Per l’Alta Corte britannica il piano climatico del governo è illegale

Per la seconda volta in meno di due anni, l’Alta Corte ha ritenuto illegale e inadeguata la strategia climatica del governo conservatore

[6 Maggio 2024]

Mentre la Lega ex nord spara a palle incatenate contro le politiche energetiche europee invocando una sorta di Italexit energetica e negazionista, nel Paese della Brexit, la Gran Bretagna , il 3 maggio l’Alta Corte ha accolto i ricorsi legali di Friends of the Earth, ClientEarth e Good Law Project e ha sancito ancora una volta che il governo conservatore britannico ha violato il Climate Change Act quando ha adottato il Carbon Budget Delivery Plan]. Ora il Segretario di stato dovrà elaborare un piano rivisto entro 12 mesi che deve garantire che il Regno Unito raggiunga il suo carbon budget giuridicamente vincolante  e il suo impegno di ridurre le emissioni di oltre due terzi entro il 2030, entrambi obiettivi che le attuali politiche energetiche del governo conservatore non permetterebbero di rispettare.

La nuova sentenza della Corte Suprema suprema del Regno Unito concorda con  ClientEarth e Friends of the Earth che al Segretario di Stato sono state fornite informazioni “incomplete” sulla probabilità che le politiche proposte raggiungessero i tagli alle emissioni previstiQuesto ha violato la sezione 13 del Climate Change Act (CCA), che richiede al Segretario di Stato di adottare piani e proposte che, a suo avviso, consentiranno di raggiungere i prossimi bilanci del carbonio.  La Corte ha dato ragione agli ambientalisti anche sul fatto che il presupposto centrale del piano secondo cui tutte le sue politiche avrebbero raggiunto il 100% dei tagli alle emissioni previsti era sbagliato. Il giudice ha affermato che «Il Segretario di Stato ha agito in modo irrazionale e sulla base di un’errata comprensione dei fatti».

Inoltre, i risparmi sulle emissioni su cui faceva affidamento il Segretario di Stato dovevano essere adeguati per riflettere eventuali carenze previste nei risparmi dovute a rischi e ostacoli alla consegna. In altre parole, i risparmi quantificati per ciascuna politica e proposta devono rappresentare quel che i governanti si aspettano realisticamente sia raggiunto, piuttosto che semplici obiettivi ambiziosi.

L’Alta Corte ha anche detto che Friends of the Earth  ha ragione quando dice che «Il governo ha violato il suo dovere sullo sviluppo sostenibile. Questo dovere richiede che il Segretario di Stato sia convinto che le politiche adottate devono contribuire allo sviluppo sostenibile». Invece, il Segretario di Stato aveva applicato un test di “probabilità” che la corte ha ritenuto fosse una soglia inferiore a quella richiesta dal CCA.

Dalle risposte date ai 3 ricorsi legali presentati dagli ambientalisti  emerge chiaramente che il piano climatico del governo conservatore «E’ ad alto rischio e sconsiderato».

Il governo ha rifiutato di pubblicare documenti noti come tabelle di rischio, ma Good Law Project e Friends of the Earth li hanno pubblicati integralmente dopo che erano stati menzionati in tribunale in modo che ora possano essere esaminati dal Parlamento, dagli esperti, dai giornalisti e dall’opinione pubblica.

Gli ambientalisti spiegano che «Il Carbon Budget Delivery Plan è la strategia del governo per rispettare i budget di carbonio giuridicamente vincolanti (un tetto alla quantità di gas serra emessi nel Regno Unito in un periodo di 5 anni), nonché per soddisfare l’impegno internazionale del governo britannico di ridurre emissioni di gas serra di oltre due terzi (68%) entro il 2030. Tuttavia, i progressi nel raggiungimento sia degli obiettivi climatici interni del Regno Unito, sia del suo obiettivo internazionale per il 2030 sono attualmente lontani dalla realizzazione ed è improbabile che questi impegni cruciali vengano rispettati sulla base delle attuali politiche governative».

