Le ultime 30 estati europee sono state le più calde da oltre 2000 anni
La politica ecoscettica anti-scientifica è un’arma a doppio taglio
[1 Febbraio 2016]
Dopo la fine del XX secolo, la maggior parte dell’Europa ha vissuto mesi estivi molto caldi, che hanno raggiunto record delle temperature che a volte si sono rivelati mortali.
Se il 2015 è stato l’anno più caldo mai registrato nel mondo, l’Europa Mediterranea, a partire dalla Francia e dall’Italia, si è trovata in alcuni periodi in situazioni simili a quelle del 2003, quando un’ondata di caldo fece migliaia di vittime. Ma nel 2015 anche lontano dal Mediterraneo, come a Madrid e in molte cittàò tedesche, oppure in Svezia, nel luglio 2015 sono stati battuti tutti i record di caldo.
Ora uno studio dell’ Euro-Med2k Working Group, pubblicato su Environmental Research Letters, dice che forse abbiamo addirittura sottovalutato i dati delle temperature estive in Europa e in particolare nel Mediterraneo.
Nick McKay, un ricercatore della School of earth sciences and environmental sustainability della Northern Arizona University che non ha partecipato allo studio, spiega a Climate Progress che «Le ultime 30 estati – 1986 – 2015 – sono state più calde rispetto a qualsiasi altro periodo di 30 anni, almeno dal 138 aC. L o studio è il migliore tentativo state-of-the-art di ricostruire le temperature estive europee durante gli ultimi 2.000 anni. Ricostruire la variabilità della temperatura degli ultimi due millenni è incredibilmente importante per comprendere i cambiamenti ai quali stiamo assistendo ora»
Lo studio dell’Euro-Med2k Working Group si basa sui dati degli anelli degli alberi e su documenti i provenienti da 10 Paesi europei ed ed è stato finanziato dalle Fondazioni scientifiche nazionali statunitense e svizzera e dala National Oceanic and Atmospheric AdministrationUsa. Hanno partecipato più di 40 ricercatori che hanno prodotto insieme modelli climatici e ricostruito il cambiamento del clima dai tempi degli antichi romani.
L’Euro-Med2k Working Group ha documentato durante i secoli modelli climatici che vanno dall’insolitamente freddo all’insolitamente caldo. La metà del XIII secolo in Europa è sta caratterizzata da un raffreddamento nella parte nord-orientale del continente, ma da un accentuato riscaldamento nelle regioni di sud-ovest. Poi c’è stata quella che viene chiamata la piccola glaciazione, un periodo eccezionalmente freddo tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII ° secolo, con anomalie negative della temperatura in quasi mezza Europa.
Uno di ricercatori che hanno partecipato allo studio, Jason Smerdon, Jason Smerdon, del Lamont-Doherty Earth Observatory e professore alla Columbia University, ha spiegato che «Se si guarda, diciamo, al XX secolo, nel passati o ci sono stati ” periodi che erano almeno comparabile i per caldo al XX secolo. Ma anche con questa sorte di maggiore variabilità degli ultimi 2.000 anni [], questi ultimi anni spiccano davvero ancora come un periodo di caldo che non ha paragoni». ”
Un caldo che, secondo lo studio dell’Euro-Med2k Working Group, è particolarmente evidente nell’Europa meridionale, dove erano d’altronde attesi i segni premonitori del cambiamento climatico di origine antropica. I ricercatori concordano sul fatto che il sistema climatico descritto dallo studio mostra una combinazione di cambiamenti climatici causati dall’uomo e di decenni di oscillazioni climatiche naturali.
Kevin Anchukaitis, un paleoclimatologo dell’università dell’Arizona, ha detto a ClimateProgress che «Le temperature estive europee nel corso degli ultimi 2.000 anni riflettono una combinazione di variabilità legate ai cambiamenti dell’attività solare e vulcanica, i recenti aumenti dei gas serra e la variabilità naturale interna del sistema climatico».
Lo studio conferma anni di ricerche e una impressionante mole di studi che dimostrano che il pianeta si sta riscaldando a causa dei gas serra di origine antropica, Ma Smerdon evidenzia che la ricostruzione della storia climatica europea realizzata dall’Euro-Med2k Working Group fa emergere molte domande ancora senza risposta: « I modelli climatici e le ricostruzioni climatiche non hanno spiegato pienamente il cambiamento avvenuto durante il Medioevo e la cosiddetta piccola era glaciale che si è conclusa nel 1700. Ma questi ultimi anni spiccano davvero ancora come un periodo di caldo che non ha paragoni- Quindi la domanda è: perché i modelli non riproducono l’entità della differenza di temperatura tra l’anomalia climatica medievale e la Piccola Era Glaciale. Una possibilità è che le ricostruzioni climatiche che contabilizzano l’attività vulcanica ed altri fattori che influenzano il clima potrebbe dover essere adeguate» e poi resta quella che Smerdon chiama «La casualità naturale del clima».”
Quando si parla di paleoclimi un certo livello di incertezza è inevitabile: la maggior parte delle ricostruzioni paleoclimatiche, e in particolare quelli basati sugli anelli degli alberi, dispone di sempre meno dati più ci si spinge indietro nel tempo. Ma i ricercatori, anche quelli che non hanno partecipato allo studio, pensano che l’Euro-Med2k Working Group il abbia davvero fatto un ottimo lavoro. McKay evidenzia che «Gli studi sul paleoclima cominciamo a rispondere a domande come: il recente riscaldamentoè simile ad altri riscaldamento che sono avvenuti nel recente passato? Il recente riscaldamento può essere spiegato con cause naturali?» Ma, nonostante le speranze degli eco-scettici, le cause naturali non possono assolutamente spiegare il recente forte riscaldamento in Europa ed altrove. La stragrande maggioranza degli scienziati è convintissima che il recente riscaldamento globale accelerato non ha niente a che fare con i riscaldamenti delle temperature verificatisi nel passato e che può essere spiegato solo con l’intervento umano nei processi planetari. Un altro studio pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori statunitensi e tedeschi ha rilevato che i recenti record delle temperature hanno approssimativamente da 600 a 130.000 volte più probabilità di essersi verificati per cause antropiche che in loro assenza.
Eppure, nonostante le prove del riscaldamento climatico antropogenico siano schiaccianti, ecoscettici e politici, a cominciare dai Repubblicani americani, continuano a sminuire o negare il ruolo svolto dagli esseri umani nel global warming. Smerdon ne è consapevole, ma dice che si tratta di un’arma a doppio taglio per i politici che la usano: «Potrebbe fare diventare una persona scettica e fargli dire che non siamo in grado di modellare questo in modo molto efficace … quindi non dovremmo preoccuparci. Ma una delle cose di cui non parla chi semina queste incertezze è che i modelli potrebbero non caratterizzare completamente i rischi che abbiamo di fronte, quindi è un’arma a doppio taglio».