Onu: «Le nazioni non sono neanche lontanamente vicine al livello di azione necessario per combattere il riscaldamento globale»
Rapporto Unfccc sugli impegni climatici dei Paesi: non ci siamo proprio. Allarme rosso per il pianeta
Così si ridurranno le emissioni dell’1% l’Ipccc dice che bisogna tagliarle del 45%
[26 Febbraio 2021]
L’United Nations framework convention on climate change (Unfccc) ha pubblicato oggi il suo “Initial NDC Synthesis Report” che dimostra che «Le nazioni nel 2021 devono raddoppiare gli sforzi e presentare national climate action plans più forti e più ambiziosi, se vogliono raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura globale di 2° C, idealmente 1,5° C, entro la fine del secolo».
Il rapporto è stato richiesto dalle parti dell’Accordo di Parigi per misurare lo stato di avanzamento dei ational climate action plans – gli NDC – in vista della COP26 di novembre a Glasgow. Il. Rapporto, analizzando le richieste fino al 31 dicembre 2020, dimostra che 75 Parti hanno comunicato un NDC nuovo o aggiornato, il che rappresenta circa il 30% delle emissioni globali di gas serra.
Il rapporto dimostra che mentre la maggior parte dei Paesi ha aumentato singolarmente i livelli individuali di ambizione per ridurre le emissioni, il loro impatto combinato mette il mondo sulla strada per ottenere una riduzione di gas serra emessi inferiore all’1% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010. Siamo ben lontani da quanto indicato dall’Intergovernmental panel on climate change, che ha indicato che per raggiungere l’obiettivo di un aumento della temperatura di 1,5° C le emissioni di gas serra globali dovrebbero essere ridotte di circa il 45%.
La presidente della COP25 Unfccc, la cilena Carolina Schmidt, ha fatto notare che «Questo rapporto di sintesi degli NDC indica chiaramente che deve essere svolto un lavoro significativo, in particolare dai principali emettitori. Solo 2 dei 18 maggiori emettitori, il Regno Unito e l’Unione Europea, nel 2020 hanno presentato un NDC aggiornato contenente un forte aumento dei loro obiettivi di riduzione dei gas serra. Altri principali emettitori hanno presentato NDC che presentano un aumento molto basso del loro livello di ambizione o non hanno ancora presentato NDC. Anche se il rapporto di sintesi mostra che i NDC presentati nel 2020 sono più chiari e più completi del primo ciclo, ad esempio contengono più informazioni sull’adattamento e un maggiore allineamento con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, il livello generale di ambizione mostrato dai principali emettitori in questa prima istantanea è molto basso».
Secondo la segretaria esecutiva dell’Unfccc, Patricia Espinosa, «Questo rapporto dimostra che gli attuali livelli di ambizione climatica sono molto lontani dal metterci sulla strada per soddisfare i nostri obiettivi dell’Accordo di Parigi. Mentre riconosciamo il recente cambiamento politico per uno slancio verso un’azione più forte per il clima in tutto il mondo, le decisioni per accelerare e ampliare l’azione climatica ovunque devono essere prese ora. Questo evidenzia perché la COP 26 deve essere il momento in cui ci mettiamo sulla buona strada verso un mondo verde, pulito, sano e prospero».
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, non nasconde la sua preoccupazione e ha ricordato che «Il 2021 è un anno decisivo per affrontare l’emergenza climatica globale. La scienza è chiara, per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C, dobbiamo ridurre le emissioni globali del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010. Il rapporto provvisorio di oggi dell’Unfccc è un allarme rosso per il nostro pianeta. Mostra che i governi non sono neanche lontanamente vicini al livello di ambizione necessario per limitare il cambiamento climatico a 1,5 gradi e a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. I principali emettitori devono inserire obiettivi di riduzione delle emissioni molto più ambiziosi per il 2030 nei loro contributi Nationally Determined Contributions, ben prima della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite di novembre a Glasgow. Il momento è ora. La coalizione globale impegnata a ridurre le emissioni fino al net–zero entro il 2050 è in crescita tra governi, imprese, investitori, città, regioni e società civile. I piani di recupero post Covid-19 offrono l’opportunità di ricostruire un ambiente più verde e pulito. I responsabili delle decisioni devono attuare i loro discorsi. Gli impegni a lungo termine devono essere accompagnati da azioni immediate per avviare il decennio di trasformazione di cui le persone e il pianeta hanno così disperatamente bisogno».
Espinosa ha chiarito che il Rapporto di sintesi «E’ un’istantanea, non un quadro completo degli NDC, perché nel 2020 il Covid-19 ha posto sfide significative a molte nazioni rispetto al completamento dei report loro richiesti». La segretaria esecutiva dell’Unfccc ha detto che un secondo rapporto sarà pubblicato prima della COP26 e ha invitato «Tutti i Paesi, in particolare i principali emettitori che non l’hanno ancora fatto, a presentare le loro richieste il prima possibile, in modo che le loro informazioni possano essere incluse nella relazione aggiornata».
La Espinosa ha aggiunto: «Ci congratuliamo con le Parti che nel 2020 sono state all’altezza delle sfide poste dal Covid-19, hanno onorato i loro impegni ai sensi dell’Accordo di Parigi e hanno presentato i loro NDC entro la scadenza. Ma è ora che tutte le parti rimanenti si facciano avanti, adempiere a ciò che hanno promesso di fare in base all’accordo di Parigi e presentare i loro NDC il prima possibile. Se prima questo compito era urgente, ora è cruciale. Il 2021 offre al mondo un’opportunità senza precedenti di compiere progressi significativi sul cambiamento climatico». Poi ha esortato tutti i Paesi a «Uscire dal Covid-19 con economie più sostenibili e resilienti al clima. Questo è un momento raro che non può essere perso. Mentre ricostruiamo, non possiamo tornare alla vecchia normalità. Gli NDC devono riflettere questa realtà e i principali emettitori, in particolare le nazioni del G20, devono aprire la strada».
Secondo il presidente della COP26 Unfccc, il britannico Alok Sharma, «Questo rapporto dovrebbe rappresentare un urgente appello all’azione e chiedo a tutti i Paesi, in particolare ai principali emettitori, di presentare ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030. Dobbiamo riconoscere che la finestra per poter agire per salvaguardare il nostro pianeta si sta chiudendo rapidamente».
La Espinosa non perde la speranza è ha concluso incoraggiato tutti i Paesi «anche quell che hanno presentato NDC nuovi o aggiornati, a indagare su ulteriori aree al fine di creare NDC più solidi. Un aumento dell’ambizione deve essere accompagnato da un aumento significativo del sostegno all’azione per il clima nei Paesi in via di sviluppo, soddisfacendo un elemento chiave dell’accordo di Parigi».