Friends of the Earth, ClientEarth e Good Law Project chiedono «Un nuovo piano che garantisca il raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali e internazionali del Regno Unito e che gli enormi benefici economici che porterà la costruzione di un futuro più verde siano equamente condivisi all’interno della società».
Questa è la seconda volta che il piano d’azione sul clima del governo viola il Climate Change Act. Anche il suo piano precedente, la Net Zero Strategy, è stato dichiarato illegale a seguito di ricorsi legali da parte delle stesse tre organizzazioni nel luglio 2022.
Il rapporto del Climate Change Committee pubblicato nel 2023 ha concluso che «Il governo ha in atto politiche credibili solo per meno del 20% dei tagli alle emissioni necessari per soddisfare il sesto carbon budget»  e l’ex presidente del Climate Change Committee, Lord Deben, è intervenuto con una dichiarazione scritta a sostegno della sfida legale di Friends of the Earth. La sua testimonianza è citata nella sentenza ed è stata molto critica nei confronti del processo attraverso il quale è stato adottato il CBDP, compreso il presupposto di fondo che tutto sarebbe andato secondo i piani e che tutte le politiche avrebbero realizzato integralmente i tagli di carbonio previsti.

Il caso giudiziario ha anche rivelato che, secondo la propria valutazione delle politiche adottate, i membri del governo britannico hanno una «fiducia bassa/molto» nel raggiungimento di circa la metà delle riduzioni delle emissioni necessarie per rispettare il sesto carbon budget e gli impegni per il 2030.

Per Katie de Kauwe, avvocata di Friends of the Earth, «Questa è un’altra sconfitta imbarazzante per il governo e i suoi piani climatici sconsiderati e inadeguati. Questo dimostra la forza del Climate Change Act – entrato in vigore dopo una campagna di successo condotta da Friends of the Earth e il sostegno della stragrande maggioranza dei parlamentari – nel chiedere conto al governo di oggi di soddisfare i suoi requisiti legali per tagliare emissioni. Siamo stati tutti gravemente delusi da un governo che ha fallito, non una ma due volte, nel fornire un piano climatico che garantisse il raggiungimento sia dei nostri obiettivi nazionali giuridicamente vincolanti sia del nostro impegno internazionale di ridurre le emissioni di oltre due terzi entro il 2030. La riduzione delle emissioni non è solo essenziale per evitare il peggior collasso climatico, ma creerà posti di lavoro a lungo termine nelle industrie verdi del futuro, aumenterà la sicurezza energetica, ridurrà le nostre bollette e porrà fine alla nostra dipendenza dai costosi combustibili fossili. Abbiamo urgentemente bisogno di un nuovo piano d’azione credibile e legale che rimetta in carreggiata i nostri obiettivi climatici e garantisca che tutti noi traiamo vantaggio da una transizione equa verso un futuro sostenibile. Raggiungere i nostri obiettivi nazionali e internazionali di riduzione del carbonio deve essere una priorità assoluta per qualunque partito vinca. alle prossime elezioni generali».

Sam Hunter Jones, avvocato senior di ClientEarth, sottolinea che «I tribunali hanno ora detto al governo britannico non una, ma due volte, che la sua strategia climatica non è adatta allo scopo. Questa volta la Corte lo ha chiarito con forza: il governo non può semplicemente incrociare le dita e sperare in tecnologie ad alto rischio e politiche incerte per colmare le enormi lacune nei suoi piani. Basta con i castelli di carte: questa sentenza significa che il governo deve ora intraprendere azioni credibili per affrontare la crisi climatica con un piano di cui si possa effettivamente fidarsi e con numeri su cui si possa fare affidamento. La buona notizia è che con la crisi arrivano anche le opportunità. Come hanno ripetutamente affermato i suoi stessi consulenti esperti, il governo ha un’occasione d’oro per ridurre le emissioni con azioni che creeranno anche posti di lavoro, miglioreranno i servizi e ridurranno le bollette delle famiglie. Azioni come gli investimenti nei trasporti pubblici e l’implementazione dell’isolamento domestico creeranno nuovi posti di lavoro, ridurranno i costi e forniranno sicurezza energetica ora e per le generazioni a venire, oltre a metterci sulla buona strada per raggiungere i nostri obiettivi legali».

Emma Dearnaley, direttrice legale di Good Law Project, conclude: «Questo è l’ennesimo fallimento climatico da parte di questo governo: è la seconda volta in due anni che la sua strategia di punta per il net zero viene ritenuta illegale dalla Corte a causa della nostra azione legale congiunta. Questo si basa sul nostro precedente successo nella sfida legale, in cui abbiamo rilasciato informazioni chiave che i ministri hanno cercato di tenere sotto chiave, rivelando rischi significativi che le loro politiche climatiche non raggiungano obiettivi vitali. Questa gradita sentenza dimostra che la legge è la nostra migliore – e spesso ultima – linea di difesa contro un governo che non riesce ad agire come dovrebbe per affrontare l’emergenza climatica. E continueremo a usarla per spingere verso responsabilità e maggiore ambizione».