Conferenza consultiva politica del popolo cinese: alcune industrie inquinano troppo
Ristrutturazione industriale in Cina: 1,8 milioni di licenziamenti per carbone e acciaio
«Adottare un modello di sviluppo verde e scegliere uno stile di vita rispettoso dell’ambiente»
[2 Marzo 2016]
Il ministro delle risorse umane e della sicurezza sociale della Cina, Yin Weimin, ha detto che nel 2016 «La situazione dei posti di lavoro resterà stabile, malgrado l’aumento delle pressioni economiche e la disoccupazione risultante dalla compressione della sovra-capacità industriale».
Yin si riferisce alle previsioni preliminari che prevedono che «1,3 milioni di persone dell’industria del carbone e 500.000 lavoratori del settore dell’acciaio saranno licenziati in seguito alla ristrutturazione industriale».
La decisione è stata presentata e naturalmente ratificata alla Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Ccppc, il supremo organismo politico consultivo della Repubblica popolare) in corso a Pechino che ha evidenziato che «Tagliare la sovra-capacità resta una priorità assoluta nell’ambito della riforma strutturale del Paese, una chiave per la seconda più grande economia del mondo per pervenire a una crescita sostenibile».
La Ccppc ha promesso che nei prossimi 5 anni la produzione di acciaio verrà ridotta di circa 150 milioni di tonnellate, mentre quella di carbone nello stesso periodo subirà un taglio di 500 milioni di tonnellate.
Secondo Yin le imprese emergenti della green economy aiuteranno a far crescere altri tipi di lavoro, ma ha ammesso che le politiche miranti a ridurre la sovra-produzione industriale «provocheranno delle perdite di posti di lavoro in alcuni settori e anche un aumento del numero di laureati quest’anno accrescerà la pressione sul mercato del lavoro. Mantenere le persone nel loro lavoro sarà un compito molto difficile quest’anno, ma siamo sempre fiduciosi».
Che qualcosa stava per succedere lo si era capito la settimana scorsa, quando il vice-ministro dell’industria e della tecnologia dell’informazione, Feng Fe, aveva annunciato che il governo centrale cinese ha stanziato 100 miliardi di yuan (15,4 miliardi di dollari) per il 2016 – 2017 destinati ad aiutare i lavoratori licenziati a trovare un nuovo lavoro. L’agenzia ufficiale cinese Xinhua sottolinea: «Benché la crescita della Cina sia rallentata al suo più basso livello in un quarto di secolo, l’anno scorso l’occupazione è rimasta stabile, con più di 13,12 milioni di posti di nuovi lavoro creati per i residenti urbani, superando l’obiettivo ufficiale. Il tasso di disoccupazione registrato nelle città cinesi alla fine del 2015 era del 4,05%».
Oggi il portavoce della sessione annuale della Ccppc, Wang Guoqing, ha evidenziato quale potrebbe essere un altro motivo per questi licenziamenti di massa: ha accusato alcune fabbriche di aver violato le regole ambientali ed ha chiesto maggiori sforzi da parte dei governi locali e dell’opinione pubblica. Wang ha detto che «Mentre il Paese conduce un pesante combattimento contro l’inquinamento dell’aria, il settore industriale deve seguire il principio del rispetto dell’ambiente» e poi ha denunciato «Alcune imprese che hanno disattivato le loro apparecchiature di controllo dell’inquinamento per ridurre i costi sono sfuggite alla sorveglianza per scaricare inquinanti. Queste imprese sono irresponsabili. Tali att barbari devono essere fermati».
Wang ha chiesto al governo comunista di «Adottare un modello di sviluppo verde» e ai cittadini cinesi di «scegliere uno stile di vita rispettoso dell’ambiente, per fare in modo che il Paese possa trattare meglio l’inquinamento dell’aria. Dei progressi sono stati realizzati per purificare l’aria, ma bisogna intraprendere ulteriori iniziative. La lotta contro l’inquinamento dell’aria è una lunga guerra che necessita di pazienza e buon senso».
Wang è poi tornato ad occuparsi di questioni più porettamente economiche e ha assicurato che la Ccpc «Aiuterà a creare un miglio ambiente per le imprese private» e che «La Cina è fiduciosa nella sua capacità di raggiungere una crescita economica da media ad elevata nel 201, grazie alle sua fondamenta economiche solideed alla sua campagna di riforme. D fronte ai risultati delle economie in tutto il mondo, la crescita economica del 6,9% rapportata dalla Cina nel 2015 è eccezionale. Inoltre, la crescita cinese è caratterizzata da una buona qualità».
Il portavoce della sessione della Ccppc è ritornato sui licenziamenti dell’indi dustria del carbone e dell’acciaio per assicurare che non avranno conseguenze sull’invito rivolto ai cinesi ad avere più figli, Wang ha spiegato ai giornalisti che «Queste perdite di posti di lavoro sono “temporanee”» e che la rinuncia alla politica del figlio unico è stata una decisione sulla quale il governo ha riflettuto molto: «La Cina si sforzerà di assicurare la crescita ordinata della sua popolazione».