Polonia: vince la destra ecoscettica. Un Parlamento senza sinistra
Maggioranza assoluta dei seggi al partito pro-carbone, anti-immigrati e filo-Nato
[26 Ottobre 2015]
La Polonia va ancora più a destra ed è una pessima notizia anche per l’ambiente: vince il partito iperconservatore Prawo i Sprawiedliwosc (Diritto e Giustizia – PiS) con il 39,1% che batte il partito “centrista” ed iperliberista di Piattaforma Civica (23,4%) che ha governato il Paese negli ultimi 8 anni e che è stato sommerso dagli scandali e dalle promesse non mantenute.
Ma nella Polonia del 2015 non c’è più spazio per la sinistra: scompare dal Sejm (la Camera del Parlamento polacco) nel quale, oltre ai conservatori e ai liberalconservatori, invece entrano, riuscendo a superare la soglia di sbarramento, solo altri 3 partiti: il vecchio Partito dei contadini polacchi (5,2%) e due nuovi gruppi, un partito protestatario di estrema destra guidato dalla rock star Pawel Kukiz (9%) e Nowoczesna (Polonia Moderna, 7,1%) un partito liberal/liberista e dichiaratamente pro-business che ha levato voti a Piattaforma Civica. Ma questa volta il Partito dei contadini – che ha governato con tutti: dagli ex comunisti a Diritto e Giustizie e Scelta Civica passando per Solidarnosc – probabilmente non avrà ministri perché Prawo i Sprawiedliwosc, con 242 dei 460 seggi del Sejm, avrebbe abbastanza parlamentari per governare da solo.
Il leader euroscettico ed ecoscettico del PiS, Jaroslaw Kaczynski, ha rivendicato subito la vittoria, mentre le primo ministro uscente, Ewa Kopacz, che quanto ad ecoscetticismo non scherzava nemmeno lei, ha già ammesso la sconfitta. Ora bisognerà vedere cosa farà, anche in vista della Conferenza delle parti dell’Unfccc di Parigi, il probabile governo monocolore del PiS, che ha un forte sostegno nelle aree rurali della Polonia ed è da sempre vicinissimo alla al potente Chiesa cattolica polacca, ma non condivide le opinioni di Papa Francesco per quel che riguarda l’ambiente ed ancora di più per quel che riguarda l’accoglienza degli immigrati.
Comunque, se gli exit poll saranno confermati, sarà la prima volta dal crollo del regime comunista nel 1989 che in Polonia un Partito ha abbastanza seggi da governare da solo. Il vero padrone del PiS, Jaroslaw Kaczynski, ex premier e gemello dell’ex presidente della Polonia Lech Kaczynski morto in un incidente aereo, ha assicurato che non ci saranno vendette contro gli esponenti di Piattaforma Civica che «Sono caduti per loro colpa e molto giustamente». E Beata Szydlo, che sarà la nuova premier polacca, ha detto: «Abbiamo vinto perché siamo stati coerenti nell’affrontare tutte le sfide davanti a noi e abbiamo seguito le orme del defunto presidente Lech Kaczynski. on avremmo vinto se non fosse stato per il popolo polacco che ci ha espresso le sue aspettative e necessità e che alla fine ha votato per noi».
E le aspettative del cattolicissimo elettorato polacco che ha votato Diritto e Giustizia sono che vengano respinti i profughi, tutto questo in un Paese di emigranti da sempre e che dopo la fine del regime comunista divenne famoso in tutta Europa per le sue migrazioni di massa, tanto da ispirare in Francia un famoso manifesto sull’invasione degli idraulici polacchi. Ora Prawo i Sprawiedliwosc si trova dalla stessa parte del Front National – che chiedeva l’espulsione dei polacchi che rubavano il lavoro ai francesi – sia in campo antiambientalista che contro l’immigrazione che invade “l’Europa cristiana”.
