Necessarie strategie di adattamento
Primavera in Toscana: ora il sole, ma piogge e freddo mettono al tappeto l’agricoltura
[19 Giugno 2013]
La Confederazione italiana agricoltura in occasione della direzione regionale che si è tenuta a Siena, ha fatto il punto sugli eventi climatici di una primavera bizzarra che sta terminando con un’ondata di caldo ma che invece è stata contrassegnata principlamente da eventi di segno opposto. Infatti l’alta piovosità e le temperature basse, al di sotto delle medie stagionali, hanno causato danni alla cerealicoltura e al settore zootecnico che sono stati messi in ginocchio.
«Una situazione simile in tutte le province toscane – ha informato Giordano Pascucci, presidente della Cia regionale – Cereali, foraggere e zootecnia i comparti pesantemente danneggiati, con situazioni gravi a Siena e Grosseto per la cerealicoltura. Nelle zone costiere dell’alta Maremma, danni ingenti, talvolta la mancata produzione è anche del 100%, per le colture frutticole (come albicocco e susino) per la mancata allegagione e problemi fitopatologici».
Fin dallo scorso mese di novembre le piogge sono state consistenti e prolungate, rendendo estremamente difficoltose le lavorazioni agricole, a partire dalle semine dei cereali autunno-vernini e impedendo l’accesso ai mezzi agricoli per le fasi lavorative. Per i cereali si è avuto una riduzione della superficie del 50%, considerando anche che le piogge primaverili hanno facilitato gli attacchi di funghi (oidio, ruggine, septoriosi) portando, oltre ad un dimezzamento della produzione, anche ad una crescita di costi per le aziende che sono intervenute con trattamenti specifici.
«Peggio ancora – hanno aggiunto dalla Cia Toscana – è andata per le foraggere che non sono state raccolte a causa dell’impossibilità di falciatura da parte dei mezzi agricoli. Ritardi sulle semine e successive fasi vegetative per le coltura primaverili-estive (mais e girasole), mentre problemi di ristagno idrico per le coltivazioni arboree. Sbalzi termici e basse temperature hanno infine portato ad un ritardato risveglio vegetativo per i vigneti (per ridurre perdite di prodotto e attacchi di malattie si sono resi necessari interventi fitosanitari); mentre per l’olivo si è registrato un ritardo di vegetazione e fioritura nonché, in alcuni casi, attacchi fungini alla chioma (occhio di pavone)».
Di fatto ad annate estremamente siccitose (3 nell’ultimo decennio registrate in Toscana), ne seguono altre piovose che portano entrambe disagi ad un settore che opera in campo aperto come quello agricolo e che viene messo in crisi. E una situazione che ormai non pare più eccezionale ed è attribuibile almeno in parte ai cambiamenti climatici (la cui origine è nota) rilevabili anche su scala locale. Che fare? E’ impensabile intervenire solo con finanziamenti in emergenza, sussidi o risarcimenti; ci vogliono proposte e strategie di adattamento che anche il settore agricolo deve avanzare insieme alla conta dei danni.