Obama anticipa Trump e sovvenziona con 500 milioni di dollari il Green Climate Fund Onu
Tweet di Trump alla figlia, ma sbaglia Ivanka e si becca una lezione sui cambiamenti climatici
[18 Gennaio 2017]
Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato una nuova sovvenzione da 500 milioni di dollari al Green Climate Fund (Gcf), creato dall’ United Nations framework convention on climate change (Unfccc) per fornire sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo per adattarsi e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Obama vuole evidentemente onorare almeno una parte degli impegni presi con l’Accordo di Parigi, prima che Donald Trump il 20 gennaio prenda il suo posto come presidente degli Stati Unit d’America e insedi la sua amministrazione di negazionisti climatici.
Un portavoce del Dipartimento di Stato ha ricordato che «Il Green Climate Fund è uno strumento fondamentale che aiuta a catalizzare miliardi di dollari in investimenti pubblici e privati, nei paesi che hanno a che fare non solo con le sfide del cambiamento climatico, ma con le immense opportunità economiche che sono insite nella transizione verso un’economia low-carbon».
L’amministrazione Obama si era già impegnata a versare 3 miliardi di dollari nel Gcf e le associazioni ambientaliste e un network di gruppi religiosi hanno applaudito la decisione, che finora porta il totale del contributo Usa 1 miliardo di dollari. Secondo John Coequyt, direttore global climate policy di Sierra Club, la più grande associazione ambientalista Usa, «Proseguendo nel nostro impegno a sostegno del Green Climate Fund, il Dipartimento di Stato ha assicurato che gli Stati Uniti rimarranno un partner affidabile sia per i Paesi poveri e vulnerabili che sono già lottando per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici che per le oltre 40 altre nazioni che hanno contribuito al fondo. Questo nuovo contributo aiuterà il Green Climate Fund a fornire ai Paesi più poveri e più vulnerabili il supporto essenziale di cui hanno bisogno per affrontare la crisi climatica, e gli Stati Uniti devono continuare a rispettare i loro impegni negli anni a venire».
Ma non è chiaro se Trump manterrà mai l’impegno per stanziare gli altri 2 miliardi. Trump ha infatti promesso di tagliare tutte le spese per i progetti internazionali sul clima, compresi i pagamenti al Fondo Onu. Il suo team di transizione ha anche messo in dubbio i finanziamenti del Dipartimento di Stato all’estero riguardanti tematiche ambientali.
Il senatore democratico Jeff Merkley, membro della Commissione esteri del senato, ha detto: «Ringrazio il presidente Obama per aver fatto dell’America un leader mondiale in prima linea nell’azione per il clima e per aver fatto un altro importante passo verso la realizzazione dell’impegno dell’America per il fondo da 3 miliardi di dollari. Questo contributo dimostra che anche quando siamo di fronte a una nuova amministrazione impegnata in un pericoloso negazionismo climatico, quelli di noi negli Stati Uniti, che credono di dover agire per salvare il nostro pianeta, la nostra economia e il nostro futuro, continueremo a fare tutto quanto in nostro potere per andare avanti».
Nel 2015 Merkley è stato tra i senatori che hanno lottato di più perché fossero confermati i contributi al Gef, dopo che i repubblicani avevano presentato una proposta di legge che avrebbe vietato a partecipazione degli USA. Nel marzo 2016, il Dipartimento di Stato aveva erogato la prima tranche da 500 milioni di dollari e i repubblicani erano letteralmente impazziti di rabbia.
La Commissione affari esteri del Senato Usa aveva anche convocato un’audizione per capire d se il Dipartimento di Stato fosse autorizzato a sborsare soldi al Gcf, ma un portavoce del Dipartimento ha detto ai senatori che gli avvocati del Dipartimento di Stato avevano rivisto la decisione e stabilito che andava bene.
Intanto il Tweeter-in-Chief Donald Trump continua a combinarne una dopo l’altra: il 16 dicembre ha inviato un tweet che lodava la figlia Ivanka, ma usando l’accaunt Twitter sbagliato: @Ivanka invece che @IvankaTrump, così il suo messaggio è arrivato a Ivanka Majic, ex direttore digitale del partito laburista britannico che ne ha subito approfittato per dare una lezione sui cambiamenti climatici al prossimo presidente Usa: «Sei un uomo con grandi responsabilità. Posso suggerirti più cura su Twitter e più tempo a comprendere il #climatechange», ha ri-twittato Ivanka Majic, aggiungendo un grafico sullo schiacciante consenso scientifico sui cambiamenti climatici. La Majic ha spiegato a The Guardian: «Ho avuto i miei 15 minuti di fama e questo è come sto scegliendo di usarli. Se Trump sbaglia un Tweet, io non mi faccio problemi rispetto al suo punto di vista sbagliato sulla scienza. Ciò che è di più preoccupante per me è che abbiamo un presidente eletto che è un negazionista climatico. Trump è un negazionista impenitente della scienza climatica, così come le principali scelte che ha fatto per il suo staff. Questo dovrebbe farci preoccupare tutti».