Per gli europei i cambiamenti climatici sono una sfida fondamentale per l’Ue
Secondo i cittadini l'Ue dovrebbe essere una sorta di socialdemocrazia rosso/verde, ma poi votano a destra
[26 Gennaio 2022]
All’inizio del 2022, proclamato Anno europeo della gioventù. il Parlamento europeo e la Commissione Ue hanno pubblicato un sondaggio un Eurobarometro speciale condotto insieme sul futuro dell’Europa dal quale emerge che «Il 91% delle persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni ritiene che la lotta ai cambiamenti climatici possa contribuire a migliorare la propria salute e il proprio benessere, mentre tra le persone di età pari o superiore a 55 anni la percentuale è dell’84%. Quasi un europeo su due (49%) considera i cambiamenti climatici la principale sfida globale per il futuro dell’Ue, con un sostegno schiacciante agli obiettivi ambientali del Green Deal europeo: l’88% degli europei ritiene importante aumentare la quota di energie rinnovabili nella nostra economia e avere una maggiore efficienza energetica, mentre l’80% concorda sull’importanza di fare dell’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050 e di promuovere la crescita del mercato dei veicoli a basse e a zero emissioni».
L’81% degli intervistati dichiara di essere felice di vivere nell’U. Il 68% degli europei considera l’Ue un luogo di stabilità in un mondo in difficoltà, mentre il 67% degli europei concorda sul fatto che il progetto dell’Ue offra una prospettiva futura ai giovani europei».
Secondo l’Eurobarometro speciale tra le altre sfide globali future evidenziate dagli intervistati figurano la salute (34%) e la migrazione e gli sfollamenti forzati (30%). Inoltre avere un tenore di vita comparabile (31%) e una politica sanitaria comune (22%) sono i due aspetti più utili per il futuro dell’Europa. Gli europei considerano anche prioritarie una maggiore solidarietà tra gli Stati membri (21%) e l’indipendenza energetica (20%).
Le quattro sfide più citate alle quali l’Ue dovrebbe far fronte sono: disuguaglianze sociali (36%), disoccupazione (32%), questioni migratorie (31%). e le questioni ambientali e i cambiamenti climatici (32%).
Gli europei ritengono che il rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto da parte dell’Ue (27%) sia la principale punto di forza dell’Unione europea, seguito dalla sua potenza economica, industriale e commerciale (25%).
Secondo gli intervistati la pace (49%), la libertà di opinione (47%), l’uguaglianza sociale e la solidarietà (45%), nonché la tolleranza e l’apertura agli altri (44%) sono i valori meglio incarnati dall’Ue rispetto ad altri Paesi.
Risposte che, messe insieme fanno pensare che nell’Unione europea sia predominante una tendenza progressista, democratica e ambientalista, una sorta di socialdemocrazia rosso/verde, contraddetta dal crescere del sovranismo, del neofascismo e del negazionismo scientifico.
E la crescita nelle urne della destra sovranista ed estrema e della rabbia sociale sembra anche in netta contraddizione con il fatto che la grande maggioranza degli europei si dice felice di vivere nell’UE (81%) e nel proprio paese (89%) e di essere soddisfatta della propria vita familiare (89%).
La confusione è grande sotto il cielo, ma non si può certo pretendere dai cittadini coerenza politica se la sinistra che dovrebbe incarnare queste aspettative si è ritirata al centro o si è trincerata in piccoli fortini ideologici. Nuovi partiti di massa cercasi, verrebbe da dire…
Per quanto riguarda la Conferenza sul futuro dell’Europa che si terrà quest’anno, da Eurobarometro viene fuori che «Circa il 43% degli europei afferma che il principale vantaggio del coinvolgimento delle giovani generazioni nella Conferenza è quello di concentrarsi su questioni di loro interesse. Ulteriori vantaggi del loro ruolo chiave nella Conferenza sono l’energia e la motivazione che apportano per le riforme e i cambiamenti (citati dal 35%) e la loro attenzione a rendere il futuro dell’Europa più pertinente alle sfide della società odierna (33%).I cittadini europei continuano a essere interessati a contribuire e a partecipare alla Conferenza sul futuro dell’Europa. Mentre rispondere a un sondaggio è il mezzo preferito per farlo, come indicato da oltre la metà degli europei (59%), quasi un europeo su due (46%) potrebbe immaginare di partecipare a riunioni nel proprio territorio. La partecipazione a consultazioni online (40%), la presentazione di idee e proposte ai politici europei e nazionali (39%) e la partecipazione agli eventi culturali e sportivi europei collegati alla Conferenza (39%) sono le altre forme più interessanti di coinvolgimento dei cittadini. Nel complesso, gli europei considerano i cambiamenti climatici e l’ambiente (44%), la salute (40%), nonché un’economia più forte, la giustizia sociale e l’occupazione (40%) come questioni fondamentali per la Conferenza. Vi è una chiara aspettativa che la Conferenza conduca a risultati tangibili. In effetti, gli intervistati sarebbero maggiormente incoraggiati a partecipare alle attività della Conferenza se fossero convinti che la loro partecipazione avrà un impatto reale (53%)».
Ritornando alla discrepanza tra soddisfazione/appartenenza all’Europa e scelte politiche che vanno nella direzione opposta, una delle spiegazioni può essere trovata nel fatto che «Il 90% degli europei concorda sul fatto che la voce dei cittadini dell’Ue dovrebbe essere presa maggiormente in considerazione nelle decisioni relative al futuro dell’Europa. Il 55% degli europei cita il voto alle elezioni europee come uno dei modi più efficaci per garantire che le voci siano ascoltate dai responsabili politici a livello dell’Ue». Poi, però, la partecipazione alle elezioni europee è scarsa e a volte premia forze anti-europeiste e anti-ambientaliste.