Gli ambientalisti: «Vittoria! Ora anche l’Atlantico»
Obama congela le trivellazioni di petrolio e gas nell’Artico
«Il movimento "Shell No" ha dimostrato che il potere del popolo può battere le Big Oil»
[19 Ottobre 2015]
L’amministrazione Obama ha annunciato la cancellazione di tutte le licenze per estrarre gas e petrolio nel Mar Glaciale Artico a partire dal 2017 e fino al 2022. Con il programma 2012-2017 offshore drilling l’amministrazione Obama aveva messo a disposizione delle multinazionalicirca 55 milioni di acri nel mare dei Chukch e 65 milioni di acri nel Mare di Beaufort per estrarre petrolio e gas. Ma ora il Bureau of Ocean Energy Management del dipartimento degli interni Usa ha annunciato di aver anche respinto le richieste avanzate nel 2014 da Statoil (l’impresa petrolifera statale norvegese) e dalla Shell di prolungare le loro licenze petrolifere e gasiere nel Mar Glaciale Artico per altri 5 anni. Le due multinazionali avevano chiesto un prolungamento delle licenze per avere più tempo per l’esplorazione di nuovi giacimenti petroliferi e gasieri.
Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, parla di «Una vittoria per l’America per l’ Artico e per il nostro clima» e sottolinea che «Il movimento “Shell No” ha dimostrato che il potere del popolo può e continuerà a battere le Big Oil. Festeggiamo questa vittoria e faremo in modo che i nostri oceani continino ad essere protetti da un’industria che ha un track record imperdonabile. Ora, il presidente Obama ha la possibilità di aumentare la sua eredità climatica e di lasciare ancora più sporchi combustibili sottoterra. E’ stato proposto un altro round di licenze nell’Artico e nell’Atlantico dal 2017 al 2022. Sappiamo che la trivellazione è sporca, pericolosa, e non deve essere permesso che vada avanti. Alziamo le nostre voci insieme per dire il presidente Obama che annulli le licenze su entrambe le coste». Per questo Sierra Club rilancia con un’altra petizione on-line indirizzata ad Obama ma dice anche «Grazie Presidente Obama per l’adozione di misure per proteggere l’Oceano Artico», ma «Metta fine al prossimo ciclo di licenze proposte nell’ Artico e nell’Atlantico».
Secondo Marissa Knodel, di Friends of the Earth, «Alla fine l’amministrazione Obama ha fatto la scelta giusta per l’Artico e il nostro futuro climatico Per evitare la catastrofe climatica, il petrolio e il gas artici non devono essere bruciati e devono rimanere nel suolo. L’annuncio segna un passo importante nella direzione giusta, ma è deludente che le attuali condizioni di mercato e la mancanza di interessi dell’industria – non un futuro di sicurezza climatica – hanno portato l’amministrazione ad agire. Le condizioni del Mare Glaciale Artico ne fanno uno dei posti peggiori per trivellare, soprattutto in un periodo in cui si sta riscaldando due volte più velocemente rispetto al resto del pianeta. Mentre è incoraggiante vedere che l’amministrazione Obama intraprende azioni audaci come l’annullamento e il rifiuto di prorogare le licenze petrolifere e gasiere dell’Artico esistenti, una vera leadership climatica dovrebbe tenere tutti le future concessioni fuori dal tavolo e il petrolio e il gas dell’Artico sotto terra».
Soddisfatto anche Franz Matzner, direttore della Beyond Oil Initiative del Natural Resources Defense Council: «Questo garantisce alle acque dell’ Artico acque una tregua essenziale. L’amministrazione riconosce che non possiamo esporre questa risorsa vitale ai rischi di uno sversamento catastrofico e che non possiamo costringere la prossima generazione ad una dipendenza dai combustibili fossili, che sta guidando il cambiamento climatico globale. Il prossimo passo dovrebbe essere quello di tenere le acque dell’Artico e dell’Atlantico fuori dal tavolo delle trivellazioni delle risorse petrolifere e gasiere. Questo è un modo per contribuire ad accelerare la nostra transizione verso un futuro energetico pulito e sicuro per l’America».