In California alluvioni devastanti dopo 5 anni di siccità
Noaa: nel 2016 estensione del caldo record senza precedenti nella storia Usa (VIDEO)
Mann: avvertimento di Madre Natura ai negazionisti climatici dell’amministrazione Trump
[10 Gennaio 2017]
Secondo il rapporto “National Overview – Annual 2016”, appena pubblicato dalla National oceanic and atmospheric administration Usa (Noaa), «Nel 2016, la temperatura media negli Stati Uniti contigui (Conus, gli Stat Usa escluse Alaska e Hawaiii è stata di è stata 54,9° F, 2,9° F al di sopra della media del XX secolo». Il 20216 è stato quindi il secondo anno più caldo negli Usa dopo il 2012, quando la temperatura media annua raggiunse i 55,3 gradi Fahrenheit, e si tratta del ventesimo anno consecutivo nel quale la temperatura media annua nei Conus è stata al di sopra della media del XX secolo. Andando a ritroso, per trovare un anno con temperature sotto la media bisogna risalire al 1996. La Noaa fa notar che «Dal 1895, i Conus hanno visto un aumento medio della temperatura di 0,15 ° F per decennio».
Non va meglio per le temperature minime: nel 2016 la media dei Conus è stata di 43,1° F, la più calda mai registrata, superando il record di 42,9 F del 2012. 6 Stati Usa hanno registrato la temperatura minima più calda di sempre.
Il 2016 nei Conus è stato il 24esimo anno più piovoso mai registrato: 31.70 in media, 1,76 pollici sopra la media del XX secolo. Dal 1895, le precipitazioni in tutti Conus sono aumentate a un tasso medio di 0,16 pollici per decennio.
Ma quel che secondo la Noaa ha reso davvero inusuale il 2016 è la diffusione del caldo: «L’ampiezza del caldo nel 2016 è senza precedenti nella storia del clima della nazione. Nessun altro anno ha visto così tanti Stati battere, o essre vicini a battere, le loro temperature medie annuali più calde». Scherzando, Joe Romm, scrive su RhinkProgress, scrive che «Il riscaldamento globale sembra essere trasformato l’America in una nazione di Stati rossi», come vengono chiamati gli Stati conquistati dai repubblicani.
Questi dati sul diffuso riscaldamento delle temperature Usa sono esattamente quel che secondo gli scienziati avrebbero causato i cambiamenti climatici di origine antropica, che sta portando a temperature record in aree sempre più vaste. Come avevano già confermato la World meteorologcal organization e la stessa Noaa a dicembre, a livello globale il 2016 è stato l’anno più caldo mai registrato, frantumando il record precedente del 2015, che a sua volta aveva battuto quello stabilito nel 2014.
Uno dei più noti climatologi Usa, Michael Mann, ha scritto che «Il 2016 è stato un punto esclamativo, un altro anno caldo record in un decennio di caldo record zeppo di eventi meteorologici estremi sempre più devastanti e senza precedenti. E’ stato un avvertimento di Madre Natura ai negazionisti del cambiamento climatico, a cominciare dall’amministrazione Trump in arrivo».
Romm è particolarmente preoccupato per il record di caldo delle temperatura minime: «Questa è un’altra impronta digitale dell’inquinamento da carbonio. Come hanno dimostrato degli studi, le temperature notturne più calde sono intrinsecamente connesse ai cambiamenti climatici».
La Noaa fa notare che, a seconda dove vivono, gli americani hanno dovuto affrontare siccità o alluvioni e a volte entrambi. E’ quello che sta succedendo in California dove, dopo 5 anni di siccità, la peggiore degli ultimi 1200 anni, dopo la morte di oltre 100 milioni di alberi, ora sta subendo inondazioni devastanti.
Nonostante quel che dicono e vorrebbero far credere Trump e il suo staffi di ecoscettici, il riscaldamento globale sta già avendo pesanti conseguenze negli Usa: nel 2016 ci sono stati 15 disastri meteo/climatici che hanno provocato ognuno danni per diversi miliardi di dollari, il costo più alto nella storia Usa dopo il 2011.
Solo qualche settimana dopo i tre giorni di piogge torrenziali che ad agosto hanno sommerso la Louisiana tre sotto un diluvio senza precedenti, uno studio ha collegato direttamente la catastrofe al riscaldamento globale. Karin van der Wiel, una ricercatrice della Noaa e della Princeton University, ha spiegato che «Le probabilità di un evento come questo sono aumentate di almeno il 40% nel corso degli ultimi 100 anni. E molto probabilmente raddoppieranno».
Il 4 gennaio la più grande compagnia di assicurazioni del mondo, Munich Re, ha pubblicato un rapporto sui disastri naturali mondiali nel 2016 dal Quale emerge che nel 2016 «Le perdite ammontano a 175 miliardi di dollari, ben due terzi in più rispetto all’anno precedente e alte quasi quanto il dato del l 2012 (180 miliardi di dollari). La quota di perdite non assicurate – la cosiddetto protection or insurance gap – è rimasta sostanziale intorno al 70%. Quasi il 30% delle perdite, sono stati assicurati un po’ più di 50 miliardi di dollari».
Peter Höppe, a capo della Geo risks research unit di Munich Re, conclude: «Uno sguardo alle condizioni climatiche legate alle catastrofi del 2016 mostra gli effetti potenziali del cambiamento climatico incontrollato. Ma ora ci sono molte indicazioni che certi eventi – quali i sistemi meteo persistenti o temporali che portano piogge torrenziali e grandine – hanno più probabilità di verificarsi in alcune regioni a causa dei cambiamenti climatici».
Speriamo che Trump e il suo governo di scettici climatici ascolti almeno Munich Re.