Migliorano i sistemi di allarme contro gli eventi meteorologici estremi, ma i progressi sono insufficienti
Alla Cop28 presentato il rapporto su progressi e gap in tutto il mondo
[4 Dicembre 2023]
«Sempre più vite vengono protette dalle condizioni meteorologiche estreme e dai pericolosi effetti dei cambiamenti climatici, ma la strada da fare è ancora lunga. La metà dei paesi a livello globale non dispone ancora di adeguati sistemi di allerta precoce multi-rischio».
A dirlo è un nuovo rapporto “2023 Global Status of Multi-Hazard Early Warning Systems” presentato alla COP28 Unfccc a Dubai dall’United Nations Office for Disaster Risk Reduction (UNDRR) e dal Centre of Excellence for Climate and Disaster Resilience della World meteorological organization (Wmo) rileva che «L’Africa ha raddoppiato la qualità della copertura dei sistemi di allerta precoce, ma è ancora al di sotto della media globale. Meno della metà dei Paesi meno sviluppati e solo il 40% dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo dispongono di un sistema di allarme rapido multirischio. Negli Stati arabi, la conoscenza del rischio necessaria per sostenere i sistemi di allarme rapido è risultata particolarmente bassa».
Il rapporto, che analizza i dati più recenti a un anno dall’inizio dell’iniziativa Early Warnings for All, che punta a coprire con sistemi di allarme precoce tutta la popolazione mondiale entro il 2027, è stato presentato alla COP28 dal segretario generale dell’Onu António Guterres in un evento di alto livello a cui hanno partecipato ministri e stakeholder e rivela che «101 Paesi hanno riferito di avere un sistema di allarme rapido, un aumento di 6 Paesi rispetto allo scorso anno e che rappresenta un raddoppio della copertura rispetto al 2015».
Maldive, Laos ed Etiopia dispongono ora di piani d’azione nazionali dedicati e di strutture di coordinamento. Il Benin ha rafforzato le comunicazioni per raggiungere le comunità a maggior rischio. L’allarme per le inondazioni improvvise delle Fiji è stato rafforzato per proteggere l’intera popolazione di quasi 1 milione di persone. Oltre 400 milioni di persone nei paesi meno sviluppati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) hanno ora accesso a previsioni e allerte migliori per inondazioni, siccità, ondate di caldo e cicloni tropicali. Grazie alla Climate Risk and Early Warning Systems Initiative (CREWS), Paesi come Papua Nuova Guinea e Burkina Faso possono ora fornire previsioni stagionali sulla siccità per i piccoli agricoltori, molti dei quali donne.
Secondo guterres, «Quel che stiamo offrendo nell’ambito dell’iniziativa Early Warnings for All può proteggere e salvare le comunità vulnerabili dagli impatti peggiori. Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma anche realizzabile. Nel 2024 bisogna raddoppiare la velocità e la portata del sostegno nei Paesi. Per renderlo una realtà abbiamo bisogno che tutti remino nella stessa direzione – collaborando e cooperando in un modo come non abbiamo mai fatto prima».
La Svezia ha annu ciato un finanziamento di 60 milioni di corone svedesi (5,3 milioni di euro) e la Danimarca di 40 milioni di corone danesi (5,4 milioni di euro) e la Francia ha confermato ulteriori 8 milioni di euro all’anno di finanziamenti, il doppio degli impegni precedenti. Questo annuncio integra i finanziamenti di quest’anno da parte di Canada, Svizzera, Lussemburgo, Monaco e Regno Unito.
UNDRR e Wmo hanno sottolineato che «I nuovi finanziamenti accelereranno progressi più rapidi e si baseranno sulle fondamenta già gettate dal lancio dell’iniziativa, compreso l’impegno congiunto di tutte le principali banche multilaterali di sviluppo e del Green Climate Fund nell’aumentare gli investimenti per i sistemi di allarme rapido. L’obiettivo ora è aumentare il sostegno in più paesi e garantire i finanziamenti per fornire avvisi tempestivi per tutti nei prossimi quattro anni».
La Systematic Observation Financing Facility (SOFF) sta diventando rapidamente uno strumento per colmare il gap nei dati meteorologici e climatici di base. 70 Paesi stanno ricevendo il sostegno iniziale e questa settimana sono stati appena approvati investimenti per oltre 30 milioni di dollari.
