Sondaggio Bei: italiani scettici sulla capacità del governo di contrastare i cambiamenti climatici. E molto più green dei politici

L’81% degli italiani favorevole all’introduzione di misure governative più stringenti per contrastare i cambiamenti climatici

[27 Ottobre 2021]

La prima pubblicazione della 2021-2022 EIB Climate Survey  della Banca europea per gli investimenti (BEI) esamina le opinioni dei cittadini sui cambiamenti climatici in un mondo in rapida evoluzione. La pubblicazione è incentrata sull’esito dell’Indagine per quanto riguarda la percezione dei cambiamenti climatici da parte dei cittadini e sulle azioni che, a loro parere, i rispettivi Paesi dovrebbero adottare per contrastarli.

Secondo i principali risultati dell’indagine, in tutti i paesi esaminati, il cambiamento climatico è visto come la più grande sfida per l’umanità del XXI secolo; la maggior parte dei cittadini dell’UE (58%) e dei britannici (55%) ritiene che il proprio Paese non riuscirà a ridurre drasticamente le proprie emissioni di carbonio, come promesso nell’Accordo di Parigi; il 75% dei cittadini dell’Ue, il 69% dei britannici e il 59% degli americani ritengono di essere più preoccupati per l’emergenza climatica rispetto ai loro governi; la maggior parte dei cittadini dell’Ue (51%) afferma che l’inattività del governo è il motivo per cui la crisi climatica è così difficile da risolvere; il 70% dei cittadini dell’Ue e il 73% dei britannici sono favorevoli a misure governative rigorose che impongono cambiamenti al comportamento delle persone per combattere il cambiamento climatico.

Solo gli intervistati cinesi (93%) e una leggera maggioranza di americani (51%) ritengono che il loro paese soddisferà gli impegni di riduzione delle emissioni di carbonio entro il 2050, come promesso nell’accordo di Parigi.

Le opinioni degli italiani sono simili ma differiscono a volte percentualmente dalla media europea. L’88% degli italiani ritiene che il contrasto dei cambiamenti climatici e delle loro conseguenze sia la sfida principale del XXI secolo. I punti percentuali in più rispetto alla media Ue (81%) sono 7,  Indipendentemente dalla fascia d’età e dalle opinioni politiche, almeno il 79% della popolazione italiana ritiene che i cambiamenti climatici e le loro conseguenze rappresentino la sfida principale di questo secolo.

Infatti, ormai gli italiani percepiscono l’impatto dei cambiamenti climatici sulla propria vita quotidiana in misura molto maggiore rispetto ad altri cittadini europei (91% contro 77%).

Ma gli italiani sono anche più scettici rispetto agli altri europei sulla capacità del govderno di (quasi) unità nazionale di Mario Draghi di contrastare i cambiamenti climatici: l’86% degli italiani ritiene di essere più preoccupato dell’emergenza climatica di quanto non lo sia il governo, molto più del 75% della media europea e, se si considerano poi le persone politicamente orientate a sinistra, la percentuale sale di 6 punti raggiungendo il 92%. Se il 51% dei cittadini europei ritiene che il governo del proprio Paese non si adoperi a sufficienza per indurre cittadini e imprese a modificare i loro comportamenti, nel caso degli italiani la percentuale sale al 57%. «Pertanto . fa notare la BEI – solo una minoranza (45%) ritiene che l’Italia riuscirà a ridurre drasticamente le proprie emissioni di carbonio entro il 2050, rispettando così gli impegni dell’Accordo di Parigi».

Eppure, l’81% degli italiani (un punto in più rispetto al 2020) è favorevole a misure governative più stringenti – analoghe a quelle attuate per contrastare la crisi Covid – che obblighino le persone a modificare i propri comportamenti in nome della lotta ai cambiamenti climatici. Una disponibilità completamente ignorata (soprattutto a destra ma non solo) dal dibattito politico in atto che invece vede gli italiani come una massa di menefreghisti climatici.

E il distacco tra classe politica e cittadini emerge con forza per quanto riguarda l’assurdo dibattito anti-rinnovabili scatenato da diversi esponenti politici dopo il rincaro dei prezzi del gas e del petrolio. Infatti, dal sondaggio Bei emerge che «La grande maggioranza degli intervistati italiani (73%) ritiene che l’Italia dovrebbe affidarsi in misura maggiore alle energie rinnovabili per contrastare la crisi climatica». Il 10% in più della media europea (63%).  La Bei sottolinea che «Gli italiani politicamente orientati a sinistra sono più favorevoli alle energie rinnovabili rispetto a quelli con tendenze politiche di destra, e la differenza è di 12 punti percentuali (80% contro 68%)». Questo vuol comunque dire che anche la stragrande maggioranza degli elettori di Salvini e Meloni non sono ecoscettici come i loro leader.

E’ il virtuosismo verde degli italiani si fa sentire anche quando nella classifica delle fonti energetiche da sviluppare ulteriormente per contrastare i cambiamenti climatici, gli italiani collocano l’energia nucleare solo al 6%, (rispetto alla media europea del 12%) e il gas (6%, sostanzialmente in linea con la media europea) ben al di sotto delle energie rinnovabili.  Il 13% degli italiani (il 10% degli uomini e il 16% delle donne) preferirebbe puntare sul risparmio energetico piuttosto che sull’energia nucleare o il gas naturale.

E mentre le destre governative e di opposizione si battono contro carbon tax, plastic tax e sugar tax, il sondaggio rileva che «Un’ampia maggioranza di italiani (72%) è favorevole all’introduzione di una tassa sui prodotti e i servizi che contribuiscono di più al fenomeno del riscaldamento globale, e la percentuale è addirittura maggiore di quella relativa ai cittadini europei in generale (69%). Gli italiani sono inoltre a favore di una garanzia minima di cinque anni per i prodotti elettrici o elettronici (91%) e della sostituzione dei viaggi aerei a corto raggio con spostamenti in treni veloci a basse emissioni (87%). Trovano il favore degli italiani anche misure meno invasive come ad esempio il potenziamento dell’istruzione e la sensibilizzazione dei giovani riguardo ai consumi sostenibili (93%)».

Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della BEI, conclude: «Dall’ultima edizione dell’Indagine della BEI sul clima emerge che i cittadini chiedono azioni più decise per contrastare la crisi climatica. L’88% degli intervistati italiani ritiene – a ragione – che la lotta contro i cambiamenti climatici e le loro conseguenze rappresenti la sfida principale del XXI secolo. Questo decennio sarà decisivo per affrontare l’emergenza climatica che affligge il nostro pianeta. Dobbiamo sostenere lo sviluppo e il concreto utilizzo di tecnologie rivoluzionarie, che devono essere accessibili anche per i paesi in via di sviluppo. Nessuno dev’essere lasciato indietro. La BEI è uno dei principali finanziatori a livello mondiale dell’azione per il clima e in quanto tale ha il preciso compito di lavorare fianco a fianco con i governi e le amministrazioni delle città per sostenere l’attuazione del Green Deal europeo e aiutare l’Europa a diventare il primo continente a zero emissioni entro il 2050. La ripresa post pandemia deve assolutamente avvenire in un’ottica verde».