Le leggi bipartisan per il clima non funzionano politicamente bene come si crede
Gli elettori progressisti e conservatori non cambiano opinione di fronte a pacchetti legislativi bipartisan
[4 Aprile 2024]
Dal punto di vista legislativo, affrontare efficacemente le drammatiche e urgentissime sfide climatiche richiederebbe una cooperazione bipartisan importante e sostenuta. Ma dagli anni ’70, negli Usa e in Europa è crescita la polarizzazione politica sulle questioni ambientali e climatiche. Nonostante questi trend, forse perché negli ultimi anni gli effetti del cambiamento climatico sono diventati impossibili da ignorare, alcuni segnali recenti suggeriscono che negli Usa potrebbero esserci opportunità per trovare un terreno comune tra democratici e repubblicani.
Nel recente studio “Advancing bipartisan decarbonization policies: lessons from state-level successes and failures”, pubblicato su Climatic Change, Renae Marshall dell’università del Colorado Boulder e dell’università della California Santa Barbara (UCSB) e Matthew Burgess dell’UC Boulder hanno analizzato le principali leggi sulla decarbonizzazione a livello statale per esaminare quali caratteristiche politiche e contesti politici sono correlati all’approvazione delle leggi pro-clima. Negli Usa, gli Stati sono i principali motori della legislazione climatica e possono promuovere proposte legislative federali volte a ridurre le emissioni di gas serra.
Lo studio ha rilevato che «In effetti, un numero significativo di proposte di politiche di decarbonizzazione introdotte dai legislatori statali negli ultimi anni hanno ricevuto sostegno da entrambi gli schieramenti».
La Marshall spiega che «Di tutti i progetti di legge sulla politica climatica in tutte le legislature statali che abbiamo esaminato, un terzo sono stati approvati con co-sponsor bipartisan, il che è davvero un grosso problema».
Infatti, sono invece stati approvati pochi progetti di legge presentati solo dai democratici, mentre i progetti di legge co-sponsorizzati dai repubblicani e bipartisan sono stati quasi sempre approvati a stragrande maggioranza e i ricercatori fanno notare «Questo suggerisce che i legislatori democratici spesso votano per le politiche di mitigazione climatica di entrambi i partiti, mentre i repubblicani hanno una preferenza di voto maggiore per i propri progetti di legge».
Lo studio suggerisce anche che «Le politiche che limitano le scelte dei consumatori o delle imprese – come standard obbligatori, restrizioni e maggiori normative – sono state approvate meno spesso e più raramente sono state bipartisan».
La Marshall ricorda che «I democratici sostengono ampiamente le politiche climatiche di tutti i tipi e i repubblicani tendono a sostenere politiche climatiche che espandono le scelte dei consumatori e delle imprese e utilizzano incentivi finanziari. I progetti di legge sponsorizzati esclusivamente dai democratici, al contrario, tendevano a limitare le scelte dei consumatori e delle imprese».
Secondo Marshall e Burgess, «Capire dove repubblicani e democratici potrebbero incontrarsi in termini di formulazione di politiche per affrontare le emissioni di carbonio è una parte importante della costruzione di ampie coalizioni necessarie per creare una legislazione di successo sulla politica climatica. In alcuni casi questo potrebbe significare scegliere attentamente il linguaggio laddove la tensione ideologica potrebbe ostacolare il bipartitismo, o scendere a compromessi tra incentivi e scelta, mandati e standard».
I ricercatori evidenziano che lo studio si concentra su cosa si potrebbe fare per creare sostegno alle politiche di decarbonizzazione e «Non parla necessariamente di quella che dovrebbe essere la strategia di un particolare politico o attivista. Questi risultati mostrano quali tipi di progetti di legge sono stati approvati in diversi contesti politici, che potrebbero in definitiva orientare gli sforzi per ampliare la politica di mitigazione del clima a livello nazionale».
Ma l’altro studio “Neutral and negative effects of policy bundling on support for decarbonization”, pubblicato sempre su Climatic Change da Marshall e Burgess e da Sarah Anderson (UCSB), Leaf Van Boven (UC Boulder) e Laith Al-Shawaf (University of Colorado Colorado Springs) avverte che «Combinare iniziative sul clima con altre politiche nel tentativo di aumentarne la popolarità può rivelarsi controproducente».