Comunque, le elezioni in Polonia segnano una svolta storica e confermano che, con il maggioritario, una corposa minoranza può imporre il suo governo al restante 60% dell’elettorato. Il problema è che ormai il panorama politico polacco non contempla più la sinistra, visto che il Partito più progressista presente in Parlamento e quello democristiano dei Contadini, che fu sia alleato dei comunisti che dei socialisti quando governavano la Polonia, ma che non ha disdegnato di allearsi con il PiS e Piattaforma Civica. Sarà la prima volta dal 1989 che nel Sejm di Varsavia non ci sarà nessun partito di sinistra: non superano la soglia di sbarramento la Sinistra unita (Sld), e Razem la nuova sinistra polacca che si ispira allo spagnolo Podemos. La Sld ex comunista diventata socialdemocratica, che pure ha governato la Polonia democratica dopo i governi di Solidarnosc, si estingue perché non ha saputo rappresentare l’alternativa in un Paese in rapida modernizzazione ma dove due destre si contendono l’immaginario dell’opinione pubblica, fatto di una Polonia europeista che si emancipa dalla soffocante tutela della Chiesa cattolica e di un Paese conservatore, tradizionalista fino all’integralismo e filo-americano, e comunque fortemente anti-russo in entrambe le visioni del futuro.
La destra di Diritto e Giustizia ha (ri)vinto perché ha offerto politiche semplici concrete ai molti polacchi che hanno assistito alla notevole crescita economica del Paese senza averne grandi vantaggi. Gli iperconservatori hanno promesso: assistenza e agevolazioni fiscali per i meno abbienti, assegni familiari di 125 euro per ogni secondo figlio, riportare l’età della pensione a 65 anni e più politiche sociali per le famiglie con bambini, presentando allo stesso tempo un volto più moderato e meno usurato rispetto al loro indiscusso leader Jaroslaw Kaczynski, che ha addirittura accusato i suoi avversari politici liberisti di stare dalla parte dell’ex polizia comunista o che ha affermato che i migranti portano malattie pericolose e parassiti.
Se l’ecoscetticismo, l’euroscetticismo e la xenofobia anti-migranti restano sullo sfondo, riempiendo il quadro della base politica di Diritto e Giustizia – un po’ come nel Front National e nelle destre populiste europee, compresa quella italiana che va dalla Lega Nord a Forza Italia, passando per i partitini neo-fascisti – come sempre più spesso accade, la destra tradizionalista è riuscita a tirare fuori dal cilindro un volto moderato: quello della 52enne Beata Szydlo, la cattolicissime figlia di un minatore che diventerà il prossimo primo ministro del Paese, proponendo più giustizia sociale e meno austerity per i polacchi e nessuna pietà per i migranti.
Infatti, la campagna elettorale dei cattolicissimi Szydlo e Kaczynski, nell’assordante silenzio della chiesa polacca e romana, ha avuto il suo punto di forza nella polemica contro la decisione del governo liberale di accogliere 7.000 migranti. Una campagna che dimentica che i polacchi continuano a migrare a migliaia negli altri Paesi europei e che cozza con quanto dice ogni giorno il Papa. Una campagna xenfoba e nazionalista gestita nell’ombra da Kaczynski, che nei prossimi mesi potrebbe riassumere un ruolo determinante nella politica interna ed estera della Polonia. La potente Chiesa cattolica polacca tace (e acconsente), forse anche perché Szydlo e Kaczynski le hanno promesso un aumento dei benefici e delle agevolazioni fiscali, il divieto di abortire e della fecondazione in vitro. Eppure i baciapile di Diritto e Giustizia sembrano lontanissimi non solo dall’ambientalismo di Papa Francesco, ma anche dal pacifismo della Chiesa: questi ipernazionalisti e strenui sostenitori del carbone chiedono anche un rafforzamento della presenza militare della Nato per compensare la minaccia dalla Russia e non disdegnerebbero un intervento militare anti-russo in Ucraina.