Risultati non all’altezza delle ambizioni per l’Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico dell’Ue

Dall’Ue 729 milioni di euro di aiuti ai Paesi in via di sviluppo colpiti dal cambiamento climatico, ma non focalizzati sui bisogni dei Paesi più vulnerabili

[16 Febbraio 2023]

Secondo il rapporto “Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico (plus) I traguardi raggiunti non si sono rivelati all’altezza delle ambizioni” della Corte dei conti europea, «L’Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico (iniziativa UE avviata nel 2007 per sostenere i Paesi poveri in via di sviluppo nella lotta al cambiamento climatico) non è stata all’altezza delle aspettative».

Gli auditor della Corte dicono di aver trovato «Pochi elementi a conferma del successo dell’iniziativa nell’accrescere la resilienza dei paesi al cambiamento climatico. In termini di efficienza, le azioni completate hanno generalmente prodotto il risultato previsto, ma talvolta a un costo elevato».

L’approccio dell’Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico si basava su due pilastri: da un lato promuovere il dialogo e la condivisione delle conoscenze; dall’altro fornire sostegno tecnico e finanziario per le misure di adattamento, mitigazione e riduzione del rischio di catastrofi. L’Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico non aveva una propria linea di bilancio nel sistema contabile della Commissione europea, ma era finanziata attraverso lo strumento di cooperazione allo sviluppo e il Fondo europeo di sviluppo. Gli stanziamenti totali a favore dell’iniziativa sono stati di 728,8 milioni di euro, compresi i contributi forniti dai Paesi Ue: 308,8 milioni di euro per la prima fase (2007‑2013) e 420 milioni di euro per la seconda, l’Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico (plus) (2014‑2020).

Il responsabile dell’audit della Corte, Hannu Takkula, ha spiegato: «Abbiamo rilevato che l’impatto dell’iniziativa “Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico” è stato inferiore alle aspettative e che il passaggio previsto fra lo sviluppo di capacità e le azioni più concrete a sostegno diretto della popolazione non è stato sistematico. Crediamo che la Commissione dovrebbe concentrarsi sui soggetti maggiormente colpiti dal cambiamento climatico e far confluire quanto appreso sia nelle future azioni di contrasto del cambiamento climatico che nelle future iniziative di sostegno».

La Corte dei conti Ue ha riscontrato che «L’iniziativa non ha misurato i miglioramenti della situazione dei beneficiari, né ha prestato sufficiente attenzione alle necessità dei soggetti più colpiti. Gli aiuti non sono sempre arrivati ai destinatari vulnerabili che ne avrebbero dovuto beneficiare: ad esempio, poche azioni includevano attività specificamente rivolte alle esigenze delle donne e altre attività avevano costi proibitivi per i nuclei familiari più poveri. Inoltre, le attività pilota che avevano ottenuto buoni risultati avrebbero potuto essere estese in modo che un numero maggiore di persone ne potesse beneficiare. L’Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico non ha mai attirato i finanziamenti aggiuntivi che Stati membri e settore privato avrebbero dovuto fornire. Malgrado il significativo deficit di finanziamenti, la Commissione non ha mai rivisto gli ambiziosi obiettivi inizialmente definiti. Inoltre, durante la seconda fase (Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico (plus), 2014‑2020), i criteri adottati dalla Commissione per assegnare i finanziamenti hanno finito per ridurre proporzionalmente il sostegno ai paesi più vulnerabili. La Commissione non ha esaminato in misura sufficiente la ragionevolezza dei costi iscritti nei bilanci della maggior parte delle azioni valutate dagli auditor della Corte. Ad esempio, le spese di gestione delle azioni variavano ampiamente ed erano particolarmente elevate nella regione del Pacifico».

La Corte ha concluso che un’analisi dei costi più dettagliata avrebbe consentito di realizzare risparmi. Inoltre, c’è stato inoltre un problema di notorietà e visibilità: «Nonostante abbia fornito sostegno a oltre 80 paesi, l’iniziativa non era granché conosciuta nei paesi in via di sviluppo né all’interno dell’UE, in parte perché le azioni finanziate non risultavano distinguibili da altre azioni dell’UE volte a contrastare il cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo. L’efficienza dell’iniziativa ha risentito inoltre della complessità della relativa organizzazione, in particolare della duplicazione dei meccanismi di sostegno e dei flussi di finanziamento».

Che le cose non andassero molto bene lo dimostra anche il fatto che nel 2020 la Commissione Ue ha deciso di non proseguire l’iniziativa e nel periodo 2021‑2027 finanzierà una serie di azioni per contrastare il cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo attraverso un sostegno tematico e geografico nel quadro dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale.