Niente pioggia niente risorse: il Corno d’Africa ogni giorno sempre più vicino alla catastrofe

Il peggioramento della siccità nel Corno d'Africa e le ricadute della guerra in Ucraina mettono a rischio 20 milioni di persone

[20 Aprile 2022]

Finora, a quasi un mese dall’inizio della stagione delle piogge primaverile, le piogge disperatamente necessarie in tutto il Corno d’Africa non ci sono state e il World food programme (WFP) avverte che «Se queste condizioni dovessero continuare, insieme agli aiuti umanitari stagnanti e persino in diminuzione, il numero di persone affamate a causa della siccità potrebbe salire a spirale dagli attualmente stimati 14 milioni a 20 milioni entro la fine del 2022».

Con la Somalia a rischio carestia, mezzo milione di kenioti a un passo dai livelli catastrofici di fame e la malnutrizione in Etiopia ben al di sopra delle soglie di emergenza, il tempo stringe inesorabilmente per le famiglie che lottano per sopravvivere.

Michael Dunford, direttore regionale del WFP per l’Africa orientale., è molto preoccupato: «Sappiamo dall’esperienza passata che agire in anticipo per evitare una catastrofe umanitaria è vitale, ma la nostra capacità di avviare una risposta è stata limitata a causa della mancanza di fondi fino ad oggi. Il WFP e altre agenzie umanitarie hanno avvertito fin dall’anno scorso la comunità internazionale che questa siccità avrebbe potuto essere disastrosa se non avessimo agito immediatamente, ma i finanziamenti non sono riusciti a concretizzarsi al livello richiesto».

Chimimba David Phiri, Coordinatore sub-regionale della Fao per l’Africa orientale, spiega che «L’impatto maggiore è stato avvertito dalle famiglie che coltivano o allevano animali. Circa tre milioni di capi di bestiame sono morti nell’Etiopia meridionale e nelle regioni aride e semi-aride del Kenya, mentre in Somalia, dalla metà del 2021 è morto fino al 30% delle mandrie delle famiglie.  Inoltre, al di là della siccità, molte delle aree che ci preoccupano sono state afflitte da conflitti e insicurezza, nonché da sfide macroeconomiche e dall’aumento dei prezzi alimentari e recentemente anche dalle locuste del deserto».

Una situazione già drammatica che è stata aggravata dalle ricadute della guerra in Ucraina, che hanno spinto alle stelle i costi del cibo e del carburante. Il WFP sottolinea che «I Paesi colpiti dalla siccità in tutto il Corno d’Africa saranno probabilmente i più colpiti dall’impatto del conflitto: il costo del paniere alimentare è già aumentato, in particolare in Etiopia (66%) e Somalia (36%) che dipendono fortemente dal grano dai Paesi del bacino del Mar Nero e l’interruzione delle importazioni minaccia ulteriormente la sicurezza alimentare. Da gennaio 2022, le spese di spedizione su alcune rotte sono raddoppiate».

Phiri ha aggiunto che  «La Fao  è anche preoccupata per la scarsa fornitura di fertilizzanti provenienti dalla regione del Mar Nero durante la seconda metà dell’anno.  Riteniamo che la crisi ucraina abbia effettivamente tolto un po’ di visibilità ai bisogni della regione del Corno d’Africa. Per il mondo è importante che, mentre considera i bisogni dell’Ucraina, consideri anche i bisogni del Corno d’Africa. Dobbiamo agire ora senza rimpianti se vogliamo prevenire una catastrofe umanitaria e dobbiamo aumentare in modo significativo i nostri investimenti nei sistemi alimentari resilienti».

Il WFP ricorda che «Durante la siccità del 2016/17 nel Corno d’Africa, la catastrofe è stata evitata attraverso un’azione tempestiva. L’assistenza umanitaria è stata potenziata prima che si diffondesse la fame, salvando vite umane e scongiurando una devastante carestia. Nel 2022, a causa di una grave mancanza di risorse, crescono i timori che non sarà possibile prevenire il disastro incombente e di conseguenza milioni di persone ne soffriranno».

