L’Europa è sulla buona strada verso la resilienza climatica?
Ondate di caldo, siccità e altri eventi meteorologici estremi influenzano sempre più le politiche di adattamento Ue
[24 Ottobre 2023]
Secondo il briefing “Is Europe on track towards climate resilience? Status of reported national adaptation actions in 2023”, pubblicato oggi dall’European Environment Agency (EEA), «Le valutazioni del rischio climatico che tengono conto di minacce come ondate di caldo, siccità, inondazioni e incendi vengono sempre più utilizzate per informare e migliorare le politiche nazionali di adattamento».
Il briefing EEA analizza i recenti sviluppi e le lezioni apprese negli ultimi 2 anni e conferma che «Ondate di caldo, siccità, inondazioni e aumento degli incendi sono stati i principali eventi meteorologici estremi segnalati dalle autorità nazionali. Molti paesi hanno inoltre riferito di aspettarsi un aumento della frequenza e dell’intensità di questi eventi».
Si tratta della seconda valutazione dell’EEA sulle azioni di adattamento nazionali degli Stati membri dell’U e si basa sui rapporti nazionali presentati alla Commissione europea ai sensi del regolamento sulla governance dell’Unione energetica e sull’azione climatica. Ove possibile, il briefing confronta anche le azioni di adattamento con le informazioni precedenti per descrivere i progressi tra il 2021 e il 2023. La valutazione è integrata da contributi volontari di due Paesi membri dell’EEA exsta-Ue: Islanda e Svizzera.
Dal briefing emerge che «Quasi la metà dei Paesi dichiaranti ha fornito nuove valutazioni nazionali del rischio climatico dal 2021, sebbene i Paesi con obblighi legali per valutazioni ripetute del rischio climatico costituiscano ancora un’eccezione». Sulla base delle informazioni riportate, «Una minoranza di Paesi deve ancora produrre la prima valutazione nazionale completa del rischio».
L’Italia non risulta avere una legge nazionale sul clima; un piano di adattamento nazionale e un piano regionale di adattamento, mentre ha una strategia nazionale di adattamento e un piano di adattamento settoriale.
Le valutazioni vengono sempre più utilizzate per orientare lo sviluppo delle politiche di adattamento e il briefing ha inoltre rilevato:
Un panorama di politiche di adattamento in graduale evoluzione, in cui le leggi sul clima stanno emergendo sempre più come strumento per conferire maggiore potere legale a tali politiche. Nove nuove strategie e/o piani nazionali di adattamento sono stati approvati e adottati dai Paesi dal 2021.
L’elaborazione delle politiche di adattamento a livello subnazionale sta facendo ulteriori progressi in tutti i Paesi, soprattutto grazie a iniziative volontarie e dal basso verso l’alto
Le sfide legate alla governance, come le difficoltà di coordinamento dovute a limitazioni nelle capacità finanziarie, tecniche e umane, rappresentano un ostacolo persistente all’attuazione delle azioni di adattamento in molti paesi, anche dove esistono quadri di governance ben sviluppati.
I fondi Ue svolgono un ruolo importante nel finanziamento delle azioni di adattamento per la maggior parte degli Stati membri. Solo pochi Stati membri hanno segnalato un fondo nazionale autonomo dedicato all’adattamento.
Sebbene i tipi di indicatori e il modo in cui contribuiscono agli scopi della valutazione non sono sempre chiari, viene spesso segnalato un approccio basato su indicatori per il monitoraggio, la rendicontazione e la valutazione,.
Le perdite economiche dovute alle condizioni meteorologiche estreme e agli estremi legati al clima aumentano.
Secondo un indicatore EEA recentemente aggiornato, «Tra il 1980 e il 2022, gli estremi legati alle condizioni meteorologiche e climatiche hanno causato perdite economiche di beni stimate in 650 miliardi di euro negli Stati membri dell’Ue, di cui 59,4 miliardi di euro nel 2021 e 52,3 miliardi di euro nel 2022».
Il briefing fa notare che «Analizzare l’andamento delle perdite economiche è difficile, in parte a causa dell’elevata variabilità da un anno all’altro. Alcune analisi hanno rivelato, tuttavia, che le perdite economiche aumentano nel tempo. Poiché si prevede che gli eventi estremi legati alle condizioni meteorologiche e al clima si intensificheranno ulteriormente, sembra improbabile che le perdite economiche associate si riducano nel prossimo decennio».
L’EEA conclude: «In Europa, deve essere messa in pratica la pianificazione strategica per spostare l’attenzione verso il raggiungimento della resilienza climatica. Le informazioni riportate nel 2023 dimostrano chiaramente la disponibilità di piani globali. Rivelano inoltre che molte azioni di adattamento nazionali che affrontano lacune cruciali sono già pianificate o in fase di attuazione. Nell’attuale panorama politico, le azioni spesso avvengono in parallelo invece di seguire un approccio graduale o un ciclo. La loro gestione richiede il “multitasking”, con alcune questioni trasversali che richiedono un’attenzione specifica. Il monitoraggio e la rendicontazione dell’attuazione sono attualmente complessi. Sebbene le informazioni riportate colgano bene le sfide che i Paesi europei si trovano ad affrontare, sono necessari ulteriori ricerche e supporto per: definire percorsi di adattamento variabili; identificare e promuovere esempi di eccellenza nell’adattamento; determinare la bancabilità delle opzioni di adattamento; indagare l’efficacia, l’efficienza e il progresso delle misure di adattamento. Un’analisi delle informazioni riportate da tutti i Paesi mostra che l’ispirazione e l’apprendimento reciproco tra tutti gli attori impegnati nelle azioni di adattamento appaiono cruciali ed essenziali, ma allo stesso tempo già attuati e di successo».