«Una volpe a guardia del pollaio», le accuse contro lo spagnolo e i suoi interessi petroliferi
Non scommettete sui nuovi commissari Ue all’Ambiente, Energia e Clima
Gioco d’azzardo e cemento pendono sulla testa del nuovo volto maltese
[15 Settembre 2014]
Karmenu Vella, il laburista maltese designato a commissario europeo all’Ambiente, affari marittimi e pesca, è nel Parlamento di Malta dal 1976, ma la sua appartenenza alla sinistra non gli ha impedito di avere le mani in pasta in molti affari, compreso il gioco d’azzardo. Secondo il Corporate Europe Observatory (Ceo) «questi recenti interessi esterni lo rendono inadatto a essere un commissario». E Ceo li elenca impietosamente: nel 2001 Vella è stato nominato presidente esecutivo di Corinthia Hotels International, nel 2009-10 è stato come presidente esecutivo della Mediterranean Construction ed era anche un presidente fondatore del Maltese Turkish Business Council; secondo la sua recente “dichiarazione di interessi”, Vella mantiene una quota del 50 per cento nel suo vecchio studio di architettura e con la moglie è co-proprietario della Multi Joint Projects, che secondo Ceo «utilizza in alcuni progetti immobiliari».
Inoltre, questo signore che dovrebbe occuparsi di ambiente «ha un ampio portafoglio di proprietà e di attività in banche di grandi dimensioni, sostenuto da recenti vendite di immobili». Ma la cosa che preoccupa di più quelli di Ceo – e non solo – è lo stretto e ampio rapporto che, tra il 2007 e il 2013, Vella ha avuto come Direttore non esecutivo del Betfair Malytese Board, di Betfair Holding (Malta) Limited e Betfair Poker Holdings Limited, nomi evidentemente legati al gioco d’azzardo.
Dal 27 gennaio 2012 fa anche parte di joined Betfair International Plc, considerata la più grande impresa mondiale di scommesse via Internet che, guarda caso, ha avuto proprio a Malta la sua prima licenza esterna alla Gran Bretagna. Ceo fa notare che «Betfair non è attualmente nell’EU lobby transparency register (anche se sta cercando di entrarci)».
Vella sembra uno abituato ai conflitti di interessi: è stato anche presidente dell’Orange Travel Group (Otg), una fusione di imprese di viaggio maltesi con la Mondial and SMS Travel, presente in 8 Paesi e specializzata in crociere e viaggi a Malta e altrove. Vella ha lasciato l’Otg solo il 13 marzo 2013, quando è stato nominato ministro maltese per il Turismo, un ruolo che aveva già svolto dal 1996 al 1998. Successivamente, il 13 aprile del 2013 ha lasciato i suoi incarichi (ma non le sue quote, a quanto sembra) nella Betfair.
Il turismo rappresenta il 14% del Pil di Malta e circa il 30% della popolazione lavora in questo settore; il gioco d’azzardo è invece il 10% del Pil di Malta, quindi, secondo la Ceo, «è abbastanza scioccante che un parlamentare sia stato in grado di mantenere tali interessi esterni, mentre a quanto pare non ha interrotto nessun rapporto; ancora più sconvolgente è che questo parlamentare sia stato poi nominato ministro del Turismo». Vella ha risposto: «La mia presidenza dell’Orange Travel Group e la direzione con Betfair erano in essere prima di venire nominato ministro per il Turismo, e nessuna di queste società ha avuto o ha qualsiasi attività riguardanti il governo».
Ma la Ceo ribatte: «Non è opportuno nominare commissario europeo un politico in servizio che ha avuto tali recenti legami con il grande business. Come minimo, speriamo che i deputati che tra breve esamineranno la sua nomina chiederanno i seguenti impegni a Vella: non avere contatti professionali o privati con una qualsiasi delle società con cui è stato coinvolto e/o i loro rappresentanti, e la promessa di rifiutare tutti i contatti professionali e privati con le industrie del gioco e del turismo».
Non va meglio, anzi va peggio, per Miguel Arias Cañete, attuale ministro all’Agricoltura, pesca e ambiente di Madrid, designato come commissario all’Azione climatica e alla politica energetica da Jean-Claude Juncker. Una nomina accolta con grande giubilo dal governo del Partido Popular e come uno “sproposito” dal Partido Socialista Obrero Español (Psoe) e dalle altre forze dell’opposizione.
La responsabile per il cambiamento climatico e sostenibilità del Psoe, Pilar Lucio, ha detto che si tratta di «una cattiva notizia per la politica ambientale europea. La gestione di Cañete sul fronte della responsabilità ambientale nel governo della Spagna ha fatto in modo che il nostro Paese abbia sofferto di forti passi indietro in questa materia».
La Lucio ha ricordato che Cañete ha smantellato la legislazione ambientale approvata dai governi a guida Paoe (Ley de Costas, Ley de Evaluación Ambiental, Ley de Responsabilidad Ambiental…), «con l’unico obiettivo di ricavarne un beneficio economico per favorire pochi privilegiati». In questo quadro vanno messi anche il decreto reale che mette fine agli incentivi alle energie rinnovabili e il via libera alle trivellazioni petrolifere nel mare delle Canarie».
La portavoce socialista manda a dire anche ai suoi compagni che hanno fatto l’accordo con Junker come sia«incomprensibile che l’Europa accetti come commissario per il Clima e l’energia Arias Cañete, il cui Partito è conosciuto nel mondo come uno dei principali negazionisti del cambiamento climatico, che difende le prospezioni petrolifere e il fracking come soluzioni al di sopra delle energie rinnovabili per diminuire la nostra dipendenza energetica e che, di fronte alla difese che qualsiasi Stato deve fare delle sue risorse naturali, ha ceduto agli interessi privati».
Per l’eurodeputata di Izquieda unida, Marina Albiol, la nomina di Cañete dimostra che per il ministro del Partido Popolar la politica serve solo «a difendere i suoi interessi economici e quelli della sua famiglia, il che lo ha portato a mentire in diverse occasioni». Albiol si riferisce, riportiamo testualmente, alle «false dichiarazioni di interessi di Arias Cañete nelle quali ha omesso la sua partecipazioni a diverse imprese energetiche e le relazioni di queste con l’amministrazione pubblica».
Un altro eurodeputato, il leader di Podemos Pablo Iglesias, ha detto che «bisogna stare attenti a nominare commissario all’Azione climatica qualcuno che è proprietario della impresa petrolifera Ducar». Anche per l’eurodeputato del los Verdes Ernest Urtasun «non si può mettere in mano la politica energetica a qualcuno che ha interessi personali e investimenti ne settore, la volpe a guardia del pollaio».
Per il partito spagnolo Equo la nomina di Miguel Arias Cañete «è un insulto all’intelligenza» e per Greenpeace si tratta di «una scelta sorprendente, dati i suoi legami con l’industria petrolifera».
In Francia, Europe Ecologie Les Verts dice che quella di Cañete potrebbe essere la peggiore scelta per il clima, e il portavoce Yannick Jadot sostiene che «ad un anno dalla Conferenza sul clima e mentre l’Europa deve decidere nelle prossime settimane sui grandi orientamenti in materia di efficienza energetica e rinnovabili, la scelta di Cañete al portafoglio Clima-Energia è scioccante».
Si annunciano tempi duri per l’ambiente europeo e per chi lo difende, perché sia la nuova organizzazione che la determinazione politica della nuova Commissione Ue sul clima e sulle risorse pongono diversi problemi ai quali si aggiunge la nomina a presidente del Consiglio europeo del polacco Donald Tusk, noto fan del carbone, del fracking e dell’energia nucleare.