A febbraio il WFP aveva lanciato un drammatico appello per i finanziamenti disperatamente necessari, ma ora dice sconsolato che «E’ stato raccolto meno del 4% di ciò che era necessario. Nei prossimi sei mesi, il WFP ha bisogno di 473 milioni di dollari per aumentare l’assistenza e salvare vite umane nei tre paesi: Etiopia, Kenya e Somalia».

A gennaio la Fao aveva pubblicato un piano di risposta alla siccità da 130 milioni di dollari per assistere 1,5 milioni di persone. Finora ha ricevuto circa 50 milioni di dollari.

E World food programme traccia anche un breve ma tragico bilancio di quel che sta succedendo e di cosa ci sarebbe bisogno per evitare una catastrofe umanitaria che sembra interessare pochi, anche in Italia e anche se due dei Paesi interessati – Etiopia e Somalia – sono nostre ex colonie.

In Etiopia i raccolti sono falliti, oltre un milione di capi di bestiame sono morti e circa 7,2 milioni di persone si svegliano affamate ogni giorno nel sud e nel sud-est dell’Etiopia, mentre il Paese è alle prese con la più grave siccità dal 1981. Il WFP è sul campo, con l’obiettivo di sostenere 3,5 milioni di persone con assistenza alimentare e nutrizionale di emergenza, programmi di alimentazione scolastica, adattamento ai cambiamenti climatici e attività di costruzione della resilienza. Un’assistenza immediata e su vasta scala è fondamentale per evitare una grave crisi umanitaria nelle aree dell’Etiopia colpite dalla siccità e aiutare le comunità a diventare più resilienti agli shock climatici estremi. Il WFP richiede urgentemente 239 milioni di dollari nei prossimi sei mesi per rispondere alla siccità nel sud dell’Etiopia.

In Somalia, circa 6 milioni di persone (il 40% della popolazione) si trovano ad affrontare una grave insicurezza alimentare (IPC3 o superiore) e, cosa allarmante, se non arrivano le piogge e se non verrà consegnata l’assistenza umanitaria, c’è un rischio molto reale di carestia nei prossimi mesi. Il WFP sta preparando  l’assistenza alimentare e nutrizionale di emergenza per sostenere 3 milioni di persone entro la metà di quest’anno. Tuttavia, una carenza di fondi per i soccorsi di 192 milioni di dollari nei prossimi 6 mesi significa che il WFP ha meno della metà di ciò di cui ha bisogno per continuare a farlo. Di conseguenza, il WFP deve dare la priorità sia alla nutrizione (dove il trattamento ha la precedenza sulla prevenzione) sia all’assistenza alimentare. Il WFP ha lanciato finora il suo più grande intervento di azione preventiva in Africa, fornendo alle famiglie somale vulnerabili negli hotspot della siccità ulteriori trasferimenti di denaro e una campagna di informazione pubblica per aiutarle a resistere all’impatto di una potenziale fallimento della quarta stagione delle piogge di fila. Il WFP sta inoltre continuando i programmi di sostentamento, resilienza e sistemi alimentari per proteggere i recenti progressi in termini di sviluppo e sostenere i somali meno vulnerabili contro la siccità e altre crisi a lungo termine.

In Kenya, in meno di due anni il numero delle persone bisognose di assistenza è più che quadruplicato. Secondo lo Short Rains Assessment, la rapida escalation della siccità ha lasciato 3,1 milioni di persone in condizioni di grave insicurezza alimentare (IPC3 e superiori), tra cui mezzo milione di kenioti che stanno affrontando livelli di fame di emergenza (IPC4). Il WFP richiede urgentemente 42 milioni di dollari nei prossimi 6 mesi per soddisfare i bisogni delle comunità più colpite nelle parti settentrionali e orientali del Paese.