Madagascar: il ciclone Batsirai ha fatto almeno 21 morti e danni devastanti
A rischio il raccolto di riso, principale fonte di sostentamento della popolazione
[9 Febbraio 2022]
Il Madagascar, uno dei Paesi più poveri e meno industrializzati del mondo, si conferma nuovamente come una delle principali vittime di un cambiamento climatico del quale non ha nessuna colpa. Infatti, secondo i dati del governo e gli ultimi aggiornamenti dell’United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA), «Il bilancio delle vittime del ciclone tropicale Batsirai in Madagascar è salito a 21 con oltre 62.000 sfollati. Questi numeri dovrebbero cambiare man mano che maggiori informazioni arriveranno dai distretti colpiti». Nessuno sa il numero esatto dei dispersi.
Il ciclone ha colpito il Madagascar la sera del 5 febbraio e le prime ricognizioni aeree effettuate dall’Onu d mostrano che «I principali danni causati dal vento si concentrano intorno alla città di Mananjary, dove il ciclone è atterrato. Nella regione di Fitovinany, l’impatto principale sono le inondazioni con le risaie allagate in diversi distretti [Vohipeno, Vangaindrano e Manakara]. Sono allagate anche alcune case vicino ai fiumi nei distretti di Vohipeno e Farafangana».
L’OCHA ricorda che «La devastazione provocata da Batsirai ha aggravato la sofferenza causata dal passaggio della tempesta tropicale Ana e da una zona di convergenza intertropicale in Madagascar meno di due settimane fa». La tempesta tropicale Ana ha ucciso 55 persone e ne ha colpite 132.000 persone, comprese 15.152 che sono ancora sfollate, di cui 14.938 rifugiati temporaneamente in 68 centri nella regione di Analamanga. Il governo aveva già dichiarato lo stato di emergenza il 27 gennaio.
Ieri sono iniziate oggi le valutazioni multisettoriali dei bisogni nei distretti più colpiti nel sud-est del Madagascar: Mananjary, Manakara, Farafangana e Vohipeno. I venti e le piogge del ciclone tropicale Batsirai hanno causato ingenti danni alle strade e ai collegamenti, rendendo inaccessibili alcune delle aree più colpite. Almeno 19 strade e 17 ponti sono stati spazzati via. Dai primi dati risultano colpite e distrutto o gravemente danneggiate 211. Si prevede che il numero delle persone colpite aumenterà nei prossimi giorni man mano che saranno disponibili ulteriori informazioni, anche per le aree difficili da raggiungere che non hanno ancora presentato segnalazioni preliminari di danni e perdite di vite umane. Il governo di Antananarivo stima che, complessivamente, fino a 600.000 persone potrebbero essere state colpite da Batsirai e che il numero di sfollati potrebbe arrivare a 150.000.
Onu e ONG stanno sostenendo il governo malgascio fornendo pasti caldi del World Food Programme alle persone colpite, mentre l’Unicef provvede ai servizi igienico-sanitari nei siti in cui si sono rifugiati almeno 43.000 sfollati e un’ampia gamma di attività per proteggere e sostenere donne e bambini. L’ United Nations sexual and reproductive health agency (UNFPA) e i suoi partner – compreso il ministero della salute malgascio – stanno fornendo pronto soccorso psicologico a Manakara, Fianarantsoa, Vangaindrano, Mahabako e Taolagnaro (Fort-Dauphin), distribuendo kit di dignità per le donne e ragazze sopravvissute alla violenza di genere nelle regioni di Vatovavy, Fitovinany, Atsimo Andrefana, Anosy, Androy e forniscono assistenza medica alle vittime di violenza sessuale.
Pasqualina DiSirio, Country Director del WFP Madagascar, ha detto che «Finora sono state colpite circa 150.000 persone, ma questi numeri possono facilmente aumentare. Al momento abbiamo ancora acque in aumento nei canali, nei fiumi, e le persone sono ancora in pericolo. Sappiamo per certo che le risaie, le colture di riso saranno danneggiate. E’ il raccolto principale dei malgasci e, se non facciamo qualcosa immediatamente e li aiutiamo a riprendersi, saranno gravemente colpiti in termini di sicurezza alimentare nei prossimi tre o sei mesi».
Ieri Issa Sanogo, residente e coordinatore umanitario dell’Onu in Madagascar, ha visitato le aree colpite insieme ai partner umanitari e dello sviluppo per rendersi conto in prima persona della situazione e sostenere la mobilitazione immediata di risorse per la risposta a un nuovo disastro climatico che ha colpito il Madagascar centro-settentrionale mentre il sud del Paese è ancora in preda a una devastante e prolungata siccità che ha distrutto i mezzi di sussistenza, seminato la fame, la malnutrizione e la morte.