«Rispettate le vostre promesse»: 1,8 milioni di agricoltori Fairtrade scrivono ai leader della Terra
Una petizione invita i governi ad agire ora, in vista di COP26
[7 Ottobre 2021]
Con una lettera aperta spedita in vista di COP26, gli 1.8 milioni di agricoltori Fairtrade di tutto il mondo chiedono ai grandi della terra di mantenere la promessa di investire 100 miliardi di dollari in finanza per il clima all’anno nelle nazioni a basso reddito, più colpite dalla crisi climatica.
Firmata dai rappresentanti dei network dei produttori di Africa, Asia e America Latina, la lettera avverte i governi che la loro inerzia sta minacciando le condizioni di vita dei contadini, e quindi le scorte di cibo a livello globale.
Una delegazione di agricoltori Fairtrade parteciperà a COP 26 a Glasgow, in Scozia, il prossimo novembre, per consegnare la lettera.
Fairtrade sta mobilitando i cittadini per sostenere l’appello dei contadini: è sufficiente firmare la petizione globale che è stata attivata, disponibile sull’hub digitale della campagna.
La campagna “Rispettate le vostre promesse” è un invito all’azione in un momento in cui il commercio non sta cambiando abbastanza velocemente.
Ecco il testo della lettera aperta:
Rispettate le vostre promesse sul cambiamento climatico: supportate le organizzazioni di piccoli agricoltori e lavoratori
Spett.li leader del mondo,
scriviamo in rappresentanza di 1.8 milioni di contadini e lavoratori del settore agricolo di tutto il pianeta. Coltiviamo il cibo che si trova sulle tavole di tutto il mondo, e altri beni essenziali. Ma la nostra possibilità di farlo è stata drasticamente ridotta dai danni sconsiderati che sono stati fatti all’ambiente, dopo anni di promesse non mantenute sull’emergenza climatica.
Avete promesso di ridurre le emissioni che causano situazioni metereologiche estreme, che un giorno prosciugano le campagne e il giorno dopo le inondano. Ma le emissioni stanno aumentando pericolosamente, e i vostri propositi restano troppo limitati.
Avete promesso di sostenere la finanza climatica, per aiutarci a coltivare il cibo, a dispetto delle condizioni metereologiche che mutano. Ma non abbiamo ricevuto quasi nulla.
Avete promesso di cambiare approccio di business, da sfruttatori a partner. Ma gli azionisti guadagnano miliardi, mentre milioni di contadini meno di un dollaro al giorno.
Negli ultimi mesi i raccolti sono stati colpiti da situazioni climatiche estreme, tra cui inondazioni devastanti in Uganda, un’ondata di siccità in Madagascar e l’invasione delle locuste nel continente africano. Quest’anno in Africa i mesi di gennaio e di giugno sono stati i più caldi di sempre. In America Centrale, gli uragani Eta e Iota hanno causato danni per oltre 2 miliardi di dollari solo in Honduras, e anche gli agricoltori Fairtrade sono stati gravemente danneggiati. Le nuove proiezioni dell’IPCC dicono che le nostre organizzazioni in India affronteranno aumento di ondate di caldo estremo, siccità e piogge irregolari. Questo comprometterà sicuramente la nostra capacità di produrre il cibo che serve al mondo. E dal momento che le nostre condizioni di vita sono collegate al rendimento delle nostre aziende agricole, aumenterà la nostra povertà. Ma le conseguenze saranno ancora più gravi. I danni alla nostra terra e all’acqua aumentano la competizione per le risorse, e come contadini e lavoratori affrontiamo sempre più tensioni sociali ed economiche.
La situazione peggiore tocca alle donne che lavorano in agricoltura, che spesso ricevono le paghe più basse, e lavorano nelle situazioni più difficili. I nostri giovani non vogliono rimanere nelle campagne a queste condizioni, chi può biasimarli? Ma chi coltiverà il cibo di cui ha bisogno il mondo se le nuove generazioni nell’agricoltura non vedono altro che una trappola di povertà?
