere l’impatto di questo periodo di cambiamento climatico sulle popolazioni umane. Durante questo periodo, le siccità  sono aumentate di durata, al punto che la terza sarebbe stata di durata multigenerazionale».

I risultati dello studio supportano le prove esistenti che il declino delle megalopoli dell’Indo sia stato collegato al cambiamento climatico, ma la  Giesche sottolinea che «Quello che fino ad ora era stato un mistero sono le informazioni sulla durata della siccità e sulla stagione in cui si sono verificate. Quel dettaglio in più è davvero importante quando consideriamo la memoria culturale e il modo in cui le persone si adattano di fronte ai cambiamenti ambientali».

Secondo Petrie, «Le prove archeologiche indicano che in un periodo di 200 anni, gli antichi abitanti hanno compiuto vari passi per adattarsi e rimanere sostenibili di fronte a questa nuova normalità». Durante questa trasformazione climatica, i siti urbani più grandi si spopolarono a favore di insediamenti rurali più piccoli, con migrazioni verso la parte orientale dell’area occupata dalle popolazioni dell’Indo. Intanto, l’agricoltura stava diventando sempre più dipendente dai raccolti estivi, in particolare il miglio resistente alla siccità, e la popolazione passava a uno stile di vita che sembra essere stato più autosufficiente di quello precedente.

Un altro coautore dello studio, David Hodell, anche lui del ipartimento di Scienze della Terra di Cambridge. S<siega a sua  volta che «Le mega siccità sono recentemente diventate una causa popolare per spiegare una serie di trasformazioni culturali, compresa  la Valle dell’Indo. Ma i collegamenti sono generalmente sfocati a causa delle difficoltà nel confrontare i dati climatici e archeologici. Questo ora sta cambiando perché i dati paleoclimatici stanno migliorando progressivamente nel perfezionare i cambiamenti delle precipitazioni su base stagionale e annuale, il che influisce direttamente sul processo decisionale delle persone».

Ora, il team internazionale di ricercatori sta cercando di espandere le sue ricostruzioni climatiche alle parti occidentali della regione del fiume Indo, dove il sistema delle precipitazioni invernali predomina sul monsone estivo indiano. La Giesche aggiunge che «Quel di cui abbiamo veramente bisogno sono più registrazioni come questa, da un transetto orientato a ovest-est attraverso la regione in cui interagiscono i monsoni estivi e invernali e, soprattutto, determinare l’inizio di questo periodo arido».

Capire il modo in cui le zone di pioggia interagenti hanno influenzato la civiltà dell’Indo è stata una delle questioni al centro del progetto TwoRains, una collaborazione tra Cambridge e la Banaras Hindu University, finanziata dall’European Research Council (ERC).

Un altro autore dello studio, il paleoclimatologo Sebastian Breitenbach della Northumbria University, fa notare le grandi difficoltà della ricerca in quest’area: «Attualmente, abbiamo un enorme punto cieco sulle nostre mappe che si estende attraverso l’Afghanistan e il Pakistan, dove interagiscono il monsone estivo indiano e i Westerlies. Purtroppo, è improbabile che nel prossimo futuro la situazione politica consenta questo tipo di ricerca».

Hodell conclude: «C’è ancora molto lavoro da fare sia per i paleoclimatologi che per gli archeologi. Siamo fortunati a Cambridge ad avere i due dipartimenti uno accanto all’altro».

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  • TwoRains Project - Celebrating the European Research Council