Salvini come Trump: «Riscaldamento globale? Un freddo simile non c’è mai stato in Italia»
In comizio a Sassuolo e in conferenza con la stampa il vicepremier torna a irridere i cambiamenti climatici. Già tre anni fa all’Europarlamento votò contro l’Accordo di Parigi
[20 Maggio 2019]
Il riscaldamento globale rappresenta probabilmente la più grande sfida che la specie umana si trovi oggi ad affrontare, e si presenta in molte forme: non da ultimo quegli eventi meteorologici estremi – se ne contano oltre 175 solo in questa primavera italiana, il 62% in più dello scorso anno – che sono destinati a crescere ma mano che sale la temperatura media del pianeta, mettendo a rischio vite umane ed attività economiche. In questo contesto la cosa più stupida che potremmo fare è prendere sottogamba la minaccia, eppure ieri il vicepremier Salvini nel suo comizio a Sassuolo l’ha derubricata a semplice battuta di spirito: «Da quando hanno lanciato l’allarme del riscaldamento globale fa freddo, c’è la nebbia. Lo sto aspettando questo riscaldamento globale». E giù grasse risate dal pubblico.
Ma non si tratta di una gaffe da avanspettacolo, dettata da una campagna elettorale ormai agli sgoccioli che ha portato Salvini a rincorrere l’elettorato una piazza dopo l’altra. Al riscaldamento globale sono stati riservati gli stessi toni anche nel corso della conferenza stampa tenuta venerdì scorso da Matteo Salvini alla sala stampa estera di Milano (e puntualmente documentata da Radio Radicale che, per inciso, il Governo M5S-Lega sembra decisissimo ad abbandonare al suo destino). «Lei – incalza una giornalista – parla molto di sicurezza e anche del settore agricoltura ma parla pochissimo dei cambiamenti climatici: le volevo chiedere se secondo lei rappresentano una minaccia in questi campi». Durante la risposta, in somma parte dedicata ad altro – un inquinamento “sui generis” causato dall’import di prodotti agroalimentari dall’estero – Salvini ribadisce chiaramente il concetto: «Parlando di riscaldamento globale, siamo a metà maggio… io invoco il riscaldamento globale perché un freddo simile non c’è mai stato in Italia negli ultimi anni, siamo costretti a riaccendere il riscaldamento».
Una posizione speculare a quella espressa Donald Trump durante le gelide tempeste invernali che hanno colpito gli Stati Uniti lo scorso gennaio, quando il presidente Usa twittò «che diavolo sta succedendo con il riscaldamento globale? Torna presto, abbiamo bisogno di te».
Se il vicepremier del governo italiano in carica assume simili posizioni non c’è purtroppo da stupirsi se la disinformazione in fatto di riscaldamento globale viene ancora oggi sparata in prima pagina su quotidiani di tiratura nazionale, come accaduto soltanto poche settimane fa con Il Tempo e Libero, che sono tornati a scambiare il meteo (che cambia ad ogni momento e per ogni località) con il clima, che invece mostra inequivocabilmente segni di surriscaldamento.
Ormai il 97% degli scienziati climatici afferma inequivocabilmente che il riscaldamento globale è in corso, e che è legato all’emissione di gas serra da parte dell’uomo; per inciso, l’Italia rientra in pieno all’interno del trend. Anzi: il riscaldamento del clima è già più intenso nel nostro Paese rispetto alla media globale. Far finta che il problema non esista non lo farà scomparire magicamente, e il fatto che il Piano nazionale energia e clima proposto da Lega e M5S non arrivi a un terzo dell’impegno necessario per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul clima non depone certo a favore dell’impegno messo in campo dai rappresentanti delle istituzioni italiane.
Nel caso di Matteo Salvini, del resto, non è una novità. Quando nell’ottobre 2016 l’Europarlamento votò per ratificare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, l’ok a procedere arrivò con 610 voti a favore, 31 astensioni e 38 contrari: tutti gli eurodeputati italiani dettero il loro assenso, tranne cinque leghisti. Due di questi fanno oggi parte del governo italiano: il ministro per la Famiglia e le disabilità Lorenzo Fontana, e il vicepremier Matteo Salvini. I comizi e le conferenze stampa di questi giorni sono almeno serviti a rendere cristallino il concetto, in vista delle elezioni che nei prossimi giorni porteranno al rinnovamento del Parlamento europeo: la posizione del leader della Lega sui cambiamenti climatici, in questi anni, non è cambiata.