C’è però un’altra storia che vogliamo raccontare. Nelle nostre aziende agricole in giro per il mondo, si può già vedere che i cambiamenti necessari stanno prendendo piede. La piantumazione di alberi protegge il cacao dal sole del Ghana e le coltivazioni di tè dalle inondazioni in Kenya, offre alle api maggiori opportunità di trovare nutrimento in Guatemala. I nostri collaboratori in Africa, Medio Oriente, America Latina, Caraibi e Asia condividono esperienze e conoscenze con gli agricoltori per proteggere i raccolti.
Le partnership con i buyer più attenti alle responsabilità d’impresa ci hanno dato le risorse di cui abbiamo bisogno per rendere le nostre aziende agricole più resilienti, per ridurre le nostre emissioni e quelle del trasporto. Laddove le aziende certificate Fairtrade stanno investendo in maniera adeguata al nostro futuro (pagando un prezzo equo e il Premio Fairtrade), la nostra resilienza aumenta.
Tuttavia, si tratta di interventi essenziali per i quali qualcuno deve pagare. Ad esempio, piantare alberi tra gli arbusti di caffè li protegge dal sole, riduce le malattie e i danni in caso di inondazioni – ma significa che i costi di produzione sono più elevati. Se i contadini non guadagno nemmeno un reddito dignitoso, come si può pretendere che finanzino anche questi cambiamenti sostanziali?
Invertire la rotta prima del 2050 è già troppo tardi. Voi, in quanto nazioni più ricche e inquinanti, dovete rispettare le vostre promesse e pagare i costi dell’adattamento e della mitigazione climatica OGGI. Le vostre promesse di tagliare le emissioni di carbonio non possono essere ignorate ancora a lungo. Non accetteremo un impegno per le “zero emissioni nette” che escluda ancora il trasporto per i beni importati da paesi come i nostri, o che non risulti dai tagli netti delle emissioni reali. Se il settore dei trasporti navali fosse una nazione, sarebbe la settima al mondo per emissioni.
Vi invitiamo ad agire ora:
- La vostra promessa di investire 100 miliardi di dollari in finanza per il clima deve essere rispettata adesso. Deve arrivare agli agricoltori e ai lavoratori, in modo da permetterci di piantare alberi, introdurre raccolti più resilienti, prepararci per i prossimi uragani – e continuare a coltivare il cibo per il pianeta.
- Dovete essere onesti sulle vostre emissioni di carbonio, e avere il coraggio di ridurle in linea con le indicazioni che arrivano dalla scienza. Dovete assicurarvi che il vostro impegno per le “zero emissioni nette” includa obiettivi o politiche che riducono le emissioni dei cibi importati, e non solo le emissioni nazionali8. E dovete verificare i tagli reali, rispetto all’acquisto tramite sistemi di compensazione. Includere le spedizioni per aereo e per nave nei vostri Contributi Nazionali Determinati (NDC) è un passo fondamentale da compiere. Siamo pronti a lavorare con i nostri buyer per fare la nostra parte, ma voi dovete guidare il processo.
- Gli accordi commerciali del futuro dovrebbero contribuire ad una economia di produzioni a basso consumo di carbonio, che riduce quella ad alto consumo di carbonio. I contratti commerciali dovrebbero supportare gli agricoltori e le aziende che investono in sostenibilità e affrontano la crisi climatica, e dovrebbero smettere di sostenere l’uso di combustibili fossili e dinamiche del mercato estrattivo e che sfrutta le risorse.
- Dovete rafforzare le regole commerciali, in modo che le aziende siano incoraggiate a investire in filiere sostenibili, pagare prezzi corretti agli agricoltori e riconoscere l’origine dei problemi ambientali delle loro filiere. Vogliamo una due diligence ambientale, che impegni le aziende a frenare la deforestazione, e la vogliamo vedere implementata in un modo che il prezzo da pagare non spetti agli agricoltori. Se necessario, dovete prepararvi ad obbligare quelle aziende che non sono all’altezza di affrontare le loro responsabilità.
Kouamé N’dri Benjamin Francklin
Producer rappresentative of Fairtrade Africa (FTA); Board member of FTA and Chairman pf ECAM Enterprise Coopérative Agricole
Miguel Mungula
Producer Rappresentative of Latin American and Carribean Network of Fairtrade Small Producers and Workers (CLAC); President of CLAC and Manager of Educe.Cooperative
Meher Pavakar
Producer Rappresentative of Network of Asia and Pacific Producers (NAPP); Board member of NAPP and project director at Pratima Organic Grower Group