L’Ue in aiuto di Pacifico e Filippine nella lotta contro i cambiamenti climatici
[30 Agosto 2013]
Connie Hedegaard, la Commissaria europea per l’Azione per il clima, rappresenterà l’Ue al Pacific Islands Forum (Pif) che si terrà a Majuro, la capitale delle Isole Marshall, dal 3 al 5 settembre. Il meeting di quest’anno ha come tema “Marshalling the Pacific Response to the Climate Challenge”.
Il Pif, fondato nel 1971, è la principale istituzione politica economica del Pacifico e punta a rafforzare la cooperazione e l’integrazione regionale e a svolgere la finzione di organismo intergovernativo per i 14 Paesi insulari del Pacifico, spesso piccolissimi o poverissimi, e l’Australia e la Nuova Zelanda.
Hedegaard ha detto: «Il mio desiderio è far sì che l’Unione europea e la regione del Pacifico collaborino per portare avanti il programma mondiale sui cambiamenti climatici. La regione del Pacifico può contare sulla cooperazione e l’ambizione dell’Europa in campo climatico. Noi contiamo sulla regione del Pacifico affinché ci aiuti a coinvolgere tutte le altre grandi economie in un futuro regime climatico ambizioso, da completare nel 2015. Non c’è tempo da perdere se vogliamo evitare che le devastanti catastrofi causate dal clima diventino la norma».
Le isole Marshall vogliono che il meeting Pif approvi la “Majuro Declaration for Climate Leadership” per dare un nuovo impulso alla lotta contro i cambiamenti climatici che negli ultimi anni i leader del Pacifico hanno individuato come la principale minaccia per la regione. Le basse isole dei piccoli Stati insulari e del Pacifico sono particolarmente vulnerabili di fronte all’innalzamento del livello dei mari causato dal global warming e solo pochi mesi fa proprio le isole Marshall hanno dichiarato lo stato di calamità nella parte settentrionale del Paese a causa della siccità provocata dai cambiamenti climatici.
Nelle Marshall la Hedegaard parteciperà anche a incontri bilaterali con i diversi leader delle isole per discutere degli effetti dei cambiamenti climatici nel Pacifico e dei progressi compiuti nei negoziati internazionali per la conclusione di un nuovo accordo internazionale sul clima nel 2015 e il rafforzamento dell’azione globale per il clima entro il 2020.
In una nota la Commissione europea ricorda che «l’Ue e i suoi Stati membri sono i maggiori donatori a livello mondiale e i secondi nella regione del Pacifico, dopo l’Australia. La cooperazione allo sviluppo dell’Ue con i paesi Acp (Africa, Caraibi e Pacifico) e i Ptom (paesi e territori d’oltremare), gestita dalla Commissione, è stimata a 750 milioni di euro per il periodo 2008-2013». Gli aiuti Ue finanziano i programmi di assistenza bilaterali e i programmi regionali gestiti dalle organizzazioni regionali del Pacifico.
L’Ue e gli Stati del Pacifico hanno una partnership di lunga durata ed interessi comuni in materia di cambiamenti climatici, tutela degli oceani e altre questioni di portata globale. La commissione Ue sottolinea che «la cooperazione sul fronte dei cambiamenti climatici è al centro del partenariato Ue-Pacifico. Da quando l’Ue e il Pif hanno adottato una dichiarazione comune sui cambiamenti climatici nel 2008, la cooperazione Ue-Pacifico in questo settore è cresciuta in maniera sostanziale, sia a livello politico che economico. Il partenariato rinnovato per lo sviluppo Ue-Pacifico, presentato lo scorso anno dalla Commissione e dall’Alta rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, fornisce il quadro di riferimento per il rafforzamento della collaborazione e del coordinamento nella lotta contro i cambiamenti climatici».
Oltre alle risorse per lo sviluppo e i cambiamenti climatici inizialmente assegnate ai paesi Acp del Pacifico per il periodo 2008-2013, l’Ue ha approvato un pacchetto finanziario di 110 milioni di euro per ulteriori risorse riguardanti la lotta ai cambiamenti climatici, impegnate dalla Commissione a partire dal 2008. Tutti i piccoli Stati insulari in via di sviluppo nella regione del Pacifico beneficiano di un sostegno finanziario e tecnico nell’ambito della Global Climate Change Alliance dell’Ue, con un sostegno che viene erogato direttamente, attraverso i programmi nazionali, o indirettamente, mediante i programmi regionali dell’Ue per il Pacifico.
Dopo il meeting del Pif, la missione di diplomazia climatica della Hedegaard prosegue in Asia: il 6 settembre la sarà a Manila per colloqui con il presidente Benigno Aquino, i rappresentanti delle commissione delle Filippine per i cambiamenti climatici e la direzione della Banca asiatica di sviluppo e le Ong della società civile filippina.
Le Filippine sono un importante membro dell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (Asean) e ai negoziati Unfccc aderiscono al gruppo dei cosiddetti Like Minded Developing Countries (Paesi in via di sviluppo uniti da un pensiero comune). Le Filippine sono sempre più spesso colpite da eventi meteorologici estremi.
La Banca mondiale ha avvertito che «i cambiamenti climatici stanno diventando un ostacolo allo sviluppo e alla lotta contro la povertà in tutto il mondo» e nel suo recente rapporto Getting a grip on climate change in the Philippines ha sottolineato che le Filippine «sono il terzo Paese più vulnerabile al mondo di fronte agli eventi meteorologici estremi e all’innalzamento del livello dei mari».
L’Ue sostiene l’azione per il clima nei Paesi asiatici con il fondo investimenti per l’Asia della Commissione europea, che già ha in cantiere progetti per circa 3 miliardi di euro e che sarà ampliato in misura significativa nei prossimi 7 anni. Sostiene inoltre con contributi alla Banca asiatica di sviluppo, con il sostegno a favore dell’Asean che sarà rivisto con il nuovo programma regionale 2014-2020 e con il programma Swuitch-Asia, che promuove modelli di consumo e di produzione sostenibili nella regione.