Il Papa e Greenpaece accolgono Trump a Roma: Planet Earth First!
Trump non può fermare la transizione verso fonti di energia pulita e deve invece accelerarla
[24 Maggio 2017]
Il presidente degli Stati uniti d’America, Donald Trump è stato ricevuto in Vaticano per un’udienza con Papa Francesco che si annuncia una delle più difficili tra un Pontefice e un presidente Usa: i due capi di Stato non hanno mai nascosto la reciproca antipatia e sono agli antipodi per quanto riguarda ambiente, clima, migrnti e politica internazionale.
Ma alla vigilia dell’incontro con il Papa ci aveva già pensato Greenpeace a ricordare a Donald Trump che le sue politiche ambientali e climatiche non piacciono: gli ambientalisti hanno proiettato sulla cupola della Basilica di San Pietro il messaggio “Planet Earth First!” (Prima il pianeta Terra!”), una risposta allo slogan elettorale di Trump “America First!”.
Greenpeace Italia ricorda che «Il presidente degli Stati Uniti ha recentemente abolito numerose misure per la protezione del clima, desiderando favorire le aziende petrolifere e del carbone. Gli Usa sono il secondo emettitore di gas serra al mondo, superati solo negli ultimi anni dalla Cina».
Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International, aggiunge: «I cambiamenti climatici sono la minaccia che più tocca la nostra generazione, per questo i veri leader mondiali si stanno impegnando per salvaguardare il nostro futuro. Trump non può sfuggire a questa responsabilità rinnegando l’impegno degli Stati Uniti preso a Parigi. Prima dell’incontro con il Papa abbiamo voluto consegnare questo messaggio a Trump, convinti che la sua prima priorità debbano essere le persone e il pianeta, non il profitto di chi inquina. Il presidente non può fermare la transizione verso fonti di energia pulita e deve invece accelerarla».
Gli ambientalisti stanno dalla parte del Papa e sottolineano che «Nella “Laudato Si’ sulla cura della casa comune”, promulgata il 18 giugno 2015, la prima enciclica sull’ambiente, Papa Francesco identificava la lotta ai cambiamenti climatici come priorità, affermando anche che “i combustibili fossili, altamente inquinanti – specialmente il carbone, ma anche il petrolio e, a un livello minore, il gas – devono essere sostituiti gradualmente e senza ritardi”. Nelle prossime settimane Trump deciderà se gli Stati Uniti devono continuare o meno ad essere parte dell’Accordo di Parigi sul clima, un patto storico in cui quasi 200 Paesi si sono impegnati a contenere il riscaldamento del pianeta entro 1,5 gradi Celsius. Il 71 per cento degli americani – insieme ad aziende come Google e Microsoft e a diversi governi locali statunitensi – chiede che gli Usa non si tirino indietro. In vista del G7 che si apre giovedì a Taormina, Greenpeace chiede anche un impegno chiaro di tutti gli Stati per dare piena attuazione all’Accordo di Parigi».