Guterres si è detto incoraggiato per i progressi in materia finanziaria, compresi nuovi contributi bilaterali e l’allineamento con gli investimenti esistenti: «Tutte le principali banche multilaterali di sviluppo, i fondi globali per il clima e i principali meccanismi di finanziamento si sono coalizzati attorno all’iniziativa Early Warnings for All. Questi impegni sono essenziali e inestimabili».
Il rapporto UNDRR – Wmo fa notare anche un aumento dell’impegno politico e della leadership, con 30 Paesi in prima linea nel promuovere l’allerta precoce e un piano regionale in Africa per incentivarne l’attuazione.
Secondo Mami Mizutori, rappresentante speciale del Segretario generale dell’Onu per la riduzione del rischio di catastrofi e a capo dell’UNDRR, «I progressi sono incoraggianti ma non dobbiamo accontentarci. Con un aumento dell’80% del numero di persone colpite da catastrofi dal 2015 e metà del mondo che non ha ancora accesso agli allarmi tempestivi, è imperativo agire ora per salvare vite umane, mezzi di sussistenza e beni».
Il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, ha aggiunto: «Stiamo facendo progressi ma dobbiamo fare di più. Molti Paesi dell’Africa, del Pacifico e del Sud America presentano ancora lacune significative nel raggiungimento del numero minimo di osservazioni meteorologiche necessarie per effettuare le previsioni. Gli allarmi tempestivi sono il frutto a portata di mano dell’adattamento climatico. Non sono un lusso ma un must».
Una nuova dashboard Early Warnings for All presentata alla COP28 fornisce una comprensione olistica dello stato attuale dei sistemi di allarme rapido per aiutare a indirizzare gli investimenti per colmare il gap. La dashboard è il prodotto dello sforzo collettivo di tutti i partner che hanno messo insieme dati, fonti e metodologie nella creazione di uno strumento di monitoraggio online. Ha lo scopo di facilitare la condivisione delle informazioni, migliorare il coordinamento e rafforzare la responsabilità. Servirà inoltre come portale dati centralizzato per l’Iniziativa.
Il rapporto WMO-UNDRR raccomanda di «Investire nella governance del rischio come base comprovata per abilitare efficaci sistemi di allarme rapido. I Paesi con strategie più globali, che integrano l’adattamento climatico e la resilienza alle catastrofi, hanno mostrato una copertura ancora migliore dei sistemi di allarme rapidoz.
Inoltre, il rapporto sottolinea che «Gli sforzi intensificati per garantire che le comunità difficili da raggiungere dispongano di sistemi di allerta precoce che raggiungano tutti e che siano basati sulle esigenze locali» e rileva la necessità di «Rafforzare l’azione preventiva per una migliore preparazione», mentre «I livelli di preparazione delle comunità sono migliorati con 250 milioni di persone evacuate ogni anno in tutto il mondo dal 2015 prima che si verifichi una catastrofe».
Alla COP28 è stato presentato l’esempio della Somalia che, dopo aver sopportato anni di siccità mortale, è ora colpita da inondazioni devastanti, che hanno provocato lo sfollamento di decine di migliaia di persone e allagato circa 1,5 milioni di ettari di terreni agricoli. Un Paese poverissimo, uno Stato fantasma piegato da decenni di guerra nel quale gli impatti meteorologici estremi e i cambiamenti climatici stanno peggiorando la competizione per risorse scarse come l’acqua e i pascoli.
Intervenendo alla COP28, Jama Taqal Abbas, ministro dell’energia e delle risorse Idriche del governo federale somalo ha sottolineato che «Il cambiamento climatico amplifica il rischio della sicurezza alimentare e dei modelli meteorologici, esacerbando le tensioni e le migrazioni che mettono a dura prova sistemi già fragili. Ma di fronte a queste sfide, ci sono opportunità. La Somalia può sfruttare la resilienza e l’innovazione non solo per mitigare gli impatti, ma anche per costruire un futuro più sostenibile. I sistemi di allarme rapido hanno il potere di fungere da catalizzatore del cambiamento e di rispondere agli shock legati al clima, proteggendo vite umane e mezzi di sussistenza. Possiamo promuovere la resilienza della comunità e la capacità di adattamento».