Risultati che mettono in discussione la pratica bipartisan di “raggruppare” diverse politiche in un unico atto legislativo. Una cosa che piace molto ai parlamentari perché la ritengono efficiente e rispondente alla convinzione dell’opinione pubblica su cosa dovrebbe essere una legge per essere popolare: se sinistra e destra sono d’accordo vuol dire che l’intero pacchetto otterrà sostegno degli elettori di entrambi gli schieramenti.
Ma dal sondaggio su 2.251 adulti statunitensi viene fuori qualcosa di molto diverso. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti allo studio se avrebbero sostenuto una di 4 diverse politiche climatiche. Le politiche climatiche, che sono generalmente più apprezzate dai progressisti, sono state presentate da sole o abbinate ad un’altra iniziativa pensata per attrarre vari gruppi.
Come spiega Anthropocene Magazine «Le politiche “raggruppate” includevano la spesa per le infrastrutture (che gode di un’ampia popolarità bipartisan), la sospensione di nuove normative ambientali (popolari tra i conservatori), politiche di ridistribuzione economica come la tassazione dei ricchi o l’espansione dei benefici sanitari, o politiche di giustizia sociale come l’istituzione di quote razziali e di genere. per i contratti infrastrutturali (entrambi più apprezzati dai liberal). Tutte le politiche sono state modellate su quelle proposte a livello statale o nazionale».
I ricercatori evidenziano che «Nessuno dei pacchetti politici ha aumentato significativamente il sostegno relativo alla sola decarbonizzazione, né nel complesso né tra i vari segmenti dell’elettorato». Anzi, l’abbinamento della politica climatica con politiche di giustizia sociale o la riduzione della regolamentazione ambientale hanno ridotto il sostegno all’azione climatica. Ogni pacchetto legislativo bipartisan ha ottenuto meno sostegno da parte dei partecipanti allo studio rispetto alle politiche climatiche prese singolarmente. La combinazione di politiche climatiche e di giustizia sociale ha ridotto il sostegno tra conservatori e i moderati senza aumentarlo tra i progressisti. La combinazione di politiche climatiche e sospensione delle normative ha ridotto il sostegno tra i progressisti e i moderati senza aumentarlo tra i conservatori.
E’ un po’ quello che sta succedendo nell’Ue in vista delle elezioni europee con la marcia indietro su Politica agricola comune, biodiversità ed European Green Deal e il calcolo politico – a leggere lo studio – potrebbe essere sbagliato.
La polarizzazione politica viene spesso vista come qualcosa da superare o da combattere, magari con estenuanti trattative come quelle delle Conferenze delle parti Unfccc sul clima, ma la combinazione di politiche climatiche e sospensione delle normative riduce la polarizzazione attorno alla politica climatica ma rende l’azione climatica meno popolare. «Fondamentalmente, la diminuzione della polarizzazione non ha portato ad un aumento del supporto generale», scrivono i ricercatori.
Abbinare le politiche climatiche alla spesa per le infrastrutture o alla ridistribuzione economica è altrettanto popolare quanto la sola politica climatica.
Uno studio precedente ha rilevato che unire politiche climatiche e di ridistribuzione economica aumenta il sostegno alla politica climatica, facendo crescere il sostegno dei democratici senza allontanare i repubblicani. Il nuovo studio rileva una trend simile, ma con spostamenti poco significativi. Quindi è possibile che alcuni pacchetti bipartisan possano far aumentare il sostegno alla politica climatica e il ricercatori dicono che dovrebbe essere studiata in modo più dettagliato la combinazione di clima e ridistribuzione economica: «Avvertiamo che i nostri risultati non sono una prescrizione per evitare di raggruppare insieme varie politiche. Piuttosto, evidenziano empiricamente alcuni dei rischi associati al raggruppamento di politiche e indicano che c’è molto altro da capire su questa strategia».
I ricercatori suggeriscono che «Gli studi futuri potrebbero concentrarsi su una politica generalmente più popolare tra i conservatori al fine di comprendere le dinamiche del raggruppamento legislativo in generale. Gli studi potrebbero anche testare il raggruppamento di ipotetiche politiche climatiche, piuttosto che quelle reali incluse nello studio attuale, per scoprire se esistono politiche possibili che potrebbero avere effetti più positivi sul sostegno complessivo».